- Cosa: Un progetto editoriale e una mostra a cielo aperto che narrano la vita nel più grande polo penitenziario d’Italia.
- Dove e Quando: Roma, piazzale della Metro B Rebibbia e Casa del Municipio IV, dal 28 novembre al 18 dicembre 2025.
- Perché: Per costruire un ponte tra “dentro e fuori” attraverso le storie dei detenuti e di artisti contemporanei in occasione del Giubileo.
Rebibbia non è solo un nome sulla mappa della metropolitana romana, né semplicemente un istituto di pena. È una vera e propria città nella città, un quartiere nel quartiere con le sue regole, i suoi ritmi e la sua popolazione di oltre duemila persone che ogni giorno vi si svegliano, lavorano e vivono. In occasione del Giubileo dei Detenuti, fissato per il 14 dicembre 2025, questa realtà complessa diventa protagonista di una narrazione inedita grazie a Hyperlocal. La piattaforma editoriale, nota per esplorare le comunità e le scene culturali dei quartieri urbani globali, ha scelto di dedicare il suo nuovo progetto proprio al polo penitenziario romano, trasformando l’indagine sociologica in arte pubblica e testimonianza diretta.
Il progetto si propone di abbattere, almeno metaforicamente, le mura di cinta che separano la via Tiburtina dalle celle, offrendo uno sguardo profondo su un ecosistema spesso invisibile agli occhi dei cittadini “liberi”. Attraverso un mix di fotografia, scrittura e documenti d’archivio, l’iniziativa non si limita a osservare da fuori, ma entra nel cuore pulsante del Nuovo Complesso, coinvolgendo direttamente chi quella realtà la vive sulla propria pelle. È un tentativo audace di ricucire lo strappo tra il tessuto urbano e l’istituzione totale, utilizzando la cultura come strumento di dialogo e comprensione reciproca in un anno fortemente simbolico per la Capitale.
Un mondo alla rovescia: la redazione partecipata
Il cuore pulsante di Hyperlocal Rebibbia risiede nella sua genesi collaborativa. Non si tratta di un racconto calato dall’alto, ma del frutto di un lavoro svolto all’interno del Nuovo Complesso insieme a un gruppo di diciassette detenuti. Per due mesi, questi uomini sono diventati parte integrante della redazione, lavorando fianco a fianco con professionisti della comunicazione per narrare quello che viene definito un “Mondo alla rovescia”. Le dinamiche interne al carcere, infatti, appaiono spesso speculari a quelle esterne: tanto simili nelle esigenze umane fondamentali, quanto diametralmente opposte nelle regole che le governano. Questa diversità nella somiglianza genera continui cortocircuiti emotivi e intellettuali, imponendo riflessioni necessarie sulla natura della pena e sul concetto di comunità.
Il risultato di questo laboratorio è un numero speciale del Magazine Hyperlocal, che verrà distribuito all’interno del carcere proprio nell’area verde che costeggia la Porta Santa, aperta da Papa Francesco. Tuttavia, la narrazione si arricchisce dei contributi di firme prestigiose del panorama culturale italiano. Scrittori e giornalisti come Christian Raimo, Graziano Graziani, Elisa Cuter e molti altri hanno prestato la loro penna per raccontare le infinite storie che hanno attraversato il penitenziario. A questi testi si affiancano le immagini potenti di fotografi contemporanei come Guido Gazzilli e Stefano Lemon, creando un mosaico polifonico che restituisce dignità e complessità a un luogo troppo spesso appiattito sugli stereotipi della cronaca nera.
Una mostra a cielo aperto sulla Tiburtina
Per rendere fruibile questo patrimonio di storie anche alla cittadinanza, il progetto esce fisicamente dalle mura del carcere per occupare lo spazio pubblico. Lo slargo antistante la fermata della Metro B Rebibbia si trasforma in una galleria d’arte urbana temporanea. I contenuti del magazine sono stati declinati in 120 poster affissi su 20 tabelle metalliche, creando un percorso visivo che accompagna i pendolari e gli abitanti del quartiere. Questa scelta logistica non è casuale: quel tratto di via Tiburtina è quotidianamente affollato da migliaia di persone che sfiorano il perimetro del carcere senza mai entrarvi in contatto. La mostra costruisce un ponte visivo, costringendo il passante a fermarsi, a leggere e a guardare negli occhi una realtà che si trova solo a pochi metri di distanza.
Oltre alla produzione contemporanea, l’installazione e il magazine attingono a un prezioso archivio storico. Il progetto visivo include documenti che raccontano l’evoluzione del carcere negli anni: dai disegni dell’architetto Sergio Lenci, che progettò la struttura, agli scatti storici di Tano D’Amico e Angelo Turetta. Non mancano i riferimenti al cinema e al teatro che hanno trovato casa a Rebibbia, come le foto di scena del film “Cesare deve morire” dei fratelli Taviani o le testimonianze delle compagnie teatrali che operano all’interno. Particolarmente toccante è il recupero della corrispondenza originale di Fernanda Farias De Albuquerque, la detenuta transessuale la cui storia ha ispirato la celebre canzone di Fabrizio De André e il romanzo “Princesa”, simbolo di come la sofferenza possa trasformarsi in arte immortale.
Gli incontri alla Casa del Municipio IV
L’esperienza di Hyperlocal Rebibbia non si esaurisce con l’esposizione statica, ma si articola in momenti di incontro e dibattito pensati per approfondire le tematiche sollevate dal progetto. La Casa del Municipio Roma IV “Ipazia di Alessandria”, situata in Viale Rousseau, diventa il palcoscenico per una serie di appuntamenti pomeridiani aperti al pubblico. Queste occasioni sono fondamentali per dare voce ai protagonisti e per proiettare i materiali video realizzati, come il lavoro del regista Alain Parroni che indaga il rapporto osmotico e talvolta conflittuale tra i detenuti e il quartiere circostante.
Gli appuntamenti, previsti per il 4 e l’11 dicembre, vedranno la partecipazione degli autori, dei fotografi e degli illustratori che hanno contribuito alla realizzazione del magazine. Saranno momenti di confronto in cui la presentazione del volume diventerà pretesto per talk tematici sulla condizione carceraria, sull’arte come strumento di riabilitazione e sul ruolo dell’urbanistica sociale. In un momento storico in cui il tema delle carceri è di stringente attualità, iniziative come questa dimostrano come la cultura possa essere un veicolo privilegiato per l’inclusione, trasformando un “non-luogo” di reclusione in uno spazio di produzione creativa e di scambio umano.
Info utili
- Mostra a cielo aperto: Slargo antistante fermata Metro B Rebibbia.
- Periodo: Dal 28 novembre al 18 dicembre 2025.
- Eventi e Talk: Casa del Municipio Roma IV “Ipazia di Alessandria” (Viale Rousseau 90).
- Date Eventi: Inaugurazione 29 novembre (11:30); Talk 4 e 11 dicembre (18:30).
- Ingresso: Libero.
- Come arrivare (Mostra): Metro B (fermata Rebibbia), Bus 163, 311, 404.
- Come arrivare (Eventi): Bus 66, 311, 341.
