- Cosa: Samar – folie à la sicilienne, uno spettacolo di teatro musicale partecipativo di Giovanni Alfieri e Sergio Beercock.
- Dove e Quando: Fortezza Est (Tor Pignattara), dal 4 al 6 dicembre 2025.
- Perché: Un’esperienza immersiva che unisce elettronica, canti tradizionali e convivialità, trasformando il pubblico in una comunità temporanea tra pane, vino e racconti notturni.
Quando il teatro smette di essere solo rappresentazione e diventa un rito tangibile, si apre uno spazio liminale in cui lo spettatore cessa di essere un osservatore passivo. È questa la premessa fondamentale che accoglie il pubblico a Fortezza Est, nel cuore pulsante di Tor Pignattara, per il debutto di Samar – folie à la sicilienne. Ideato da La Mandria e prodotto da Babel, questo progetto non si limita a occupare un palcoscenico, ma trasforma la sala in un luogo di veglia e celebrazione.
Al centro dell’operazione artistica ci sono Giovanni Alfieri e Sergio Beercock, autori e performer che hanno recuperato canti, rime e testi per costruire un’architettura drammaturgica che sfida le convenzioni. Samar è, prima di tutto, un esperimento sociale radicato nel suono, un tentativo poetico e politico di ricucire strappi comunitari attraverso la condivisione fisica e spirituale dello spazio scenico. In un’epoca dominata dalla velocità e dalla disconnessione, questo lavoro invita a fermarsi, a guardarsi negli occhi e a riscoprire il valore curativo del tempo condiviso.
La notte come spazio di narrazione e condivisione
Il titolo stesso dello spettacolo funge da bussola per orientarsi in questa esperienza. Derivante dal termine arabo samār, la parola evoca specificamente la chiacchiera notturna, quella narrazione che si protrae nel buio fino alle prime luci dell’alba. È un concetto antico, mediterraneo, che rimanda a un tempo in cui le storie non venivano consumate, ma vissute collettivamente attorno a un fuoco o a una tavola. Ed è proprio intorno a una tavola che si consuma il rito teatrale proposto a Fortezza Est.
L’atmosfera è quella di una veglia performativa. Il buio non è assenza, ma contenitore di voci. Due “compàri” accolgono i convitati offrendo pane e vino, elementi archetipici che trascendono la loro natura alimentare per diventare piccoli sacramenti laici. Questi gesti semplici, quasi liturgici, servono a sigillare un patto: per la durata della notte, o forse per sempre, estranei diventano complici. Tra un brindisi e l’evocazione di un temporale improvviso, la drammaturgia si srotola attraverso figure mitiche e popolari: antichi fools mediterranei, echi dell’Orlando Furioso, canti di galera e parodie religiose si intrecciano in un flusso continuo che celebra, con una nota di malinconia, il lutto delle tradizioni perdute.
Un duello sonoro tra arcaico e contemporaneo
La componente sonora è il vero sistema nervoso di Samar. Non si tratta di un semplice accompagnamento musicale, ma di un paesaggio immersivo che dialoga costantemente con l’azione scenica. In scena avviene un vero e proprio duello all’ultimo sangue, folle e ubriaco, tra diverse epoche e linguaggi. Da una parte troviamo la potenza evocativa degli strumenti tradizionali siciliani, come il tamburo a cornice, il friscaletto e il marranzano, che portano con sé il peso e la bellezza di una memoria secolare. Dall’altra, incombe un tessuto sonoro elettronico elaborato dal vivo, che destruttura e ricompone le melodie ancestrali in forme nuove.
Questa tensione si manifesta visivamente e sonoramente come una partita a briscola apocalittica tra un “pupo” tradizionale e un “puparo” contemporaneo. È una metafora potente del rapporto conflittuale con le radici: un eccesso di entusiasmo o di controllo che rischia di rompere il giocattolo della tradizione. Tuttavia, la voce dei performer riesce a tenere insieme questi frammenti, supportata anche dall’inserimento di registrazioni originali. Anni di interviste a uomini e donne del Sud irrompono nella performance, riportando alla luce memorie dimenticate e formule rituali che, grazie alla tecnologia, trovano una nuova vita nel presente, evitando il rischio della museificazione statica.
Il teatro come patto di comunità
Ciò che rende Samar – folie à la sicilienne un appuntamento imperdibile nella stagione teatrale romana è la sua natura intrinsecamente partecipativa. L’affermazione “Un popolo muore quando gli tagliate la lingua” risuona come un monito per tutta la durata dello spettacolo. La risposta a questa minaccia di estinzione culturale è l’azione collettiva. La narrazione non è un monolite immutabile, ma si rigenera ogni sera grazie all’apporto del pubblico.
Ogni spettatore è invitato a diventare parte attiva del rito, portando un frammento di sé: un gesto, un dono, un detto o un canto. In questo modo, il teatro recupera la sua funzione originaria di agorà, di luogo deputato alla costruzione dell’identità collettiva. Pane e vino non sono solo nutrimento per il corpo, ma strumenti di connessione che abbattono la quarta parete. In un contesto urbano come quello di Tor Pignattara, laboratorio multiculturale per eccellenza, Samar offre un modello di convivenza possibile, dove passato e futuro, oralità arcaica e innovazione tecnologica, attore e spettatore, si fondono in un unico respiro notturno.
Info utili
- Biglietti: Unico 14,00€.
- Abbonamenti: 3 spettacoli 30€ / 5 spettacoli 45€ / 10 spettacoli 70€.
- Orario: Inizio spettacoli ore 20:30.
- Indirizzo: Fortezza Est, Via Francesco Laparelli 62, Roma (Tor Pignattara).
- Prenotazioni: Consigliata la prenotazione tramite i canali ufficiali del teatro o WhatsApp.
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