- Cosa: La mostra personale “Bagliori nella selva” e l’ingresso dell’artista nella collezione permanente.
- Dove e Quando: Galleria La Nuvola, Via Margutta 41, Roma. Dal 1 al 6 dicembre 2025.
- Perché: Un viaggio tra incisioni e taccuini che unisce la maestria tecnica alla psicologia del profondo.
Nel cuore pulsante della capitale, dove la storia dell’arte si è stratificata decennio dopo decennio, si rinnova il rito del passaggio simbolico e del riconoscimento artistico. Via Margutta, da sempre arteria vitale per la creatività romana fuori dai circuiti prettamente istituzionali, torna a essere teatro di un evento di rilievo culturale. L’occasione è l’ingresso ufficiale di Andrea Lelario nella collezione permanente della storica Galleria La Nuvola, un’acquisizione che non rappresenta solo un traguardo formale, ma la volontà precisa di custodire e valorizzare una ricerca estetica che ha saputo delineare nuove traiettorie di rigore e coerenza.
Dal 1° dicembre 2025, le opere di Lelario troveranno casa accanto ai giganti che hanno segnato il Novecento italiano. Il suo nome si affianca ora a maestri del calibro di Mario Schifano, Afro Basaldella, Sergio Lombardo e Mario Ceroli, sancendo una continuità ideale tra la grande tradizione della Scuola di Piazza del Popolo e le nuove istanze del contemporaneo. Questo passaggio avviene a breve distanza da un altro importante riconoscimento istituzionale: l’inserimento del lavoro dell’artista nella collezione della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea (GNAMC) di Roma.
Un dialogo tra tecnica e meditazione
L’esposizione Bagliori nella selva, a cura di Alice Falsaperla con l’intervento critico di Antonella Sbrilli, è stata concepita come una settimana interamente dedicata all’approfondimento della poetica di Lelario. Al centro della mostra vi è un nucleo articolato di lavori che spazia dalle incisioni alle matrici su rame, fino a toccare il vertice intimo della sua produzione: i celebri taccuini su carta. È proprio in questi spazi ridotti, veri e propri luoghi di meditazione e annotazione, che l’artista condensa frammenti figurativi in microcosmi densi e misurati.
La tecnica di Lelario si rivela come un vocabolario visivo estremamente raffinato. L’uso della penna micron 0.3 su cartoncino, unito alla sapienza delle fotoincisioni e delle grafiti fuori scala, costruisce un linguaggio dove il segno viene definito e ripetuto ossessivamente. Non si tratta di semplice virtuosismo, ma di un dispositivo di esplorazione: ciò che all’occhio distratto potrebbe apparire come un fitto groviglio di forme, si rivela a uno sguardo più attento come un sistema protettivo, un tessuto emblematico che custodisce il rapporto sacro con la propria interiorità. La precisione del tratto diventa quindi uno strumento per ordinare il caos, per dare forma a ciò che altrimenti rimarrebbe inafferrabile.
La selva della coscienza e gli echi di Dürer
Il titolo della mostra evoca immediatamente l’archetipo della selva, intesa non solo come luogo fisico ma come spazio della coscienza. In questo scenario fitto e inquieto, Lelario inserisce i suoi “bagliori”: scintille che irradiano significati dai recessi più remoti dell’immaginario. L’artista rende un esplicito omaggio a Dürer, recuperando il legame con l’antico e con il mito, ma rileggendolo attraverso una sensibilità moderna che trasforma le citazioni iconografiche in cesure dotte ed echi dell’essere.
Il percorso espositivo suggerisce un parallelismo affascinante tra il viaggio geografico e quello psichico. Gli studi junghiani si intrecciano alle suggestioni dei paesaggi del Grand Tour, creando un cortocircuito temporale dove la memoria collettiva si fonde con quella personale. L’esotismo presente nelle opere non è decorativo, ma diventa un rebus simbolico, un linguaggio di significati capace di indagare i lembi più nascosti della nostra esistenza. Lelario ci guida così in una selva che, seppur intricata, è illuminata dalla consapevolezza del segno, trasformando l’atto del guardare in un momento di introspezione profonda.
Via Margutta come palcoscenico delle arti
La scelta della location non è casuale. La Galleria La Nuvola si conferma punto di riferimento per l’arte che conta, ponte tra la storia del Gruppo Forma 1, l’Arte Povera e le nuove proposte contemporanee. L’evento, che gode del Patrocinio di Roma Capitale, dell’Accademia di Belle Arti di Roma e dell’AAIE Center for Contemporary Art, trasforma la galleria in un palcoscenico delle arti dove il fruitore è invitato a perdersi per poi ritrovarsi.
L’ingresso di Lelario in questo tempio laico dell’arte romana sottolinea come la ricerca artistica contemporanea, quando sostenuta da una tecnica solida e da un pensiero profondo, possa dialogare alla pari con i maestri del passato. In un’epoca di immagini veloci e volatili, i “taccuini” e le incisioni di Lelario ci costringono a rallentare, a osservare il dettaglio, a cercare quei bagliori che illuminano la nostra personale selva interiore. È un invito a riscoprire il valore del tempo e della sedimentazione, elementi essenziali per comprendere non solo l’arte, ma anche noi stessi.
Info utili
- Titolo Mostra: Bagliori nella selva
- Artista: Andrea Lelario
- Curatela: Alice Falsaperla
- Indirizzo: Galleria La Nuvola, Via Margutta 41, 00187 Roma
- Date al pubblico: Dal 1 dicembre al 6 dicembre 2025
- Opening: 1 dicembre, ore 18:00 – 21:00
- Contatti: 06 98181389
