- Cosa: Il debutto di “SABIR experience”, opera multidisciplinare che unisce physical dance, urban dance e musica etnica.
- Dove e Quando: Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone (Sala Petrassi), venerdì 29 novembre alle ore 21:00.
- Perché: Per assistere a una potente narrazione visiva sull’integrazione e l’incontro tra culture nel Mediterraneo.
Quando il linguaggio verbale fallisce o incontra barriere insormontabili, entra in gioco il corpo. È questa la premessa fondamentale che anima la scena culturale romana in questo fine novembre, accogliendo un progetto che fa della contaminazione la sua bandiera stilistica ed etica. L’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone si prepara a ospitare il debutto di una produzione che promette di scuotere le coscienze attraverso l’eleganza del movimento: SABIR experience.
Questo nuovo capitolo artistico consolida una partnership ormai storica tra la Mvula Sungani Physical Dance e la Fondazione Musica per Roma. Non si tratta di un semplice spettacolo di danza, ma di un’indagine antropologica tradotta in coreografia. L’opera si propone come un viaggio sensoriale che attraversa le sponde del Mediterraneo, recuperando antiche memorie per parlare, con urgenza e vitalità, del nostro presente complesso. In un momento storico in cui il tema dei confini è quanto mai dibattuto, l’arte torna a svolgere la sua funzione primigenia: costruire ponti laddove la politica erige muri.
Un ponte di corpi e suoni nel Mediterraneo
Il titolo stesso dell’opera, SABIR, è una dichiarazione d’intenti potente ed evocativa. Il riferimento storico è alla lingua franca, quel pidgin marinaresco composto da lessico italiano, spagnolo, arabo e francese, che per secoli ha permesso a mercanti, marinai e viaggiatori di comunicare nei porti del Mediterraneo. Era la lingua della sopravvivenza e dello scambio, un codice nato dalla necessità di capirsi nonostante le differenze. Partendo da questa suggestione linguistica, il regista e coreografo italo-africano Mvula Sungani ha costruito un’architettura scenica dove il “sabir” diventa metafora di un nuovo esperanto corporeo.
L’opera si sviluppa come una riflessione poetica e corale sul tema del viaggio e della memoria. Non è un racconto didascalico, bensì un flusso emotivo che invita lo spettatore a una partecipazione quasi fisica. La narrazione si dipana attraverso un mosaico visivo e sonoro che parla di migrazione, non come emergenza, ma come condizione esistenziale dell’essere umano, fatta di appartenenza sradicata e speranza ritrovata. A sostenere questa impalcatura drammaturgica c’è una colonna sonora d’eccezione: le musiche originali del compositore e polistrumentista Erasmo Petringa, che tesse trame elettroniche intrecciandole al suono ancestrale del violoncello e dell’oud. Le voci di Eleonora Bordonaro, Barbara Eramo ed Elisa Marongiu aggiungono un ulteriore strato di profondità, trasformando il palcoscenico in una cassa di risonanza per canti che sembrano provenire da un tempo senza tempo.
La fusione dei linguaggi: Physical e Urban Dance
Sul piano strettamente performativo, SABIR experience rappresenta un esperimento audace di sintesi stilistica. La cifra distintiva della compagnia, nota per la “physical dance” – uno stile che unisce la base tecnica classica a una plasticità contemporanea e acrobatica – incontra qui l’energia cruda e immediata delle danze urbane. Sotto la direzione dell’étoile Emanuela Bianchini e con la consulenza specifica di Ilenia Rossi per le tecniche urban, i corpi dei danzatori diventano il campo di battaglia e di riconciliazione tra due mondi apparentemente distanti.
In scena vedremo la stessa Bianchini, affiancata dal primo ballerino Damiano Grifoni e dai solisti della Compagnia Mvula Sungani Physical Dance e dell’UDA Company. Questa eterogeneità del cast non è accessoria, ma sostanziale: permette di raccontare la contemporaneità con una veridicità rara. La tecnica accademica si sporca a contatto con il suolo, l’istinto prevale sulla forma codificata, l’armonia si scontra con la potenza del gesto improvviso. Come spiega la stessa Bianchini, la danza diventa qui un linguaggio di dialogo reale, capace di rinnovare la scena rendendola più vicina alla vita vissuta, lontana dalle astrazioni polverose di certa accademia autoreferenziale.
L’arte come strumento di integrazione sociale
Al di là dell’aspetto estetico, SABIR experience porta con sé un messaggio sociale dirompente, incarnato dalla biografia stessa del suo creatore. Mvula Sungani, trasformando il vissuto di chi nasce ai margini in energia creativa, si fa portatore di una visione in cui la diversità è il motore dell’evoluzione. La sua dichiarazione sull’immigrazione sana e legale come risorsa per l’Italia non è uno slogan politico, ma la constatazione di una realtà che l’arte ha il dovere di anticipare e rappresentare. L’incontro possibile tra culture diverse diventa forza e cultura condivisa, un antidoto alla paura dell’altro.
È significativo notare come la Mvula Sungani Physical Dance porti avanti questa ricerca essendo una realtà totalmente privata, che per precisa scelta etica non attinge a finanziamenti pubblici. Questa indipendenza garantisce una libertà espressiva assoluta e testimonia la vitalità di un settore che, pur tra mille difficoltà, continua a investire sulla qualità e sull’innovazione. Con questo spettacolo, Roma e l’Auditorium si confermano luoghi d’eccellenza per la contaminazione tra le arti, ribadendo che il palcoscenico è, e deve rimanere, uno spazio di condivisione, empatia e costruzione di una società più consapevole e solidale.
Info utili
- Indirizzo: Auditorium Parco della Musica, Via Pietro de Coubertin 30, Roma.
- Sala: Sala Petrassi.
- Biglietti: A partire da € 27.50.
- Orario: Inizio spettacolo ore 21:00.
(Foto: ph Michele Mascalzoni)
