- Cosa: La mostra “La Grecia a Roma”, un percorso espositivo con oltre 150 capolavori originali greci.
- Dove e Quando: Musei Capitolini, Villa Caffarelli (Roma), dal 29 novembre 2025 al 12 aprile 2026.
- Perché: Un’occasione unica per vedere opere mai esposte prima e comprendere come l’incontro tra due civiltà abbia plasmato l’estetica occidentale.
Quando l’arte diventa il ponte tra due civiltà, la storia smette di essere un elenco di date per trasformarsi in un racconto vivo di estetica, potere e identità. Roma accoglie nuovamente la magnificenza dell’Ellade con l’attesissima mostra La Grecia a Roma, ospitata nella prestigiosa cornice di Villa Caffarelli. Dopo il successo dell’esposizione dedicata a Fidia, i Musei Capitolini inaugurano il secondo capitolo del ciclo I Grandi Maestri della Grecia Antica, offrendo al pubblico un viaggio immersivo attraverso secoli di contaminazioni culturali.
Curata da Eugenio La Rocca e Claudio Parisi Presicce, l’esposizione non è una semplice rassegna di reperti, ma una narrazione potente che esplora come le opere greche, giunte nella Città Eterna tramite commerci e conquiste, abbiano radicalmente ridefinito il volto dell’Urbe. Con oltre 150 capolavori — tra sculture, rilievi, bronzi e ceramiche — la mostra svela il processo di assimilazione che ha portato i romani a trasformare oggetti nati con funzioni votive in potenti simboli di status e prestigio politico.
Dall’incontro alla conquista del Mediterraneo
Il percorso espositivo si apre indagando i primordi di questa relazione millenaria. La sezione iniziale, Roma incontra la Grecia, ci riporta indietro fino all’VIII secolo a.C., quando il Tevere divenne il canale preferenziale per l’arrivo di raffinati manufatti ceramici. È affascinante osservare come, ben prima dell’espansione militare, Roma fosse già permeabile al fascino greco, importando oggetti destinati a santuari e corredi funerari aristocratici. Tra i pezzi esposti, spiccano i frammenti ceramici dall’Eubea rinvenuti nell’Area Sacra di Sant’Omobono e il ricco corredo del “Gruppo 125” scoperto sull’Esquilino.
Tuttavia, il tono del dialogo cambia drasticamente con l’avvento della potenza militare romana. La sezione Roma conquista la Grecia documenta il momento in cui l’ammirazione si tinge di dominio. Con la sottomissione del Mediterraneo orientale nel II secolo a.C., l’Urbe viene inondata di statue e dipinti che arrivano come bottino di guerra. Questi oggetti non solo abbelliscono la città, ma ne riscrivono la grammatica visiva. Emblematico è il celebre cratere in bronzo con dedica del re Mitridate Eupator, un capolavoro recuperato dai fondali di Anzio che testimonia la grandiosità delle opere che attraversarono il mare per giungere nelle mani dei nuovi padroni del mondo.
La rivoluzione degli spazi: il collezionismo e gli Horti
Uno degli aspetti più intriganti della mostra è l’analisi di come l’arte greca abbia modificato gli spazi di vita romani, sia pubblici che privati. Nella sezione La Grecia conquista Roma — un chiaro rimando al celebre verso di Orazio — assistiamo all’integrazione definitiva. Le opere greche vengono rifunzionalizzate: i monumenti celebrativi dei sovrani ellenistici diventano simboli del potere imperiale romano, trovando casa in complessi monumentali come il Templum Pacis, vero e proprio museo a cielo aperto voluto da Vespasiano.
Parallelamente, l’esposizione ci guida nell’intimità delle dimore aristocratiche. La passione per il collezionismo trasformò le residenze dell’élite e i grandi giardini urbani, gli horti, in santuari della bellezza. Villa Caffarelli offre l’opportunità eccezionale di ammirare riuniti i capolavori che un tempo ornavano gli Horti Sallustiani, tra cui le drammatiche sculture dei Niobidi, disperse per secoli tra Roma e Copenaghen e ora ricongiunte. Di straordinario impatto è anche il ritorno di una scultura acroteriale femminile della collezione Al Thani di Parigi, che mancava da Roma dal Seicento. Questi accostamenti permettono al visitatore di comprendere come l’arte greca fosse diventata, per i romani, un irrinunciabile strumento di autorappresentazione culturale.
L’eredità artistica e la nascita del gusto neoattico
L’ultima parte del percorso, Artisti greci al servizio di Roma, illustra la fase matura di questo rapporto, quando la domanda di opere d’arte divenne tale da incentivare l’immigrazione di scultori greci nell’Urbe e la nascita di botteghe specializzate. Non si trattava più solo di copiare, ma di rielaborare: nasce così l’arte neoattica. Gli artigiani creavano oggetti d’arredo di lusso, come fontane e statue decorative, rispondendo al gusto eclettico della committenza romana. Un esempio magnifico è la fontana monumentale a forma di corno potorio (rhyton) firmata dall’artista Pontios.
L’allestimento non si limita alla staticità degli oggetti. Un apparato multimediale all’avanguardia accompagna i visitatori, permettendo di visualizzare i contesti originali delle opere attraverso ricostruzioni architettoniche e proiezioni sincronizzate. Questo approccio integrato, che unisce l’archeologia tradizionale alle tecnologie digitali, restituisce pienezza a frammenti di storia, mostrando come il profondo sentimento religioso dell’arte classica si sia evoluto, a Roma, in una celebrazione della pura qualità estetica.
Info utili
- Titolo: La Grecia a Roma
- Sede: Musei Capitolini, Villa Caffarelli, Roma
- Date: Dal 29 novembre 2025 al 12 aprile 2026
- Biglietti: Consultare il sito ufficiale dei Musei Capitolini per tariffe e riduzioni.
- Organizzazione: Roma Capitale, Assessorato alla Cultura – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, Zètema Progetto Cultura.
