“Io che non vivo”, il cortometraggio diretto da Cristina Puccinelli, affronta un tema delicato e complesso: l’Alzheimer. Presentato nella sezione Onde Corte di Alice nella Città, il film esplora i vuoti di memoria e il dolore che accompagnano questa malattia. Interpretato dalla stessa Puccinelli e da un cast di attori di spessore, l’opera si avvale delle musiche di Federico De Robertis e della fotografia di Michele D’Attanasio, tra gli altri.
Un dramma personale e universale
Scritto e diretto da Cristina Puccinelli, “Io che non vivo” è un cortometraggio che nasce dall’esperienza personale della regista, la cui madre ha lottato con l’Alzheimer. La storia ruota attorno a Viviana, interpretata dalla stessa Puccinelli, un’attrice insoddisfatta della propria vita. Questo personaggio complesso rivela il suo dolore principalmente attraverso il rapporto con la madre, Betty Pedrazzi, che interpreta una donna progressivamente segnata dalla malattia. Viviana si trova alla mercé delle sue emozioni, vivendo un doloroso tardo coming of age che la porterà a dover prendersi cura di sua madre, nonostante la malattia la faccia soffrire vedendo spegnersi poco a poco la memoria della donna.
Girato interamente nella città natale della regista, Lucca, il corto si muove tra realtà e immaginazione, analoghi al labile confine tra lucidità e oblio vissuto da chi soffre di Alzheimer. Attraverso questo racconto intimo, la Puccinelli invita il pubblico a riflettere su una condizione sempre più diffusa, ponendo l’accento su come affrontare la paura di essere dimenticati.
Una finestra aperta sulla diversità delle emozioni
“Io che non vivo” non è solo la storia di una malattia, ma rappresenta una riflessione su come affrontare il dolore. La protagonista, Viviana, usa la sua arte e la sua immaginazione come strumenti per navigare un mondo che a volte sembra sopraffarla. Attraverso il suo viaggio emotivo, il pubblico è trascinato in un caleidoscopio di emozioni, dall’amore all’indifferenza, dalla paura alla speranza. L’ambientazione teatrale diventa il palcoscenico su cui si svolgono e si elaborano i sentimenti più profondi.
L’inclusione della celebre canzone di Pino Donaggio, che dà il titolo al corto, aggiunge un ulteriore livello di complessità emotiva alla narrazione. La musica non è solo un accompagnamento; diventa parte integrante del dramma, sottolineando i momenti di perdita e di accettazione. La Puccinelli, attraverso una regia sensibile e attenta, offre uno sguardo sull’umanità che accomuna tutti coloro che vengono colpiti dalla malattia, sia direttamente sia come familiari.
Un cast e una produzione di spessore
Il cortometraggio si avvale di un cast d’eccezione, a cominciare da Betty Pedrazzi nel ruolo della madre di Viviana. Pedrazzi, un’attrice con una lunga carriera teatrale e cinematografica, porta una profondità e una sensibilità autentica al suo personaggio. Carlo De Ruggieri, nel ruolo dell’analista, e Laura Giannatiempo, che interpreta Laura, arricchiscono la narrazione contribuendo a creare un quadro complesso e interrelato.
La direzione della fotografia è affidata a Michele D’Attanasio, le cui immagini evocative supportano l’intreccio emozionale del film, mentre le musiche originali di Federico De Robertis restituiscono il tono sovente crepuscolare della storia. L’intera produzione, a cura di Fabrizio Larini e Valeria Correale, riesce a confezionare un breve ma intenso viaggio nel difficile territorio delle emozioni umane associate alla malattia e alla perdita.
Info utili
Il cortometraggio “Io che non vivo” sarà presentato all’Auditorium Conciliazione di Roma, oggi 15 ottobre 2025, alle ore 18:30, nell’ambito della sezione Onde Corte di Alice nella Città. La durata del film è di 19 minuti e 25 secondi.
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