- Cosa: “Ubi Maior”, un dramma familiare contemporaneo scritto da Franco Bertini.
- Dove e Quando: Teatro Sala Umberto, Roma – Dal 25 al 30 novembre 2025.
- Perché: Il debutto teatrale di Leo Gassmann accanto alla madre Sabrina Knaflitz in un thriller emotivo sulle scelte morali.
Cosa siamo disposti a sacrificare per proteggere chi amiamo? E cosa succede quando i nostri valori incrollabili si scontrano con la dura realtà della sopravvivenza? Sono queste le domande che pulsano al centro di Ubi Maior, il nuovo spettacolo in scena al Teatro Sala Umberto che segna un momento importante per il teatro italiano contemporaneo: il debutto sul palcoscenico di Leo Gassmann. Diretto da Enrico Maria Lamanna, questo dramma familiare ad alta tensione trasforma il palcoscenico in un ring dove non si combatte con i fioretti, ma con le parole, i silenzi e i segreti inconfessabili.
La pièce, scritta da Franco Bertini, ci porta dentro le mura di una famiglia apparentemente normale, ma pronta a esplodere. Al centro della vicenda c’è Tito, un ventenne che sembra aver capito tutto della vita. Campione olimpico di scherma, Tito è l’incarnazione della disciplina, della lealtà e del successo pulito. La sua esistenza è una linea retta fatta di allenamenti, podi e principi morali ferrei. Ma la vita, quella vera, non segue le regole dello sport. Un messaggio inaspettato del padre lo richiama a casa, interrompendo la sua ascesa luminosa e gettandolo in un’ombra che non aveva mai previsto.
Il crollo degli eroi e il peso della scelta
Quando Tito rientra nel nido familiare, non trova l’accoglienza calorosa che si aspettava, ma un campo di battaglia. I suoi genitori, che per anni sono stati i suoi fari, si rivelano improvvisamente sconosciuti, fragili, forse addirittura colpevoli. Il padre è sull’orlo di una crisi di nervi, schiacciato da un peso che non riesce più a reggere; la madre custodisce un segreto che potrebbe distruggere tutto ciò che hanno costruito. In questo scenario si inserisce anche una figura oscura, un personaggio dall’impronta criminale che rappresenta la minaccia esterna, il “male” che bussa alla porta.
Il cuore drammaturgico dello spettacolo risiede nel dilemma di Tito. Per la prima volta, l’eroe sportivo è costretto a diventare un uomo nel senso più complesso del termine. Non ci sono arbitri a fischiare l’irregolarità, non ci sono medaglie per il fair play. Per salvare la sua famiglia, il giovane campione deve decidere se restare fedele ai suoi principi morali – quelli che lo hanno reso un idolo – o infrangere le sue stesse regole per un bene “superiore”. Qui il titolo Ubi Maior (minor cessat) assume un significato sinistro e potente: di fronte a una necessità schiacciante, la morale ordinaria deve cedere il passo? E se sì, a quale prezzo per la propria anima?.
Una famiglia reale per una finzione scenica
Uno degli elementi di maggior interesse di questa produzione è la scelta del cast, che gioca sapientemente con la realtà. Leo Gassmann, al suo esordio come attore di prosa, divide la scena con Sabrina Knaflitz, sua madre anche nella vita reale. Questa sovrapposizione tra realtà e finzione aggiunge un livello di intensità palpabile alle dinamiche sceniche. Vederli interpretare madre e figlio, sviscerando conflitti, incomprensioni e legami di sangue, crea un cortocircuito emotivo che arriva dritto allo spettatore. Accanto a loro, il cast si arricchisce delle interpretazioni di Barbara Begala e Matteo Taranto, che completano questo quadro familiare disfunzionale.
Le note di regia di Enrico Maria Lamanna sottolineano come il testo di Bertini offra una scrittura incisiva e appassionata, capace di muoversi tra la provocazione e il coinvolgimento emotivo. Non è un dramma statico; è un racconto che alterna momenti di altissima tensione a spunti di amara ironia. I personaggi vengono spogliati delle loro maschere sociali fino a rimanere “nudi e crudi”, costretti a guardarsi allo specchio e a riconoscere il marcio che si nasconde sotto la superficie della rispettabilità borghese.
Una regia cinematografica tra luci e ombre
Lamanna costruisce intorno agli attori una scatola scenica che respira con loro. Lontano dal realismo didascalico, la messa in scena si avvale di un linguaggio visivo quasi cinematografico. Il disegno luci, curato da Pietro Sperduti, gioca con dissolvenze e tagli netti che isolano i protagonisti nei loro momenti di solitudine o li schiacciano sotto il peso delle rivelazioni. La colonna sonora, con musiche originali di Adriano Pennino, non è un semplice accompagnamento ma un amplificatore emotivo, che sottolinea i battiti accelerati di questo thriller dell’anima.
Ubi Maior non è solo la storia di una famiglia in crisi, ma una riflessione generazionale. Racconta il momento in cui un figlio smette di guardare i genitori dal basso verso l’alto e inizia a vederli per quello che sono: esseri umani fallibili. Tito scopre un lato di sé che non immaginava, un’oscurità che forse eredita proprio da chi lo ha generato. In un’epoca in cui l’immagine pubblica è tutto, lo spettacolo ci ricorda che le vere battaglie si combattono nel privato, dove non ci sono telecamere a riprenderci, ma solo la nostra coscienza a giudicarci.
Info utili
- Titolo: Ubi Maior
- Date: Dal 25 al 30 novembre 2025
- Orari: Martedì, Mercoledì, Venerdì ore 20:30; Giovedì ore 19:00; Sabato e Domenica ore 16:00
- Luogo: Teatro Sala Umberto, Via della Mercede 50, Roma
- Regia: Enrico Maria Lamanna
- Cast: Leo Gassmann, Sabrina Knaflitz, Barbara Begala, Matteo Taranto
- Prezzi: Biglietti a partire da 18,00 €
