Ottavia Piccolo torna in scena con “Matteotti – Anatomia di un fascismo”, un’opera evocativa e potente di Stefano Massini che esamina le radici e le conseguenze del fascismo attraverso la vita di Giacomo Matteotti. La produzione coinvolge l’Orchestra Multietnica di Arezzo e sotto la regia attentiva di Sandra Mangini, offre uno sguardo profondo sull’epoca storica e le sue ripercussioni contemporanee. Accompagnata dalle musiche di Enrico Fink e dai video di Raffaella Rivi, Ottavia Piccolo guida lo spettatore in un viaggio intenso tra passato e presente.
Raccontare Matteotti: un’opera che guarda al presente
“Matteotti – Anatomia di un fascismo”, scritto da Stefano Massini, emerge come un potente strumento di riflessione sulla storia italiana e sulla perenne attualità del fascismo. Con la regia di Sandra Mangini, lo spettacolo porta lo spettatore ad interrogarsi sui modelli di potere e autorità attraverso una rappresentazione articolata di Giacomo Matteotti, figura centrale dell’opposizione al regime fascista. L’interpretazione di Ottavia Piccolo restituisce con intensità il coraggio di Matteotti, trasformando il palcoscenico in un luogo di denuncia e memoria.
Lo spettacolo coinvolge I Solisti dell’Orchestra Multietnica di Arezzo che, insieme alle proiezioni di Raffaella Rivi, creano un ambiente sonoro e visivo che abbraccia il pubblico. La musica di Enrico Fink diventa parte integrante della narrazione, e ogni nota sottolinea le parole che l’attrice porta in vita. Gli spettatori vengono immersi in un viaggio storicamente accurato ma reso contemporaneo attraverso un dialogo che fa eco alle sfide politiche odierne.
Il valore della memoria e il suo potere educativo
La narrazione drammatica di “Matteotti – Anatomia di un fascismo” si concentra sull’importanza di comprendere e non dimenticare come fenomeni di autoritarismo possano emergere e consolidarsi. L’opera pone l’accento sulla necessità di vigilanza e partecipazione attiva nella vita pubblica per prevenire il ripetersi di eventi distruttivi. Riportare in vita le parole chiare ed efficaci di Matteotti è, metaforicamente, un richiamo ad una società guidata da valori di legalità e democrazia.
La regista Sandra Mangini sottolinea la rilevanza dell’opera alla luce delle attuali sfide politiche e sociali, suggerendo che l’istruzione pubblica e una cittadinanza informata siano essenziali per preservare la democrazia. Le tematiche esplorate nello spettacolo non solo raccontano un periodo storico, ma invitano a riflettere su come le ideologie estreme possano attecchire in contesti di paura e incertezza socioeconomica.
Ottavia Piccolo e l’Orchestra Multietnica di Arezzo: un incontro di arti
Ottavia Piccolo, a lungo conosciuta per la sua carriera diversificata nel cinema e nel teatro, si cimenta in ruoli che amplificano il suo impegno sociale e politico. “Matteotti” non è la sua prima collaborazione con Stefano Massini, autore con cui ha già esplorato temi di attualità e giustizia attraverso diverse pièce teatrali. Con un curriculum che attraversa decenni di melodrammi e tragedie moderne, Piccolo porta ancora una volta sul palco la sua straordinaria capacità interpretativa.
L’Orchestra Multietnica di Arezzo, fondata nel 2007, è conosciuta per la sua missione di promuovere l’inclusione attraverso la musica. Unendo musicisti da tutto il mondo, l’orchestra incoraggia il dialogo interculturale e utilizza le proprie esibizioni per affrontare e superare le barriere culturali. Questa collaborazione rappresenta l’ultima di una serie di progetti che confermano il complesso intreccio tra storia italiana e contemporaneità.
Info utili
Il tour “Matteotti – Anatomia di un fascismo” partirà il 12 novembre al Teatro Morlacchi di Perugia. Dopo diverse tappe in tutta Italia, lo spettacolo approderà al Teatro Vittoria di Roma dal 25 al 30 novembre. La durata dello spettacolo è di 70 minuti.
È consigliato verificare orari e disponibilità presso il Teatro Vittoria ai numeri 065740170, o 065740598, oppure prenotare direttamente on line sul circuito VivaTicket.
(Foto: Ottavia Piccolo in “Matteotti, Anatomia di un fascismo”; credit ph Antonio Viscido)
