In un contesto culturale sempre più attento alle tematiche della migrazione e dell’integrazione, il progetto teatrale “ENEIDE – Teatro della Migrazione” si inserisce come una proposta innovativa volta a esplorare queste complessità attraverso l’arte. Ideato e diretto dal regista Matteo Tarasco, questo spettacolo ambisce a rielaborare il mito di Enea non solo come viaggio epico, ma come metafora contemporanea delle sfide dell’odierna umanità in fuga. Il progetto, vincitore dell’Avviso Pubblico Roma Creativa 365, coinvolge un team multidisciplinare di artisti e si articola in una serie di spettacoli che si terranno nella suggestiva cornice della Sala Raffaello a Roma.
Un viaggio epico tra passato e presente
“Eneide – Teatro della Migrazione” prende vita come un laboratorio teatrale interculturale che riflette sulla migrazione attraverso lo sguardo dell’epica virgiliana. A dirigere questo viaggio artistico è Matteo Tarasco, già noto per il suo approccio innovativo e la sua esperienza internazionale. Lo spettacolo si articola come il primo di tre appuntamenti programmati nel 2025 e segue l’esodo di Enea, simbolo universale di sradicamento e ricerca di una terra promessa.
Parte della sua rilevanza risiede nel contrasto tra la narrazione epica antica e le problematiche moderne di migrazione e integrazione, un approccio che punta a svelare la consistente attualità del mito. Il progetto non solo rielabora un testo classico, ma costruisce un dialogo fra culture attraverso il coinvolgimento di 30 giovani performer, sia italiani che migranti, uniti in un’esperienza artistico-formativa.
Un progetto multidisciplinare e interculturale
L’iniziativa si distingue per il suo approccio multidisciplinare che comprende drammaturgia collettiva, teatro fisico, vocalità multilingue e composizione scenica. “Eneide” è, infatti, concepito come un laboratorio di 45 giorni che culmina in sei serate di performance pubbliche ogni anno. L’obiettivo centrale è non solo educativo, volto a dare voce a giovani artisti, ma anche sociale, stimolando il dialogo interculturale e l’inclusione sociale.
Il linguaggio utilizzato nelle performance è ampiamente accessibile: le lingue madri dei performer migranti e un linguaggio visivo ricco lo rendono comprensibile a tutti, abbattendo barriere culturali e linguistiche. Gli spettacoli sono supportati da momenti di scambio culturale, come buffet multiculturali, funzionali a stimolare un’interazione diretta tra artisti e spettatori.
Un impegno per l’inclusione e la rigenerazione culturale
La scelta della Sala Raffaello, situata nella Chiesa dei Santi Fabiano e Venanzio a Villa Fiorelli, rappresenta la volontà di attivare nuove geografie culturali urbane e contribuire alla riqualificazione di un’area non centrale di Roma. Questa specificità diventa parte del messaggio artistico e politico del progetto, che agisce come catalizzatore di rigenerazione culturale e partecipazione civica.
L’arte teatrale, in questo contesto, non è solo espressione estetica ma formidabile strumento per l’emancipazione e il dialogo, riflettendo sulla condizione umana attraverso miti antichi e esperienze contemporanee. Il laboratorio, condotto da Tarasco, è il cuore pulsante del progetto, offrendo opportunità di crescita professionale specialmente a giovani da contesti migratori o socialmente fragili.
Info utili
La programmazione prevede un totale di sei performance pubbliche nel 2025, tra cui “La Fuga da Troia”, “Didone e le Coste dell’Africa” e “Approdo sul Suolo Italico”. Gli spettacoli si terranno presso la Sala Raffaello della Chiesa dei Santi Fabiano e Venanzio a Villa Fiorelli, in Via Terni 92, 00182 – Roma. Per ulteriori informazioni e prenotazioni, è possibile contattare il numero +39 346 3350494. L’ingresso è libero, promuovendo così un’arte accessibile a tutti.
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