- Cosa: Una nuova stagione espositiva che spazia dall’omaggio a Carlo Maratti ai documenti rari del Monte di Pietà, fino all’apertura del Caveau storico.
- Dove e Quando: Roma, Palazzo Cipolla e Palazzo Sciarra Colonna. Inaugurazione stagione dal 21 novembre 2025.
- Perché: Un’occasione unica per esplorare spazi mai visti prima, come l’antica cassaforte bancaria, e ammirare capolavori recuperati che dialogano con il contemporaneo.
Il panorama culturale della Capitale si arricchisce di un nuovo, fondamentale capitolo con l’inaugurazione della stagione 2025-2026 del Museo del Corso – Polo museale. A un anno esatto dalla sua nascita, l’istituzione promossa dalla Fondazione Roma consolida la sua ambiziosa missione: unire fisicamente e idealmente due edifici simbolo della città, Palazzo Cipolla e Palazzo Sciarra Colonna, trasformandoli in un distretto dell’arte diffuso lungo via del Corso. Non si tratta semplicemente di una serie di mostre, ma di un progetto organico che intende ricucire il tessuto storico della città con le esigenze della fruizione contemporanea, offrendo al pubblico un dialogo continuo tra memoria, innovazione e accessibilità.
Il programma svelato dalla Fondazione Roma è una dichiarazione d’intenti che punta a valorizzare un patrimonio vastissimo, spesso celato agli occhi del grande pubblico. Attraverso prestiti internazionali di altissimo profilo e la riapertura di spazi architettonici rimasti a lungo inaccessibili, il Polo museale si propone come un luogo di incontro inclusivo. L’obiettivo dichiarato è quello di costruire ponti tra epoche diverse, dimostrando come la tradizione barocca possa conversare con le avanguardie del Novecento e come antichi documenti d’archivio possano svelare narrazioni ancora incredibilmente attuali sulla società e sull’arte.
Il trionfo del Barocco e la collezione storica
Il cuore pulsante della nuova offerta culturale a Palazzo Sciarra Colonna è senza dubbio la mostra Omaggio a Carlo Maratti, allestita per celebrare il quarto centenario della nascita del maestro marchigiano. Maratti, figura centrale della scena artistica romana tra il XVII e il XVIII secolo, raccolse l’eredità pesante di giganti come Pietro da Cortona e Gian Lorenzo Bernini, riuscendo a elaborare una sintesi originale che traghettò il Barocco verso il Classicismo. L’esposizione, curata con rigore scientifico, si articola in sezioni che esplorano i temi dell’Arcadia, della pittura sacra e della ritrattistica, offrendo una panoramica completa sulla produzione di un artista che influenzò intere generazioni. Fiore all’occhiello dell’evento è la recente acquisizione del dipinto Ritratto di Gaspare Marcaccioni: un’opera di straordinaria fattura il cui ritorno in Italia segna un momento significativo per il recupero del patrimonio artistico nazionale, arricchendo ulteriormente le collezioni della Fondazione.
Parallelamente alle mostre temporanee, i visitatori potranno riscoprire la magnificenza della Collezione permanente, riallestita nelle sale storiche del piano nobile di Palazzo Sciarra. Questo percorso espositivo rinnovato è un viaggio attraverso quattro secoli di storia dell’arte, dal Quattrocento al Settecento, che restituisce l’atmosfera di una delle più importanti raccolte romane. Non solo pittura, ma un’esperienza immersiva tra sculture, arredi d’epoca, arazzi preziosi, corami e una vasta collezione numismatica. Ogni oggetto è testimone del gusto e della potenza delle grandi famiglie romane, ricollocato in un contesto che ne esalta la bellezza e la funzione originaria, permettendo al pubblico di comprendere l’evoluzione del gusto e del collezionismo nella Città Eterna.
I tesori nascosti del Monte di Pietà
Un’operazione culturale di grande raffinatezza intellettuale è rappresentata dalla mostra De arte pingendi, ospitata presso l’Archivio storico della Fondazione. L’ispirazione nasce da un accostamento audace suggerito da Salvador Dalí nella sua opera 50 segreti magici per dipingere, dove il genio surrealista metteva a confronto i maestri del Rinascimento con la modernità. Partendo da questa suggestione, l’esposizione indaga il ruolo inedito del Monte di Pietà non solo come istituzione finanziaria, ma come custode e promotore delle arti. Attraverso documenti d’archivio, si svela come le committenze del Monte abbiano plasmato un’iconografia specifica, intrecciando temi religiosi, morali ed estetici che hanno guidato la sua missione secolare di assistenza e pietà.
Il percorso è impreziosito da prestiti che raramente lasciano le loro sedi di conservazione, trasformando la mostra in un evento per bibliofili e appassionati di storia dell’arte. Tra i pezzi esposti spiccano il Trattato della pittura di Leonardo da Vinci, proveniente dalla Biblioteca Apostolica Vaticana, e la celebre lettera indirizzata a Papa Leone X scritta da Raffaello Sanzio con il supporto di Baldassarre Castiglione. Questi documenti, fondamentali per la teoria dell’arte occidentale, dialogano direttamente con i materiali dei fondi archivistici del Monte di Pietà e della Cassa di Risparmio di Roma. Ne emerge un affresco vivido della Roma rinascimentale e barocca, dove l’amministrazione economica e la produzione artistica erano indissolubilmente legate.
Dal caveau blindato al genio di Dalí
La vera sorpresa architettonica della stagione è l’apertura al pubblico del caveau di Palazzo Cipolla. Quello che un tempo era il cuore inaccessibile e blindato dell’antica Cassa di Risparmio, la “cassaforte” dei risparmi romani, è stato ripensato come uno spazio espositivo di grande suggestione. La struttura ottagonale, con le sue pareti verticali che narrano storie bibliche, mantiene la sua aura di sacralità e protezione, ma cambia destinazione d’uso: da deposito di denaro a scrigno di cultura. Il caveau diventa così una metafora potente della memoria: un luogo che conserva tesori dipinti, organizzati per temi che spaziano dal sacro al paesaggio, trasformando l’idea di “riserva aurea” in quella di patrimonio culturale condiviso e accessibile a tutti.
Questa discesa nelle profondità della storia dialoga, per contrasto e affinità, con la grande mostra ancora in corso al piano terra: Dalí. Rivoluzione e Tradizione. L’esposizione, che prosegue fino a febbraio 2026, porta a Roma oltre sessanta opere che indagano il rapporto del maestro catalano con il passato. La presenza di Dalí nello stesso edificio del nuovo caveau e delle collezioni storiche chiude il cerchio concettuale della stagione: un confronto serrato tra antico e moderno, dove la rivoluzione surrealista si nutre della tradizione classica, e gli spazi istituzionali si aprono a nuove interpretazioni. Con laboratori didattici e visite guidate, il Polo museale si conferma così un organismo vivo, capace di attrarre un pubblico eterogeneo e di stimolare una riflessione profonda sull’identità culturale europea.
Info utili
- Mostra “Omaggio a Carlo Maratti”: Palazzo Sciarra Colonna, dal 21 novembre 2025 al 12 aprile 2026.
- Mostra “Dalí. Rivoluzione e Tradizione”: Palazzo Cipolla, visitabile fino al 1° febbraio 2026.
- Orari di apertura: Accessibili dal mercoledì alla domenica.
- Modalità di accesso: Le mostre temporanee (Maratti e Archivio), l’Archivio storico e la Collezione permanente sono visitabili gratuitamente previa prenotazione sul sito ufficiale.
- Visite speciali: Ogni prima domenica del mese riprendono le visite agli Appartamenti del Cardinale.
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(Foto: Maratti Carlo, Ritratto di Gaspare Marcaccioni, Collezione Fondazione Roma)

