di Valerio Marra
Piemme
Valerio Marra torna in libreria con La fortuna del principiante (Piemme), un avvincente noir ambientato nel quartiere romano di Don Bosco.
Protagonista è Guido Audaci, ex-poliziotto caduto in disgrazia, reinventatosi investigatore privato per necessità. La sua è una vita che si trascina tra uffici polverosi, incarichi modesti e una situazione personale travagliata. Fino a che quattro colpi di pistola lo trascinano in un’indagine per omicidio, attraverso un quartiere che rivela un’anima insospettata.
Derelitti, immigrati e senzatetto vivono la loro esistenza precaria nel chiuso di lavanderie, sale giochi e centri commerciali. Ma il Don Bosco, oltre a quello criminale, possiede anche un volto umano, fatto di solidarietà e tentativi di riscatto. Così, mentre si accendono le prime luminarie di Natale, il noir di Marra si colora di speranza, tramutandosi in riflessione sociale. Ci può essere sempre un domani per chi cerca di ricominciare, e come si sa, “la fortuna del principiante” aiuta.
Tra tensione e umorismo, realismo e compassione, l’autore regala uno spaccato di quotidiano romano fatto di ombre e luci, disperazione e coraggio, grazie anche a una scrittura agile e brillante.
Valerio Marra, com’è nata l’idea alla base del suo ultimo romanzo? Un evento o una persona reale l’hanno ispirata? O magari i suoi studi nel settore investigativo…
VM: Credo che tutto ciò che viviamo, leggiamo o guardiamo in tv, e tutte le persone con cui ci confrontiamo ogni giorno, ci influenzino in qualche modo. Però ci tengo a dire che, anche se tutto è ovviamente romanzato, ogni episodio che racconto e ogni personaggio del libro nascono da qualcosa che ho realmente vissuto o da persone che ho davvero incontrato. È un romanzo pieno di realtà travestita da finzione.
O forse il contrario?
Il protagonista, Guido Audaci, è un personaggio umano e complesso, ma piuttosto lontano dalla figura tradizionale dell’investigatore. In qualche modo la sua sensibilità si avvicina alla sua?
VM:Sì, ci sono molte cose di Audaci che mi somigliano. O forse dovrei dire che lui è la parte di me che non riesco sempre a mostrare. In realtà, devo dire, che sono un po’ in tutti i personaggi. E forse è questo che rende le storie vere; quando ti accorgi che stai parlando di te, anche senza volerlo.
Nel suo thriller il quartiere romano di Don Bosco è rappresentato in maniera molto dettagliata. È o è stato anche il suo di quartiere?
VM: Mi ha beccato. Sì, lo conosco benissimo perché vivo a Cinecittà, che è a due passi. Si può dire che l’ho ambientato praticamente a casa mia. È un quartiere che amo e che, con i suoi contrasti, le sue voci, le sue periferie umane, aveva già dentro tutto quello che serviva per diventare un romanzo.
L’investigazione di Audaci lo porta a confrontarsi con figure marginali, come immigrati o senzatetto. Perché ha scelto di dare spazio ai cosiddetti “invisibili”, ai quali ha dedicato il romanzo?
VM: Ho voluto dare voce agli invisibili perché sono quelli che incontriamo ogni giorno. Persone che la società ignora, ma che esistono, e che spesso hanno più dignità, ironia e umanità di chi si sente al centro del mondo. Credo che le storie servano anche a questo: a rimettere a fuoco chi non viene visto, chi vive ai margini, chi non ha modo di raccontarsi da solo.
A ogni modo, non credo di aver fatto nulla di rivoluzionario. Da Victor Hugo con I miserabili a Steinbeck con Furore, la narrativa ha sempre raccontato gli ultimi, gli esclusi, chi vive ai bordi del mondo. Oggi quei volti sono cambiati, ma esistono ancora: penso ai romanzi di Frascella, ai personaggi di Manzini, oppure quelli di Saviano. Io ho solo provato a portarli nel mio quartiere, dentro la realtà che conosco, con episodi che mi sono realmente accaduti, e provare a farli parlare con le parole di oggi.
Il titolo La fortuna del principiante suggerisce un nesso tra inesperienza e successo. Questo concetto come influenza le vicende dei personaggi?
VM: Diciamo che il protagonista è tutto tranne che fortunato. Però mi piace pensare che la somma delle sfortune, alla fine, produca una sorta di fortuna. Che anche dalle cadute si possa tirare fuori qualcosa di buono, magari una consapevolezza nuova o un incontro che cambia tutto. È un po’ quello che succede nella vita: quando pensi di aver perso, a volte è proprio lì che cominci a vincere davvero.
La fortuna del principiante
di Valerio Marra
Piemme
Valerio Marra è uno scrittore e saggista italiano. Lavora e vive a Roma ed è laureato in Scienze per l’investigazione e la sicurezza presso l’Università degli Studi di Perugia.
È autore, tra gli altri, dei romanzi La donna del lago (2019) e Una notte buia di settembre (2021) e del saggio La storia di Roma in 100 delitti (2022). Per Piemme ha pubblicato, ottenendo un grande riscontro di pubblico, il romanzo illustrato La nuova maestra.
