* Cosa: Dati UN Tourism confermano una crescita strutturale del 5% nel 2025 e previsioni solide per il biennio successivo.
- Dove e Quando: Roma e Sud Europa, analisi di chiusura 2025 e proiezioni 2026.
- Perché: Per comprendere che il boom turistico non è solo legato al Giubileo, ma a un trend macroeconomico di lungo periodo.
Il 2025 si avvia alla conclusione confermandosi come un anno cruciale per il turismo internazionale, un periodo che per Roma ha rappresentato il preludio e l’inizio del grande evento giubilare. Tuttavia, analizzando i dati macroeconomici globali e le performance specifiche dell’Europa meridionale, emerge un quadro che rassicura gli operatori del settore: l’onda lunga dei visitatori non è destinata a infrangersi con la chiusura della Porta Santa. I dati dell’Organizzazione Mondiale del Turismo (UN Tourism) mostrano chiaramente che la domanda di viaggio si è trasformata da fenomeno di rimbalzo post-pandemico a crescita strutturale consolidata.
Per gli albergatori, i ristoratori e gli operatori culturali della Capitale, questo significa dover ripensare le strategie non più in un’ottica di gestione dell’emergenza o del picco isolato, ma di programmazione a lungo termine. Il turismo a Roma e nel Mediterraneo sta dimostrando una resilienza straordinaria, capace di assorbire l’aumento dei prezzi e le tensioni geopolitiche globali, mantenendo flussi costanti e una spesa media in aumento.
Fonte https://www.statista.com/chart/21793/international-tourist-arrivals-worldwide/
Il consolidamento dei flussi nel Sud Europa
I numeri parlano chiaro e delineano un successo che va oltre la semplice stagionalità. Nei primi nove mesi del 2025, gli arrivi turistici internazionali a livello globale sono cresciuti del 5% rispetto all’anno precedente, superando ormai stabilmente i livelli pre-pandemia del 2019. In questo contesto, l’Europa si conferma la regione più visitata al mondo, con 625 milioni di turisti registrati tra gennaio e settembre.
Nello specifico, l’Europa Meridionale e Mediterranea – il cluster statistico che include l’Italia e quindi Roma – ha registrato una performance robusta, con una crescita del 3% rispetto al 2024. Un dato ancora più significativo se confrontato con il 2019: siamo sopra i livelli pre-Covid del 2,5%. Questo indica che il “tetto” storico è stato sfondato. Non si tratta più di recuperare il terreno perduto, ma di gestire volumi inediti. Per Roma, questo si traduce in una pressione costante sulle strutture ricettive che non si è limitata ai mesi estivi, ma ha mostrato una solidità trasversale durante tutto l’anno.
Economia del visitatore e inflazione dei servizi
Un aspetto cruciale per gli operatori romani è la capacità di spesa del turista medio, che continua a crescere nonostante il contesto inflattivo. Sebbene l’inflazione globale stia scendendo (prevista al 4,2% nel 2025 e al 3,7% nel 2026), l’inflazione specifica nel settore dei servizi rimane elevata. Nonostante ciò, la domanda non frena. I turisti accettano prezzi più alti per vivere esperienze di qualità a Roma.
L’analisi della spesa outbound (ovvero quanto spendono i turisti dei grandi mercati emettitori) mostra segnali incoraggianti per l’incoming italiano. Mercati chiave per la Capitale come gli Stati Uniti hanno aumentato la loro spesa turistica all’estero del 7%, e la Francia del 5%. Anche i turisti italiani viaggiano e spendono di più (+4%), segno di una salute interna del settore. Questo suggerisce che nel 2026, anche se i prezzi dei servizi a Roma rimarranno sostenuti, il flusso di visitatori “alto-spendenti” continuerà a premiare la destinazione, purché la qualità dell’offerta sia all’altezza delle aspettative.
Prospettive 2026: Una crescita senza strappi
La grande domanda che aleggia tra gli addetti ai lavori è cosa accadrà quando i riflettori del Giubileo si spegneranno. I dati suggeriscono ottimismo. Le previsioni del Fondo Monetario Internazionale indicano una crescita economica globale stabile del 3,1% anche per il 2026. Non ci sono segnali di recessione che possano far temere un crollo improvviso della domanda turistica.
Al contrario, il settore sembra essersi normalizzato su un trend positivo. Il desiderio di viaggiare si conferma una priorità di spesa per i consumatori internazionali, resistendo anche in climi di incertezza economica. Per Roma, il 2026 non sarà l’anno del “vuoto”, ma l’anno della stabilizzazione su livelli alti. Gli operatori dovranno sfruttare l’eredità infrastrutturale e di visibilità del Giubileo per fidelizzare questo immenso bacino di utenza, puntando su un turismo meno frenetico e più esperienziale, supportato da una domanda globale che non accenna a diminuire.
Info utili
- Fonte Dati: Analisi basata sul World Tourism Barometer, Volume 23, Issue 4 (Novembre 2025).
- Copertura: Dati globali con focus specifico su Europa e Mediterraneo.
- Proiezioni: Le stime economiche coprono il biennio 2025-2026.
