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Il primo centro commerciale romeno a Roma

supermarket_alla_cassaRoma e Bucarest distano poco più di 2000 chilometri, e bisogna spostarsi verso Est, verso quei paesi che fino a pochi anni fa erano completamente assoggettati alla rigida egida del comunismo sovietico. Oggi le cose sono un po’ cambiate, ma forse non così tanto da dissuadere molte persone ad emigrare per trovare un posto dove vivere meglio e magari radicarsi per le future generazioni.
I romeni costituiscono oggi la etnia più numerosa dopo gli italiani. Solo a Roma, se ne contano 90.000 tra dentro e fuori il GRA. Finora, sono stati identificati quasi sempre con il ruolo di badante o muratore, per limitarci alle definizioni più “signorili”. Ma tra grandi difficoltà di integrazione, alcuni di essi sono riusciti a creare qualcosa di stabile, dimostrando di non essere di passaggio, di voler provare a rimanere, quantunque fortemente legati con il proprio paese e le proprie tradizioni culturali.

Si tratta di un centro commerciale per la vendita di prodotti etnici, un fatto che avvicina un po’ l’obiettivo di integrazione. L’idea è di due imprenditori, Valentin Daeanu, editore del noto settimanale romeno “Actualitatea rumaneasca”, e Adrian Nichifor, in Italia ormai da 12 anni. Il centro commerciale si chiama “La Strada” ed è stato inaugurato lo scorso marzo in circonvallazione Nomentana 530, esattamente davanti alla stazione Tiburtina. La posizione è strategica, in quanto la zona è un punto nevralgico di passaggio per numerosi pendolari che provengono dalla periferia romana ed è oltretutto il quartiere in cui risiede una delle maggiori comunità.
A Roma non erano presenti mercati romeni. Esistono ristoranti (come il Transilvania in via Appia) o società di informazione che stampano giornali gratuiti in lingua (Actualitatea rumaneasca e Gazeta romanesca). Gli esercizi commerciali sono invece carenti in quanto risentono del caro affitto, e sono nati negozietti solo nella estrema periferia della città.

supermarketIl signor Nichifor afferma di non temere la concorrenza e ha puntato molto soprattutto sull’importazione di prodotti nazionali, come birra (Bergenbier), pane (franzela), polenta (l’amatissima mamaliguta) e formaggio (telemea), ma anche sull’artigianato.
All’ingresso del centro commerciale, ospitato in un’area di circa 800 metri quadrati, c’è un cartello con su scritto “Aducen Romania mai a proape de tire!“. Significa “Portiamo la Romania più vicino a te“, ed in effetti l’offerta spazia dagli abiti da sposa ai , dalle specialità enogastronomiche all’abbigliamento, tutto rigorosamente in stile romeno.
Non mancano esercizi che offrono servizi specifici per romeni, per esempio organizzazione viaggi e trasferimenti finanziari, come quello gestito da Alessandrina Stan e suo marito. In particolare, per quest’ultima attività c’è molto ottimismo perché moltissimi romeni hanno esigenza di inviare una parte dei propri guadagni alla famiglia che è rimasta in patria. Le commissioni, assicurano i gestori, sono vantaggiose: 5 euro per inviare fino a 100 euro, 10 e 25 euro per importi che vanno rispettivamente da 101 a 300 e da 701 a 1000. Per importi superiori, una percentuale fissa del 2,5 %.
Tra gli altri negozi già aperti, uno dei più interessanti è quello dei vestiti da sposa, prodotti da sarte romene per spose romene. Il matrimonio è un evento molto sentito per le romene e questo atelier su misura può soddisfare le spose più esigenti. Diversi negozi non sono ancora aperti, tra cui la pasticceria e la libreria, che prende il nome del poeta Mihai Eminescu, fondatore della lingua romena moderna.
In un piccolo spazio, è allestita una sorta di aula attrezzata con banchetti e cancelleria. Lo scopo è duplice: da una parte insegnare la lingua madre ai bambini romeni nati a Roma, dall’altra avvicinare gli adulti appena arrivati all’italiano.
Come afferma Terteleac, presidente dell’associazione romeni in Italia, l’obiettivo non è quello di chiudersi ed isolarsi dagli italiani, ma piuttosto quello di consolidare la comunità romena, favorendo il risalto di che vanno oltre la consueta cronaca nera quotidiana. E forse proprio per questo, nel centro commerciale sono state assunte anche commesse italiane, probabilmente anche per alleggerire l’impatto dei non pochi italiani che si avvicinano. Inoltre, per favorire l’abbattimento della diffidenza, sui prodotti italiani c’è uno sconto del 20%, un primo passo per favorire la competizione anche verso i supermercati italiani. Perché no? Questo potrebbe far comodo a parecchie famiglie italiane in difficoltà, speriamo solo che a qualcuno non venga in mente di mettere i bastoni tra le ruote…

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