- Cosa: Anteprima in concorso del cortometraggio La Casa di Papà diretto da Maria Rosaria Russo.
- Dove e Quando: Roma, Teatro Eduardo De Filippo (Officina delle Arti Pier Paolo Pasolini), 1 e 2 dicembre 2025.
- Perché: Un “dramedy civile” che esplora con delicatezza l’eroismo silenzioso di un padre separato in difficoltà economica.
Il cinema breve torna protagonista nella Capitale con la decima edizione di Afrodite Shorts, il festival interamente dedicato all’universo femminile dietro la macchina da presa. In questo contesto di prestigio, che negli anni è diventato un vero e proprio osservatorio sulle nuove tendenze del linguaggio audiovisivo, spicca la presentazione in concorso di La Casa di Papà. L’opera, diretta da Maria Rosaria Russo, vede come protagonisti Francesco Montanari e il giovanissimo Mattia Manfredonia in una narrazione che tocca corde profonde dell’animo umano, mescolando la tenerezza del rapporto genitoriale con la durezza di una realtà sociale spesso invisibile.
L’appuntamento è fissato per l’inizio di dicembre presso il Teatro Eduardo De Filippo, all’interno dell’Officina delle Arti Pier Paolo Pasolini. L’evento non è solo una proiezione, ma un momento di riflessione culturale sostenuto da istituzioni fondamentali come il MIC, il NuovoImaie e con il patrocinio della Roma Lazio Film Commission. In un’industria che cerca costantemente nuove voci, questo cortometraggio si propone di raccontare una storia universale di resistenza e amore, andando oltre le apparenze di una quotidianità che diamo spesso per scontata.
Tra gioco e realtà: un castello di carta costruito per amore
Al centro della narrazione troviamo Francesco, interpretato da un intenso Francesco Montanari, un padre separato che ha fatto della creatività la sua arma principale. Per il figlio Mattia, ogni momento passato insieme si trasforma in un’avventura inaspettata: fughe improvvisate, incontri bizzarri e la progettazione di una casa dei sogni diventano i mattoni di una giornata apparentemente perfetta. La complicità tra padre e figlio è il motore emotivo della storia, dipingendo un affresco di leggerezza che conquista lo spettatore fin dalle prime scene.
Tuttavia, La Casa di Papà non è una semplice commedia. Quando cala la sera e il bambino torna dalla madre, emerge la verità cruda che Francesco nasconde con tanta cura. Dietro l’energia inesauribile si cela un uomo che vive nella propria automobile, lavorando come rider e lottando contro una precarietà economica devastante. Il film esplora magistralmente questa dualità: la “magia” costruita per il figlio è, in realtà, l’unico scudo che il padre possiede per proteggere l’innocenza del bambino dal dolore della sua condizione. È un castello di carta tenuto in piedi dalla dignità, dove ogni sorriso è una vittoria contro la disperazione.
L’eroismo silenzioso nella visione di Maria Rosaria Russo
La regista Maria Rosaria Russo definisce l’opera un “dramedy civile”, una definizione che calza a pennello per un film che vuole osservare la paternità con rispetto e profondità, senza scivolare nel pietismo. Nelle note di regia, l’autrice sottolinea come il film nasca dal desiderio di raccontare un eroismo quotidiano e silenzioso: quello dei genitori che affrontano difficoltà immense pur di non far pesare le proprie sofferenze sui figli. La leggerezza messa in campo dal protagonista non è una fuga dalla responsabilità, ma una strategia di sopravvivenza, un gesto d’amore estremo.
L’autrice, formatasi tra Bologna e Roma e fondatrice insieme a Giulio Manfredonia de La Casa dell’Attore, prosegue qui la sua ricerca artistica incentrata sulle relazioni umane. La scelta di affrontare il tema dei “nuovi poveri” – spesso padri separati che scivolano ai margini della società pur lavorando – attraverso la lente del rapporto padre-figlio, conferisce al cortometraggio una potenza emotiva rara. La direzione della fotografia di Massimo Intoppa e le musiche di Emanuele Bossi e Michele Braga contribuiscono a creare quell’atmosfera sospesa tra fiaba e neorealismo che caratterizza l’intera pellicola di circa venti minuti.
Afrodite Shorts: dieci anni di cinema al femminile
La cornice in cui La Casa di Papà viene presentato non è casuale. Afrodite Shorts celebra il suo decennale confermandosi come uno dei laboratori di idee più vitali nel panorama romano e nazionale. Il festival ha saputo costruire negli anni una rete solida tra scuole di cinema, istituzioni e professioniste, offrendo uno spazio privilegiato alle storie raccontate da uno sguardo femminile. La presenza del corto di Maria Rosaria Russo in concorso testimonia l’attenzione del festival verso opere che sanno unire l’impegno civile alla qualità cinematografica.
Il festival si svolgerà in una location simbolo della formazione artistica romana, l’Officina delle Arti Pier Paolo Pasolini, ribadendo l’importanza di luoghi fisici dove il cinema può essere fruito collettivamente e discusso. In un’epoca dominata dallo streaming, eventi come Afrodite Shorts restituiscono al cortometraggio la dignità del grande schermo, permettendo al pubblico di immergersi totalmente in storie dense e necessarie come quella di Francesco e Mattia. È un invito a guardare oltre le apparenze, proprio come ci insegna il protagonista del film.
Info utili
- Evento: Afrodite Shorts 2025 (X Edizione)
- Date: 1 e 2 dicembre 2025
- Indirizzo: Teatro Eduardo De Filippo – Officina delle Arti Pier Paolo Pasolini, Viale Antonino di S. Giuliano 782, Roma.
- Opera in concorso: La Casa di Papà (Durata: 19’ 59’’)
