In breve
- Cosa: L’evento “Ascoltare è curare”, un confronto istituzionale e medico sulla violenza di genere.
- Dove e Quando: Roma, Salone del Commendatore di Borgo Santo Spirito, 26 novembre.
- Perché: Per rafforzare la rete tra ospedali, territorio e giustizia e presentare l’opuscolo “La violenza MAI”.
La lotta alla violenza di genere non è solo una questione di leggi o di ordine pubblico, ma è prima di tutto un atto di cura che passa attraverso l’ascolto. È questo il messaggio potente emerso questa mattina nel cuore di Roma, presso lo storico Salone del Commendatore di Borgo Santo Spirito. In una sala gremita, caratterizzata da un’altissima partecipazione femminile, si è svolto l’evento “Ascoltare è curare: insieme contro la violenza sulle donne”.
L’iniziativa si inserisce nel più ampio contesto della settimana “ONDA”, dedicata alla salute della donna, un appuntamento che mira non solo a sensibilizzare l’opinione pubblica, ma a costruire ponti concreti per chi si trova in situazioni di vulnerabilità. L’obiettivo dichiarato è quello di offrire supporto tangibile e facilitare l’accesso ai servizi di prevenzione e assistenza, trasformando le strutture sanitarie in luoghi sicuri di prima accoglienza e ascolto.
Una sinergia istituzionale per la protezione
Il dibattito, moderato con grande professionalità dalla giornalista Giancarla Rondinelli, ha messo in luce la necessità assoluta di un approccio multidisciplinare. Non esistono compartimenti stagni quando si parla di violenza: sanità, magistratura e forze dell’ordine devono agire come un unico organismo. Al tavolo dei relatori, figure di spicco delle istituzioni hanno confermato questo impegno congiunto. Il Direttore Generale della ASL Roma 1, Giuseppe Quintavalle, ha sottolineato l’importanza del ruolo sanitario non solo nella cura fisica, ma nell’intercettazione del disagio.
Accanto a lui, le voci della giustizia e della sicurezza hanno ribadito che la protezione della donna passa per una comprensione profonda delle dinamiche di abuso. Gli interventi di Paola Di Nicola, Magistrato e Giudice presso la Corte Suprema di Cassazione, e di Francesco Menditto, Procuratore presso il Tribunale di Tivoli, hanno evidenziato come le aule di tribunale debbano essere l’ultimo tassello di un percorso che inizia molto prima, spesso in un pronto soccorso o in un commissariato. Fondamentale anche la presenza di Roberto Massucci, Questore di Roma, a testimonianza di come le forze di polizia siano sempre più formate per accogliere le denunce con empatia e competenza, e di Antonella Ciabattoni, Direttrice ff UOC Radioterapia ASL Roma 1, che ha portato la visione clinica all’interno del dibattito sociale.
La rete ospedale-territorio: un porto sicuro
Il cuore operativo della mattinata è stato esplorato nella tavola rotonda “Rete di integrazione Ospedale Territorio nella violenza sulle donne”. Qui si è entrati nel dettaglio di come funziona la macchina dei soccorsi. Quando una donna vittima di violenza varca la soglia di un ospedale, deve scattare un protocollo che va oltre la medicazione delle ferite visibili. Maria Paola Saggese (Direttrice Pronto Soccorso Ospedale Santo Spirito) e Massimo Magnanti (Direttore Pronto Soccorso Ospedale San Filippo Neri) hanno raccontato la frontiera quotidiana dell’emergenza, dove riconoscere i segni della violenza domestica può salvare una vita.
Il confronto si è arricchito con le esperienze di Marco Calcagno (Ginecologia Ospedale Santo Spirito) e di chi lavora sul fronte dell’assistenza sociale e infermieristica, come Daniela Santella e Alessandro Cantarini. È emerso chiaramente che la rete non può fermarsi alle mura ospedaliere: il collegamento con i consultori, rappresentati dall’esperienza di Laura Anelli, e con le associazioni come Differenza Donna (con Cristina Germani), è vitale per garantire che, una volta dimessa, la donna non torni nell’isolamento. La continuità assistenziale tra l’acuzie ospedaliera e il supporto territoriale è il vero snodo cruciale per permettere alle vittime di intraprendere un percorso di uscita dalla spirale della violenza.
Educazione e prevenzione: il ruolo delle nuove generazioni
Non c’è cambiamento possibile senza il coinvolgimento delle scuole. La parte conclusiva dell’evento ha voluto dare voce proprio a loro: studenti e insegnanti, moderati da Maria Lucia Martini. I ragazzi hanno portato le loro esperienze, dimostrando che la cultura del rispetto si costruisce tra i banchi di scuola. Ascoltare il punto di vista dei giovani è fondamentale per scardinare quegli stereotipi culturali che sono spesso l’humus in cui matura la violenza di genere.
A suggello della giornata, è stato distribuito un prezioso strumento divulgativo: l’opuscolo “La violenza MAI”. Realizzato dal Ministero della Salute in sinergia con la Fondazione Atena Onlus, la ASL Roma 1 e la Regione Lazio, questo vademecum è pensato per essere una guida pratica. Si focalizza sui “campanelli d’allarme” – quei segnali spesso sottovalutati che precedono l’escalation di violenza – e illustra in modo chiaro il percorso di aiuto disponibile. L’importanza istituzionale dell’opuscolo e dell’evento è stata rimarcata anche dal video messaggio del Ministro della Giustizia Nordio, proiettato in sala e disponibile sui canali digitali, a conferma che lo Stato è presente e che il messaggio “ascoltare è curare” deve risuonare forte in ogni ambito della società civile.
Info utili
- Luogo: Complesso Monumentale di Santo Spirito in Sassia, Borgo Santo Spirito 3, Roma.
- Accessibilità: Ingresso libero per eventi istituzionali (verificare specifici accreditamenti per future iniziative).
- Risorse: L’opuscolo “La violenza MAI” è reperibile presso le strutture ASL Roma 1.
- Contatti d’emergenza: Ricordiamo il numero nazionale antiviolenza e stalking 1522, attivo 24/7.
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