- Cosa: Monocromi contigui, mostra personale di Tancredi Fornasetti a cura di Pamela Fiacconi.
- Dove e Quando: Kou Gallery (Via della Barchetta, 13), dal 27 novembre al 22 dicembre 2025.
- Perché: Un viaggio tra rigore razionalista e vibrazioni pop che ridefinisce la percezione dello spazio urbano.
Si inaugura domani, giovedì 27 novembre, negli spazi della Kou Gallery di Roma, la personale di Tancredi Fornasetti intitolata Monocromi contigui. L’esposizione, visitabile fino al 22 dicembre, offre un’immersione totale nella poetica di un artista che ha saputo trasformare la geometria in un linguaggio dell’anima. Attraverso diciotto opere, il percorso espositivo traccia l’evoluzione di Fornasetti, svelando come la sua ricerca si sia affinata nel tempo, passando dalla costruzione rigorosa dello spazio a una dimensione più fluida e vibrante, dove la luce artificiale e il colore diventano protagonisti assoluti.
La mostra si configura come una soglia sensibile, un punto di transizione dove l’architettura non è solo struttura fisica ma diventa spazio mentale. Il visitatore è invitato a entrare in queste “città possibili”, dove l’ordine apparente delle linee nasconde una tensione emotiva pronta a esplodere attraverso campiture cromatiche audaci. Non è solo una celebrazione della forma, ma un invito a guardare oltre la superficie del cemento per scoprire l’energia che pulsa sotto la pelle delle nostre metropoli.
Geometrie dell’immaginario
Il punto di partenza del lavoro di Fornasetti è indiscutibilmente legato alla grande tradizione del Razionalismo e della pittura metafisica. Le sue tele sono popolate da archi, colonne e piani prospettici che citano apertamente la purezza volumetrica di Le Corbusier e la misura essenziale di Giuseppe Terragni. Tuttavia, queste strutture non sono semplici esercizi di stile o nostalgie del Novecento; sono piuttosto impalcature necessarie per sostenere una visione contemporanea. Come nelle piazze sospese di De Chirico, anche qui regna un silenzio architettonico, ma è un silenzio carico di attesa, modernizzato da una sensibilità che appartiene all’era digitale.
Le prospettive create dall’artista generano spazi che potremmo definire “ibridi”. Se da un lato l’occhio riconosce la solidità dell’edificio storico, dall’altro percepisce una smaterializzazione tipica degli ambienti virtuali. La lezione del passato viene filtrata attraverso l’estetica degli schermi e dei videogiochi, creando un cortocircuito visivo affascinante: la gravità della pietra si fonde con la leggerezza del pixel, dando vita a un equilibrio dinamico che sfida le leggi della fisica tradizionale per abbracciare quelle della percezione pura.
Il colore come veicolo emozionale
Se la struttura rappresenta la ragione, il colore in Fornasetti è pura emozione. L’artista abbandona il grigio del cemento urbano per adottare una tavolozza che non conosce mezze misure: blu elettrici, gialli acidi e rossi profondi invadono la tela con stesure piatte, prive di sfumature. Questa scelta stilistica, netta e radicale, trasforma le architetture in icone pop, quasi fossero segnali luminosi in una notte metropolitana.
“Il colore è ciò che dà voce a queste emozioni”, afferma l’artista, sottolineando come le sue città immaginarie siano in realtà specchi della vita vissuta. Le tinte forti non sono decorative, ma funzionali a raccontare la vitalità frenetica e gioiosa che scorre dentro gli edifici. In Monocromi contigui, il colore agisce come un evidenziatore psichico: seleziona porzioni di spazio e le carica di significato, costringendo lo spettatore a non limitarsi a osservare l’edificio, ma a “sentire” la sua vibrazione interna.
Roma e la stratificazione del tempo
Non poteva mancare, sottotraccia, il dialogo con Roma, città natale dell’artista e musa silenziosa di questa esposizione. La Capitale, con la sua sovrapposizione millenaria di epoche e stili, offre a Fornasetti il modello perfetto di “stratificazione”. Le sue opere funzionano allo stesso modo: sono organismi vivi dove il nuovo non cancella il vecchio, ma vi si appoggia, creando livelli di lettura multipli.
Questa complessità temporale si riflette nella tecnica e nella composizione. Ogni quadro sembra custodire le tracce di un passaggio precedente, una memoria che affiora tra le linee rigorose. Monocromi contigui coglie l’artista in un momento cruciale della sua carriera, un punto di svolta in cui la memoria del passato e la proiezione verso il futuro trovano una sintesi perfetta, restituendo alla geometria una forza spirituale e profondamente umana che va ben oltre il semplice calcolo matematico.
Info utili
- Ingresso: Libero
- Indirizzo: Via della Barchetta, 13 – 00186 Roma (Zona Regola)
- Orari: Lunedì – Venerdì | 10:00 – 19:00
- Vernissage: Giovedì 27 novembre, 18:30 – 21:30
(Immagine utilizzata a solo scopo informativo; tutti i diritti d’autore e di proprietà restano esclusivamente ai legittimi proprietari)
