- Cosa: Tony Pagoda, spettacolo teatrale tratto dall’opera di Paolo Sorrentino, interpretato da Iaia Forte.
- Dove e Quando: Argot Studio, Roma, dal 18 al 21 dicembre.
- Perché: Per scoprire l’antieroe napoletano di Sorrentino in una dimensione teatrale intensa e un’inedita trasformazione “cialtrona” dell’attrice.
Il palcoscenico dell’Argot Studio si prepara ad accogliere uno dei personaggi più emblematici e complessi scaturiti dalla penna del Premio Oscar Paolo Sorrentino: Tony Pagoda. Non più solo figura cinematografica o letteraria, il fragile e smisurato cantante da night club napoletano trova una nuova vita teatrale grazie all’interpretazione intensa e performativa di Iaia Forte. Lo spettacolo, che porta il suo nome, è un’odissea emotiva sospesa tra il successo fugace, il disincanto della maturità e una profonda, quasi struggente, nostalgia. È un viaggio nell’anima di un uomo che canta l’amore e la sconfitta, la gloria e la malinconia, offrendo uno sguardo lucido, disperato e irresistibile sulla condizione umana.
La messa in scena, definita dal critico Rodolfo Di Giammarco come un’«adorabile trasformazione cialtrona» dell’attrice, non è una semplice riproposizione. Iaia Forte, che già nel 2014 aveva curato una prima versione dello spettacolo, torna a esplorare le risonanze più intime e universali di questo antieroe. Il Pagoda che ritroviamo oggi, dopo l’ebbrezza americana di Tony Pagoda – Ritorno in Italia, si presenta in un nuovo capitolo del suo viaggio, continuando a interrogarsi sul senso della vita e dell’arte. Il suo ghigno gradasso, come spiega la Forte, nasconde un’anima femminile, una “sperdutezza” e un anelito a un’armonia perduta, dimostrando che questo cantante cocainomane, disperato e vitale, può essere incarnato anche da una donna, andando oltre i generi.
Sorrentino, tra cinema e letteratura: la genesi di un mito
Il personaggio di Tony Pagoda non nasce sul palcoscenico, ma affonda le sue radici nell’universo narrativo di Paolo Sorrentino, un autore noto per la sua capacità di scavare nelle contraddizioni dell’animo umano. Pagoda è apparso per la prima volta al cinema, incarnato da Toni Servillo nel film del 2001 L’uomo in più. Questo primo ritratto cinematografico ha stabilito i contorni del cantante napoletano: un uomo che vive al confine tra grandezza e declino, tra lampi di gloria e la consapevolezza amara della caduta.
Successivamente, la figura ha conosciuto una significativa seconda vita nel romanzo Hanno tutti ragione. Qui, Sorrentino ha ampliato il flusso di coscienza del personaggio, alternando un cinismo tagliente a momenti di inaspettata tenerezza, descrivendo un’odissea fatta di alcol, cocaina, romanticismo e disillusione. Questa doppia esistenza, tra grande schermo e pagine scritte, ha reso Pagoda una figura iconica, un outsider della provincia italiana proiettato in un mondo di sogni infranti. La sua transizione al teatro, nella forma di un concerto narrativo, suggella la sua versatilità, permettendo all’intensità del monologo e della performance fisica di amplificare la sua complessità emotiva.
Il concerto della vita: tra New York e il ritmo napoletano
Lo spettacolo in scena all’Argot Studio si configura come un vero e proprio concerto narrativo. La scelta di questa forma ibrida non è casuale: essa riflette perfettamente la natura di Pagoda, un uomo che vive e si esprime attraverso la musica e le parole. L’ambientazione trasporta il pubblico nella New York degli anni Cinquanta, in un momento cruciale per il protagonista: Tony Pagoda si sta infatti preparando a esibirsi al leggendario Radio City Music Hall, nientemeno che di fronte a Frank Sinatra.
È in questo contesto di altissima tensione che si sviluppa un intenso flusso di coscienza, ironico e struggente. L’attesa dell’esibizione, che è metafora dell’attesa della vita stessa, fa riaffiorare ricordi, amori passati e nuove disillusioni, il tutto condito da “fiumi di champagne e lampi di verità”. Ad accompagnare Iaia Forte in scena è l’attrice Anita Fiorello , mentre l’atmosfera sonora è affidata alle note di due maestri, Pasquale Catalano e Peppino Di Capri. La musica non è un semplice sfondo, ma la voce dell’anima di Pagoda, che con il suo amaro sorriso riassume la sua esistenza in una citazione fulminante: «se a Sinatra la voce l’ha mandata il Signore, a me l’ha mandata San Gennaro».
L’interpretazione di Iaia Forte: un Pagoda femminile
Il cuore pulsante di questa nuova versione teatrale è l’interpretazione di Iaia Forte. L’attrice non si limita a vestire i panni di un personaggio maschile; ne esplora le sfumature più nascoste, trovando un ponte emotivo tra il cinismo da mâle e una sottile, quasi inconfessabile, fragilità femminile. La Forte riesce a cogliere l’essenza di Pagoda come antieroe totale, un uomo che, pur navigando tra eccessi come alcol e cocaina , non smette mai di interrogarsi sul grande mistero dell’esistenza.
La sua scelta di portare in scena questo cantante cocainomane, disperato e vitale è una dichiarazione artistica: il dramma e la vitalità di Pagoda trascendono la questione di genere. L’interpretazione è un equilibrio precario tra il “ghigno gradasso” pubblico e la profonda malinconia privata, tra l’essere un cantante glorioso e un uomo consapevole della propria sconfitta. Prodotto da Argot Produzioni in collaborazione con Pierfrancesco Pisani e Isabella Borettini per Infinito , lo spettacolo è un’occasione per rivedere e riscoprire un personaggio che, a oltre vent’anni dalla sua prima apparizione, continua a risuonare per la sua attualità e la sua complessa umanità.
Info utili
- Date e Orari: Dal 18 al 21 dicembre all’Argot Studio, Roma.
- Dal giovedì al venerdì: ore 20:30.
- Sabato: ore 19:30.
- Domenica: ore 17:30.
- Indirizzo: Via Natale Del Grande, 27 | 00153 Roma.
- Biglietti:
- Intero: 15€.
- Tessera associativa: 5€ (necessaria per l’ingresso).
- Produzione: Argot Produzioni in collaborazione con Pierfrancesco Pisani e Isabella Borettini per Infinito.
- Maggiori informazioni: sito ufficiale del Teatro Argot Studio
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