- Cosa: L’ultimo episodio della saga teatrale “Nelle puntate precedenti”, intitolato “A te, fra venticinque anni”.
- Dove e Quando: Teatro Basilica, Piazza di Porta San Giovanni 10, Roma. Martedì 25 novembre 2025.
- Perché: Per assistere alla conclusione di un esperimento narrativo unico che ha trasformato il teatro in una serie dal vivo, unendo il pubblico in un rito collettivo.
C’è un filo sottile che lega la memoria al futuro, una corda tesa su cui camminano i protagonisti di una delle sperimentazioni teatrali più interessanti della stagione romana. Questa sera, al Teatro Basilica, si compie l’ultimo atto di un viaggio durato cinque settimane. Con il quinto episodio, A te, fra venticinque anni, cala il sipario su Nelle puntate precedenti, la saga familiare ideata dal Gruppo della Creta insieme a Pier Lorenzo Pisano. Non si tratta semplicemente di uno spettacolo che finisce, ma della chiusura di un cerchio che ha sfidato le convenzioni della fruizione scenica, trasformando la platea in una comunità di testimoni fedeli, tornati settimana dopo settimana per scoprire l’evoluzione di una storia frammentata e ricomposta.
L’esperimento ha avuto il merito di portare nel cuore di Roma, in quella Piazza San Giovanni che è crocevia di storie e persone, un linguaggio tipico della nostra contemporaneità digitale — la serialità — declinandolo però con i tempi e i respiri del palcoscenico. Dopo il successo crescente dei primi quattro appuntamenti, che hanno registrato un’affluenza e una partecipazione emotiva oltre ogni aspettativa, l’epilogo promette di ricucire tutte le ferite aperte, guardando avanti con gli occhi di chi resta.
Un esperimento di serialità teatrale
Il progetto Nelle puntate precedenti nasce da una domanda fondamentale: cosa significa raccontare una storia nel tempo? In un’epoca dominata dal consumo istantaneo e dal binge-watching solitario davanti a uno schermo, il Gruppo della Creta ha scommesso sulla durata e sulla condivisione fisica. La regia, affidata a Pier Lorenzo Pisano e Alessandro Di Murro, ha orchestrato una narrazione che si è dipanata dal 28 ottobre fino a oggi, costruendo un appuntamento fisso, quasi un rito laico, capace di fidelizzare lo spettatore in modo inedito.
Ogni episodio è stato affidato alla penna di un autore diverso, creando una polifonia di voci che ha arricchito la complessità della trama. Dagli “incendi” iniziali di Pisano, passando per le scritture di Giulio Fabroni, Veronica Penserini, Lorenzo Fochesato e Valeria Chimenti, si arriva oggi alla scrittura di Rebecca Righetti. Questo approccio corale non ha solo garantito una varietà stilistica, ma ha reso tangibile il concetto di eredità e passaggio di testimone, temi centrali della trama stessa. Il pubblico non è stato un semplice osservatore passivo, ma è diventato parte integrante del processo, custode della memoria dei personaggi e delle vicende accadute nelle “puntate precedenti”, colmando con la propria immaginazione i vuoti tra un lunedì e l’altro.
La saga del vecchio casale: colpa e redenzione
Al centro della narrazione c’è sempre stato lui: il vecchio casale. Un luogo fisico e simbolico dove si è consumata la storia di Giulia e della sua famiglia, una vicenda che affonda le radici negli anni settanta per arrivare fino ai giorni nostri. Come nelle tragedie classiche, tutto ruota attorno a una “colpa generatrice”, un peccato originale che si tramanda di generazione in generazione senza apparente via di scampo. Le dinamiche tra le sorelle Chiara e Serena, la spaccatura familiare avvenuta in una notte fatidica, le domande rimaste senza risposta su di chi fosse realmente la responsabilità: sono questi i nodi che il pubblico ha tentato di sciogliere insieme ai protagonisti.
L’episodio finale di stasera, A te, fra venticinque anni, rappresenta il tentativo di rompere questo ciclo. Interpretato da Shadi Romeo ed Elena Vanni, questo capitolo conclusivo sposta lo sguardo dal passato al futuro. È il momento in cui chi ha ereditato il peso della storia prova a immaginare cosa resterà tra un quarto di secolo. È un atto di coraggio: smettere di guardare indietro per capire come andare avanti, liberandosi da ciò che è arrivato dal passato per trovare il proprio ruolo nel mondo. La drammaturgia di Rebecca Righetti si fa carico di questo compito gravoso e necessario: trasformare la memoria in prospettiva, il dolore in esperienza.
Il Teatro Basilica come laboratorio permanente
Il successo di questa operazione conferma il ruolo cruciale del Teatro Basilica nel panorama culturale romano. Nato nel 2019 e diretto da Alessandro Di Murro e Daniela Giovanetti (con la supervisione artistica di Antonio Calenda), questo spazio si è affermato come un vero e proprio laboratorio di pensiero scenico. La collaborazione strutturale con il Gruppo della Creta, compagnia under 35 riconosciuta dal Ministero della Cultura, ha trasformato il teatro in una “casa creativa” dove la produzione si intreccia costantemente con la ricerca.
Progetti come Nelle puntate precedenti dimostrano che il teatro contemporaneo è vivo e capace di dialogare con i linguaggi moderni senza snaturarsi. La scelta di investire su un cast compatto e di talento — che include Laura Pannia, Federica Dordei, Daniela Giovanetti, Alessio Esposito, Matteo Baronchelli, Alessia Santalucia, Vittorio Bruschi e Lorenzo Garufo — e su un team tecnico di alto livello (musiche di Amedeo Monda, luci di Matteo Ziglio, scenografie di Paola Castrignanò, costumi di Raffaella Toni), sottolinea la volontà di non lasciare nulla al caso. In un sistema culturale spesso frammentato, il Basilica e il Gruppo della Creta propongono un modello di continuità e resistenza artistica, offrendo al pubblico non solo spettacoli, ma esperienze di comunità.
Info utili
- Indirizzo: Piazza di Porta San Giovanni 10, Roma.
- Orario: Inizio spettacolo ore 21:00.
- Contatti: Per informazioni è possibile scrivere a info@teatrobasilica.com o chiamare il numero +39 392 9768519.
- Web: Ulteriori dettagli sono disponibili sul sito ufficiale del teatro.
