- Cosa: “Poesie da indossare”, mostra interdisciplinare che unisce moda, arte tessile e letteratura.
- Dove e Quando: SottoSopra Art Studio (San Giovanni), dal 29 novembre al 5 dicembre 2025.
- Perché: Un viaggio sensoriale dove i cappotti diventano sculture narrative ispirate al dialogo tra Goethe e Hafez.
A Roma, nel cuore pulsante del quartiere San Giovanni, sta per inaugurarsi un evento che promette di ridefinire i confini tra abbigliamento e opera d’arte. Non si tratta di una semplice esposizione di moda, né di una classica mostra di pittura, ma di un esperimento sensoriale e intellettuale che affonda le sue radici nella letteratura classica per fiorire attraverso trame, bottoni e cuciture.
La mostra, ospitata presso gli spazi versatili del SottoSopra Art Studio, nasce da una visione profonda e personale della curatrice Mitra Bostani. Il progetto, che vede la collaborazione di Hamid Zare e il supporto della Weser Art Gallery, si configura come un ponte culturale gettato tra l’Oriente e l’Occidente. Al centro della narrazione vi è un concetto affascinante: trasformare la poesia in materia tangibile, permettendo ai visitatori non solo di leggere versi, ma di “indossarli”, avvolgendosi in storie che attraversano secoli e confini geografici.
Il dialogo tra Goethe e Hafez: un’ispirazione letteraria
Il cuore pulsante dell’esposizione risiede nel progetto “The History of Buttons and Stitches”. L’idea è scaturita da un’esperienza di connessione globale: un laboratorio online creato da Bostani dopo il suo trasferimento in Germania, nato per riunire artisti iraniani dispersi nel mondo. La scintilla creativa è stata innescata dalla lettura del Divano Occidentale-Orientale di Johann Wolfgang von Goethe.
Questa celebre raccolta lirica del poeta tedesco non è stata scelta a caso; essa rappresenta uno dei più alti esempi di ammirazione interculturale nella storia della letteratura europea, essendo stata profondamente influenzata dall’opera di Hafez, il grande mistico e poeta persiano. In questo gioco di specchi letterari, dove la voce di un poeta occidentale risponde e si intreccia con quella di un maestro orientale, gli artisti in mostra hanno trovato il terreno fertile per le loro creazioni. L’arte diventa qui un linguaggio universale, capace di superare le barriere linguistiche per comunicare attraverso la bellezza visiva e tattile.
Dalla trama al tessuto: cappotti come opere d’arte
L’aspetto più innovativo della mostra risiede nel metodo di produzione delle opere esposte. Ogni capo presentato non è il frutto del lavoro solitario di un singolo stilista, ma il risultato di una complessa sinergia a tre. Per ogni creazione, hanno collaborato un designer di moda, un artista tessile e un creatore di bottoni. Questa trinità creativa ha permesso di esplorare nuove dimensioni del vestire: il bottone non è più un semplice accessorio funzionale, ma diventa un elemento scultoreo, un gioiello che punteggia la narrazione del tessuto.
La mostra presenta cappotti unici, veri e propri pezzi da collezione che raccontano storie di identità e memoria. Cresciuta tra i versi recitati dal padre appassionato di misticismo e i tessuti della madre sarta, Mitra Bostani ha trasposto la sua eredità familiare in questo progetto. Per lei, le parole si intrecciano metaforicamente con i fili, creando una texture che è al contempo visiva e narrativa. Il coordinamento del progetto, avvenuto in gran parte a distanza attraverso incontri virtuali, testimonia inoltre come la creatività contemporanea possa prosperare anche in assenza di contatto fisico, sfruttando la tecnologia per generare forme di bellezza condivisa e resiliente.
Un crocevia culturale a San Giovanni
La scelta del SottoSopra Art Studio in Via Ardea come teatro di questo evento sottolinea la vocazione di Roma come città aperta al dialogo internazionale. L’esposizione rappresenta la terza tappa di un percorso interdisciplinare che Bostani ha sviluppato in Germania, e il suo arrivo nella Capitale segna un momento importante per la comunità artistica coinvolta. Oltre trenta artisti, tra cui nomi come Ali Karimi, Banafsheh Izadi e Masood Vaziri, hanno contribuito a questa polifonia visiva.
Visitare questa mostra significa immergersi in un ambiente dove la sensibilità orafa incontra la morbidezza del tessuto e la rigidità scultorea. È un invito a rallentare, a osservare i dettagli di una cucitura come si leggerebbe una riga di poesia, e a comprendere come un indumento possa essere molto più di una protezione contro il freddo: può essere un manifesto di unione culturale, un custode di memorie e un veicolo di pace tra mondi apparentemente distanti.
Info utili
- Date: Dal 29 novembre al 5 dicembre 2025.
- Vernissage: Venerdì 29 novembre, ore 18:00.
- Orari:
- Mercoledì – Domenica: 16:00 – 20:00.
- Domenica mattina: 10:30 – 13:30.
- Sabato: 18:00 – 21:00.
- Indirizzo: SottoSopra Art Studio, Via Ardea 10, Roma (zona San Giovanni).
- Ingresso: Libero.
