- Cosa: L’installazione monumentale “Solitário”, un gigantesco anello nuziale realizzato con cerchioni d’auto e bicchieri di cristallo.
- Dove e Quando: Da oggi, 1° dicembre 2025, presso la Terrazza del Pincio, Roma.
- Perché: Un intervento di arte pubblica che ridefinisce i simboli del lusso e dello status attraverso l’ironia e la scala monumentale.
Roma continua il suo dialogo ininterrotto tra storia millenaria e i linguaggi dell’arte contemporanea, accogliendo in uno dei suoi affacci più celebri un’opera destinata a polarizzare lo sguardo e stimolare il dibattito. Da questa mattina, la Terrazza del Pincio ospita “Solitário”, la nuova installazione dell’artista portoghese di fama internazionale Joana Vasconcelos. L’opera, svelata ufficialmente alla presenza del Sindaco Roberto Gualtieri, dell’artista stessa e di Giancarlo Giammetti, si inserisce nel tessuto urbano non come semplice orpello decorativo, ma come elemento di rottura e connessione visiva, portando l’arte internazionale nel cuore pulsante della passeggiata romana per eccellenza. L’intervento, sostenuto fin dalle prime fasi dal Municipio Roma I Centro, segna un nuovo capitolo nella visione di una capitale che apre i suoi spazi storici alle sperimentazioni del presente.
Un anello nuziale tra estetica industriale e lusso domestico
L’impatto visivo di “Solitário” è immediato e gioca abilmente con il concetto di scala e contesto, sfidando le proporzioni classiche del panorama romano. La scultura riproduce la forma iconica di un anello di fidanzamento — il classico “solitario” — ma lo fa attraverso un assemblaggio di materiali che mescolano audacemente il mondo industriale con quello domestico del lusso. La struttura circolare dell’anello è composta da 110 cerchioni dorati d’auto, assemblati per creare una texture metallica e possente, sormontati da una spettacolare piramide rovesciata costituita da ben 1.450 bicchieri di cristallo.
Questa scelta materica non è casuale né puramente estetica: Vasconcelos propone un linguaggio visivo che è al tempo stesso monumentale e sofisticato, capace di catturare la luce del tramonto romano e restituirla frammentata in mille bagliori. L’opera suggerisce una rilettura contemporanea dei simboli di status, trasformando oggetti comuni (i cerchioni) e oggetti della tradizione (i cristalli) in un’icona del desiderio e della promessa nuziale. Il risultato è un cortocircuito visivo che invita l’osservatore a interrogarsi sulla trasformazione dei valori nella società odierna, sul consumismo e sulle narrazioni collettive legate al genere e all’identità femminile, temi cari alla poetica dell’artista.
Un progetto diffuso: il dialogo tra Pincio e Piazza Mignanelli
L’arrivo di “Solitário” al Pincio non va letto come un evento isolato, ma come parte integrante di una visione curatoriale più ampia che vede la stretta collaborazione tra il Municipio Roma I Centro, Roma Capitale e la Fondazione Valentino Garavani e Giancarlo Giammetti. L’obiettivo condiviso è costruire un vero e proprio percorso culturale che promuova la democratizzazione dell’arte e la rigenerazione urbana attraverso installazioni accessibili a tutti, gratuitamente, negli spazi aperti della città.
In questa ottica di “museo diffuso”, l’installazione del Pincio dialoga a distanza con un’altra opera significativa dell’artista, “I’ll Be Your Mirror”, posizionata nella non lontana Piazza Mignanelli. Le due sculture diventano così presenze complementari nel tessuto architettonico della città: interventi mirati che mettono in relazione l’arte pubblica con l’identità profonda e la memoria urbana di Roma. Si crea così un ponte ideale tra la dimensione storica della città eterna e le espressioni artistiche del presente, offrendo a turisti e cittadini una nuova chiave di lettura per attraversare il centro storico.
L’arte come motore di inclusione e nuova identità urbana
L’iniziativa sottolinea la ferma volontà delle istituzioni di rendere la cultura un elemento vivo, quotidiano e non elitario. Come evidenziato dalle dichiarazioni istituzionali, “Solitário” non vuole essere solo un’opera spettacolare da ammirare passivamente, ma un invito alla riflessione collettiva e alla partecipazione attiva. Riportare l’arte al centro della vita urbana significa restituirla alla cittadinanza, trasformando piazze e terrazze in luoghi di incontro e confronto.
Il valore dell’operazione risiede proprio nella capacità di generare curiosità e nuove visioni in luoghi iconici che rischiano talvolta la museificazione. La collaborazione siglata con la Fondazione Valentino Garavani e Giancarlo Giammetti conferma quanto la sinergia tra pubblico e privato possa essere un motore potente di inclusione e rigenerazione. L’opera al Pincio dimostra come arte e comunità possano incontrarsi generando bellezza, trasformando la percezione dello spazio pubblico ed evolvendo verso una città che vive la cultura come esperienza condivisa. Con questo intervento, il Centro Storico di Roma rafforza la propria identità non solo come custode del passato, ma come laboratorio attivo di nuove forme di espressione urbana.
