Nel suggestivo contesto del TeatroBasilica, si alza il sipario per un’opera che fonde tradizione e attualità in un’intrigante messa in scena. “Arlecchino servitore del Prodotto Interno Lordo”, diretto e scritto da Filippo Renda per Il Teatro delle Donne, promette di essere un evento imperdibile per gli amanti del teatro e della riflessione sociale. Questo spettacolo rappresenta il secondo testo della Trilogia del Desiderio, e si propone di utilizzare la storica maschera di Arlecchino per raccontare le dinamiche economiche e produttive del mondo moderno.
Arlecchino e il contrasto tra tradizione e modernità
L’opera di Filippo Renda si avvale di un immaginario caro alla commedia dell’arte, trasformandolo in un dispositivo critico attraverso il quale si analizzano con precisione le contraddizioni contemporanee. Il protagonista, Arlecchino, storicamente conosciuto per la sua furbizia e vivacità, viene catapultato in un mondo odierno dominato dalle logiche del consumo e dalla produttività. La maschera tradizionale diventa strumento di denuncia e ironia, prospettando scenari in cui il corpo e il desiderio umano si scontrano con le macchine e il mercato. Questa fusione scenica crea un luogo di attrito che intriga e provoca riflessioni, facendo emergere l’antico impulso alla libertà in contrasto con le moderne “gabbie invisibili”.
Con un cast composto da Filippo Renda, Antonio Fazzini, Margherita Galli e Vieri Raddi, lo spettacolo si avvale delle luci di Laura De Bernardis e dell’audio di Brando Nencini. “Arlecchino servitore del Prodotto Interno Lordo” si propone come un’esperienza teatrale che non solo intrattiene ma invita il pubblico a una profonda riflessione riguardo alla subordinazione al lavoro e al consumo.
La fabula di Arlecchino: una critica al sistema
La sinossi dello spettacolo ci presenta una favola feroce, centrata sul concetto di servitù volontaria al capitale. Arlecchino, reinventato come operaio nel complesso mondo del PIL, si trova immerso in un contesto in cui persino l’anima umana è vista come una merce. Ambientato nei magazzini di una notissima multinazionale dello shopping online, il protagonista lavora incessantemente, controllato negli spostamenti da applicativi sul proprio smartphone.
Il racconto teatrale si concentra sull’incapacità del sistema sociale di riconoscere i pericoli derivanti dalla progressiva sostituzione dell’unità di spazio con quella di tempo. Il dramma sottolinea l’erosione dei luoghi di condivisione sociale, che vengono demonizzati e sostituiti da un continuo correre verso produttività temporale. Il risultato è una rappresentazione che, seppur immersa nell’ironia e nella maschera, riesce a porre domande cruciali sulla nostra società.
Il TeatroBasilica: cuore pulsante della scena romana
A ospitare questa rappresentazione è il TeatroBasilica, un autorevole punto di riferimento culturale della città di Roma. Diretto dall’attrice Daniela Giovanetti e dal regista Alessandro Di Murro, il teatro è noto per la sua programmazione innovativa che spazia tra tradizione e avanguardia. L’organizzazione è curata dal collettivo Gruppo della Creta, sotto la supervisione artistica di Antonio Calenda.
Situato in Piazza di Porta San Giovanni, il TeatroBasilica è facilmente accessibile e offre un ambiente accogliente per gli appassionati di teatro. La performance di “Arlecchino servitore del Prodotto Interno Lordo” è un’occasione unica per immergersi in un’esperienza teatrale arricchita da una profonda riflessione sociale e politica.
Info utili
Gli spettacoli si terranno il 25 ottobre 2025 alle ore 21:00 e il 26 ottobre 2025 alle ore 16:30 presso il TeatroBasilica, situato in Piazza di Porta San Giovanni 10, Roma. Per ulteriori informazioni, il teatro può essere contattato via email all’indirizzo info@teatrobasilica.com o telefonicamente al +39 392 9768519.
L’organizzazione dell’evento è a cura del Gruppo della Creta, con la supervisione artistica di Antonio Calenda. L’opera è parte della programmazione culturale che il TeatroBasilica si impegna a offrire, garantendo spettacoli di qualità che pongono al centro il dialogo tra artista e spettatore.
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