- Cosa: La mostra “Omaggio a Robert Redford. Moda Musica e Film”.
- Dove e Quando: Casa Museo Boncompagni Ludovisi, Roma. Dal 18 dicembre 2025 al 15 marzo 2026.
- Perché: Un viaggio tra abiti iconici, proiezioni e musica per celebrare il divo che ha ridefinito l’estetica e l’etica degli anni ’70.
A volte il cinema non si limita a raccontare storie; crea mondi, definisce comportamenti e, inevitabilmente, plasma il nostro guardaroba. Pochi attori hanno incarnato questa capacità trasformativa quanto Robert Redford, l’icona anticonformista per eccellenza, a cui Roma dedica un tributo raffinato e complesso. A partire da domani, gli spazi suggestivi della Casa Museo Boncompagni Ludovisi ospiteranno un percorso espositivo che intreccia arti visive, moda e note musicali, celebrando non solo l’attore, ma l’impatto culturale che i suoi personaggi hanno avuto sull’immaginario collettivo.
L’iniziativa, curata da Maria Giuseppina Di Monte con la collaborazione di Martina Casadio e Luigi Piccolo, si pone come un dialogo aperto tra la storicità del museo – dedicato alle arti decorative e al costume – e la modernità irruenta del cinema americano della New Hollywood. Non si tratta di una semplice celebrazione nostalgica, ma di un’indagine su come il grande schermo agisca da incubatore di tendenze. Redford, scomparso di recente secondo la narrazione dell’evento, viene ricordato qui come lo “spirito libero”, colui che ha saputo attraversare generi diversi, dal western al thriller politico, mantenendo sempre un’eleganza intellettuale che ha fatto scuola.
L’eleganza narrativa: tra abiti e costumi
Il cuore pulsante dell’esposizione è rappresentato dalla selezione di abiti, curata grazie alla partnership con la storica Sartoria Farani. I visitatori non si troveranno di fronte a semplici costumi di scena, ma a veri e propri vettori narrativi. Gli abiti esposti richiamano le atmosfere sognanti e decadenti de Il Grande Gatsby, tratto dal capolavoro di Francis Scott Fitzgerald, dove l’eleganza maschile raggiunge vette di sofisticatezza raramente eguagliate. Ma c’è spazio anche per l’ironia e il dinamismo: i completi che echeggiano le vicende de La Stangata, in cui il duo Redford-Newman ha insegnato al mondo come portare un gessato con disinvoltura criminale.
Un’attenzione particolare è dedicata all’esotismo e al richiamo della natura selvaggia. La mostra, infatti, allude a quel mondo perduto evocato in La mia Africa. Qui, l’abbigliamento diventa il simbolo di una terra idealizzata dagli europei del primo Novecento, rifugio per anime in cerca di un’autenticità smarrita. I tessuti, i tagli e i colori selezionati per l’allestimento raccontano queste storie parallele, dimostrando come la scenografia e il costume costituiscano un intreccio indissolubile, capace di trasportare lo spettatore in un altrove temporale e geografico con la sola forza di una giacca o di un accessorio ben piazzato.
Il casual urbano e la rivoluzione estetica
Tuttavia, Robert Redford non è solo l’uomo dei completi d’epoca. Forse, la sua eredità stilistica più potente risiede nella normalizzazione del “casual urbano”. La mostra non poteva esimersi dall’includere riferimenti a I tre giorni del Condor. Il mitico caban blu, indossato sopra i jeans e abbinato agli immancabili occhiali Ray-Ban, ha definito l’uniforme dell’intellettuale d’azione. È l’eleganza discreta, pratica, che rifiuta l’ostentazione per abbracciare la funzionalità, diventando immediatamente uno stile virale ben prima dell’avvento dei social media.
Questa sezione della mostra mette in luce i tratti emblematici dell’artista americano: un sex symbol che ha vissuto tale etichetta con fastidio, se non con indifferenza. Redford ha costantemente rifuggito gli stereotipi soffocanti dello star system hollywoodiano, preferendo ruoli che sfidassero il pensiero critico. Film come Tutti gli uomini del presidente hanno segnato un punto di svolta non solo per il genere del giornalismo investigativo, ma anche per l’estetica della “verità”: camicie con le maniche arrotolate, cravatte allentate, l’aspetto di chi è troppo impegnato a cambiare il mondo per preoccuparsi della perfezione formale. La mostra cattura questa essenza, mostrando come il cinema abbia plasmato abitudini e modelli di vita, contribuendo a determinare scelte che sono, al contempo, etiche ed estetiche.
Oltre l’immagine: musica e rassegne d’autore
L’esperienza alla Casa Museo Boncompagni Ludovisi non si limita alla vista. L’apertura sarà accompagnata dalle note dell’Apeiron Sax Quartet, che eseguirà brani tratti dalle colonne sonore dei film più celebri interpretati da Redford, creando un tappeto sonoro che evoca immediatamente le emozioni delle pellicole originali. La musica, in questo contesto, funge da collante tra le diverse anime della mostra, sottolineando come la colonna sonora sia fondamentale quanto la fotografia nella costruzione del mito cinematografico.
A completare l’offerta culturale, una rassegna cinematografica di alto profilo curata da Raffaele Simongini, storico del cinema e docente presso l’Accademia di Belle Arti Statale di Napoli e alla RUFA – Rome University of Fine Arts. A partire da gennaio e fino alla chiusura della mostra a marzo 2026, il pubblico potrà assistere a proiezioni introdotte da esperti, frutto della cooperazione con la RUFA e il suo direttore Fabio Mongelli. Questa integrazione tra esposizione statica e fruizione filmica dinamica trasforma l’evento in un vero e proprio laboratorio culturale, dove il cinema viene analizzato, discusso e rivissuto, confermando la sua centralità come incubatore di stili di vita e pensiero critico.
Info utili
- Indirizzo: Casa Museo Boncompagni Ludovisi, via Boncompagni 18, Roma.
- Orari: Dal martedì alla domenica, ore 9.00 – 19.30 (ultimo ingresso ore 18.45). Chiuso il lunedì.
- Biglietti:
- Intero: € 6,00
- Ridotto: € 2,00
- La mostra è inclusa nel biglietto d’ingresso al museo.
- Acquisto: Presso il totem digitale in loco (solo pagamenti elettronici) o sul portale Musei Italiani.
