- Cosa: L’attore Pierfrancesco Favino saluta il pubblico in sala in occasione delle proiezioni del film Il Maestro.
- Dove e Quando: Domenica 23 novembre a Roma presso Cinema Adriano (20.00), Eurcine Multisala (21.00) e Multisala Lux (20.00).
- Perché: Un’opportunità unica per ascoltare dal vivo il protagonista di una pellicola che celebra lo sport, la crescita e la tradizione della commedia all’italiana.
Il cinema non è solo la visione di un’opera sullo schermo, ma un rito collettivo che si arricchisce quando chi ha dato volto e anima ai personaggi decide di incontrare gli spettatori. È quanto accadrà domenica 23 novembre a Roma, quando Pierfrancesco Favino attraverserà la Capitale per una serie di saluti in sala dedicati a Il Maestro, l’ultimo film diretto da Andrea Di Stefano.
La pellicola, già presentata nella Selezione Ufficiale della Biennale di Venezia, riporta sul grande schermo le atmosfere della fine degli anni Ottanta, raccontando una storia di formazione che intreccia tennis e sentimenti, ambizioni paterne e figure di riferimento imperfette ma fondamentali. La presenza di Favino in sala rappresenta un momento di dialogo prezioso per approfondire le tematiche di un film che sta già facendo discutere per la sua capacità di unire il registro drammatico a quello della commedia.
Un tour romano per raccontare Raul Gatti
L’appuntamento per i cinefili romani è scandito da tre tappe fondamentali nella serata di domenica. Il tour inizierà al Cinema Adriano di Piazza Cavour, dove l’attore introdurrà la proiezione delle ore 20.00. Quasi in contemporanea, ma in un altro quadrante della città, Favino raggiungerà il pubblico del Cinema Multisala Lux di via Massaciuccoli, questa volta per un saluto al termine della proiezione delle 20.00, permettendo forse un confronto più caldo, a visione avvenuta. La serata si concluderà all’Eurcine Multisala, dove l’attore saluterà gli spettatori all’inizio dello spettacolo delle ore 21.00.
In Il Maestro, Favino interpreta Raul Gatti, un personaggio complesso e sfaccettato: un sedicente ex campione di tennis che vanta un glorioso passato (forse mai esistito in quelle proporzioni) e che si ritrova ad allenare il giovane Felice. Gatti non è l’eroe senza macchia, ma un uomo che gioca a fare il vincente pur essendo tormentato dalla paura del fallimento. È proprio questa umanità fragile a rendere l’incontro con il pubblico particolarmente interessante: l’occasione per scoprire come un attore del calibro di Favino abbia lavorato per dare profondità a una figura che, come lui stesso ha dichiarato, contiene le contraddizioni di molti di noi, in bilico tra errori passati e desiderio di riscatto.
Tennis e vita: una storia di formazione anni Ottanta
Il cuore pulsante del film è il rapporto tra Raul e il giovane allievo Felice, interpretato dall’esordiente Tiziano Menichelli. La trama ci riporta a un’estate di fine anni Ottanta, un periodo storico che il regista Andrea Di Stefano dipinge con nostalgia ma senza retorica. Felice è un tredicenne schiacciato dalle aspettative di un padre (interpretato da Giovanni Ludeno) che vede nel successo sportivo del figlio una forma di rivalsa sociale. Affidato a Raul Gatti, il ragazzo intraprende un viaggio lungo la costa italiana che diventa metafora della vita stessa.
Tra partite perse, bugie e incontri bizzarri, il film esplora il concetto di “mentore imperfetto”. Non siamo di fronte alla classica narrazione del coach infallibile; al contrario, Raul è una figura ricca di difetti, ma dotata di un cuore capace di insegnare a Felice qualcosa di più importante della tecnica tennistica: il sapore della libertà e la gestione della sconfitta. Come sottolineato dal regista, l’opera vuole celebrare quelle figure che, pur con i loro passati dolorosi, riescono ad aprirci gli occhi e a cambiarci la vita, magari con una frase detta al momento giusto o con una risata condivisa di fronte alle difficoltà.
L’eredità della commedia all’italiana
Uno degli aspetti più affascinanti di Il Maestro è la sua dichiarata ispirazione alla grande tradizione della commedia all’italiana. Il film non cerca la risata facile, ma scava nelle dinamiche umane con un approccio agrodolce che ricorda i maestri del passato come Risi o Monicelli. La sceneggiatura, firmata dal regista insieme a Ludovica Rampoldi, costruisce un arco narrativo che bilancia momenti di leggerezza tipica di quell’epoca – definita “spensierata” rispetto alle complessità moderne – con la profondità emotiva di un legame inatteso e irripetibile.
Il cast corale contribuisce a restituire questa vivacità: accanto a Favino e al giovane Menichelli, troviamo attori come Valentina Bellè, Dora Romano e la partecipazione straordinaria di Edwige Fenech, icona di un cinema che ha segnato un’epoca. La colonna sonora e la fotografia curata contribuiscono a immergere lo spettatore in quegli anni, rendendo il film un’esperienza sensoriale completa. L’incontro in sala con Pierfrancesco Favino diventa quindi il tassello finale per comprendere appieno lo spirito di un’opera che vuole essere, nelle parole del cast, un “feel good movie” capace di far ridere, commuovere e riflettere sulle occasioni perdute e ritrovate.
Info utili
Di seguito i dettagli degli appuntamenti con Pierfrancesco Favino per domenica 23 novembre a Roma:
- Cinema Adriano: Piazza Cavour 22, ore 20.00 (Saluto a inizio proiezione).
- Cinema Multisala Lux: Via Massaciuccoli 31, ore 20.00 (Saluto al termine della proiezione).
- Eurcine Multisala: Via Liszt 32, ore 21.00 (Saluto a inizio proiezione).
- Biglietti: È consigliabile verificare la disponibilità e acquistare i biglietti sui siti ufficiali dei rispettivi cinema o al botteghino.
(Foto: Pierfrancesco Favino, Tiziano Menichelli; ph @ Andrea Miconi)
