- Cosa: Concerto dei SuRealistas con lo spettacolo “La Vuelta”.
- Dove e Quando: Museo Nazionale degli Strumenti Musicali (Roma), giovedì 27 novembre 2025 ore 20.30.
- Perché: Un viaggio sonoro travolgente che unisce cumbia, rock e tradizione cantautorale in un inno alla diversità.
L’energia vibrante del Sud America incontra la tradizione cantautorale italiana in una serata che promette di trasformare il Museo Nazionale degli Strumenti Musicali in un palcoscenico senza frontiere. Dopo il successo dell’apertura con Moni Ovadia, la rassegna “Migrazioni Sonore” prosegue il suo viaggio esplorativo attraverso le culture del mondo, ospitando una delle formazioni più eclettiche e vitali del panorama world music attuale: i SuRealistas.
Il progetto, inserito nella dodicesima edizione del Festival Popolare Italiano, continua a perseguire la sua missione di utilizzare la musica come linguaggio universale, capace di abbattere muri e costruire ponti tra popoli diversi. In questo contesto, l’arrivo della band argentino-toscana rappresenta un momento di sintesi perfetta tra identità differenti che dialogano attraverso il ritmo, la melodia e la poesia. Non si tratta di un semplice concerto, ma di un’esperienza immersiva dove il pubblico è invitato a riscoprire il senso della condivisione e della festa.
Un viaggio musicale senza confini e senza leader
I SuRealistas non sono una band convenzionale. Il loro stesso simbolo, un cerchio anziché una piramide, racconta una filosofia precisa: l’assenza di un leader unico a favore di una coralità democratica, dove ogni voce e ogni strumento hanno lo stesso peso specifico. Questa impostazione si riflette in un sound potente e variegato, frutto dell’incontro tra musicisti con background eterogenei. Nelle vene del gruppo scorrono influenze che partono dall’Argentina per approdare in Sicilia, passando per le città toscane di Pisa e Livorno, fino a toccare suggestioni balcaniche provenienti dalla Bosnia.
Sul palco, questa miscela esplosiva prende vita attraverso otto musicisti di grande talento: Jeremías e Joaquín Cornejo, Iacopo Schiavo, Mauro La Mancusa, Sigi Beare, Matteo Bonti, Pietro Borsò e Laura Falanga. La loro proposta artistica sfida le etichette di genere. Il cuore pulsante delle loro composizioni batte al ritmo delle clavi afroamericane, fondendo la sensualità della cumbia e del son con l’energia del rock e della psichedelia. A fare da collante è una scrittura attenta, che attinge al cantautorato e alla letteratura, ricordando la lezione di Vinícius de Morães secondo cui la vita è l’arte dell’incontro. “La Vuelta”, il titolo del loro spettacolo, diventa così metafora di un ritorno alle radici ma anche di un giro di danza che abbraccia il mondo intero.
Il concetto di “Sur” e il realismo magico
Al centro della poetica dei SuRealistas c’è una visione del mondo che va oltre la geografia fisica. Il “Sur” che cantano e suonano non indica esclusivamente il Sudamerica, ma diventa un concetto più ampio, un luogo dell’anima e una condizione sociale. È il sud del mondo, inteso come periferia, minoranza e diversità. Attraverso le loro canzoni originali, la band racconta storie di una natura fragile e di un’umanità che cerca la propria direzione in un’epoca confusa.
La chiave di lettura della loro opera risiede in quel “realismo magico e surreale” che dà il nome al gruppo. È un approccio che permette di osservare la realtà con occhi sempre aperti, cogliendone le contraddizioni ma anche la meraviglia nascosta. Con quattro album di inediti all’attivo e numerosi tour europei, i SuRealistas hanno affinato la capacità di trasformare ogni concerto in un inno alla vita. La priorità, dichiarata e messa in pratica ad ogni esibizione, è tenere i piedi sempre pronti a danzare, invitando il pubblico a partecipare attivamente a questo rito collettivo di gioia e consapevolezza.
Il festival come presidio culturale nella Capitale
Il concerto si inserisce nella cornice prestigiosa di “Migrazioni Sonore”, un progetto vincitore dell’Avviso Pubblico di Roma Capitale in collaborazione con Zètema Progetto Cultura. La rassegna, ideata e diretta da Stefano Saletti, ha trovato nel Museo Nazionale degli Strumenti Musicali una casa ideale, dopo aver attraversato luoghi simbolo dell’accoglienza e della cultura romana come il centro Baobab e il Teatro Villa Pamphilj. La scelta di includere la visita al museo nel prezzo simbolico del biglietto sottolinea la volontà di rendere la cultura accessibile e di valorizzare il patrimonio museale cittadino.
Il cartellone proseguirà fino a dicembre inoltrato, offrendo uno spaccato della migliore world music in circolazione. Tra i prossimi appuntamenti spiccano le mistiche sonorità persiane del Pejman Tadayon Ensemble, i dialoghi di pace di Ziad Trabelsi e Gabriele Coen, e le tradizioni tunisine del Maluf System. Ogni evento è preceduto dalle “Conversazioni in musica”, momenti di approfondimento curati da BlogFoolk che arricchiscono l’esperienza d’ascolto fornendo chiavi di lettura storiche e sociali. In un mondo sempre più frammentato, il Festival Popolare Italiano, parte della Rete Italiana della World Music, si conferma un presidio fondamentale per la diffusione di un modello di sviluppo inclusivo basato sulla conoscenza reciproca.
Info utili
- Indirizzo: Museo Nazionale degli Strumenti Musicali, Piazza di S. Croce in Gerusalemme 9/a, Roma.
- Orari: Inizio concerto ore 20.30. Conversazioni in musica ore 19.30.
- Biglietti: 6 euro (il costo include la visita al museo, ultimo ingresso ore 18.30).
- Contatti: Tel. 067014796.
(Immagine utilizzata a solo scopo informativo; tutti i diritti d’autore e di proprietà restano esclusivamente ai legittimi proprietari)
