- Cosa: La commedia I Tre Moschettieri, riscritta e diretta da Pino Ammendola.
- Dove e Quando: Teatro degli Audaci a Roma, dal 27 dicembre 2025 al 25 gennaio 2026.
- Perché: Un’esilarante commistione tra la comicità di stampo realistico e il divertimento surreale, ai limiti del grottesco.
Un teatro avvolto nel silenzio, illuminato solo dalle torce di tre figure che si muovono guardinghe tra le poltrone vuote. Non è l’incipit di un thriller, ma la scena iniziale di I Tre Moschettieri, la nuova esilarante commedia scritta e diretta da Pino Ammendola che animerà il palco del Teatro degli Audaci. Lo spettacolo promette di essere un viaggio nel paradosso, un’opera che decostruisce il mito della cappa e spada per tuffarsi nella farsa più pura della tradizione italiana. L’ambientazione, un palcoscenico deserto dove si sta provando uno spettacolo storico, funge da metateatro, una cornice perfetta per l’irrompere dell’imprevisto che è il vero motore della comicità. Con un cast che vede protagonisti Flavio De Paola, Ilario Crudetti e Amedeo D’Amico affiancati da Serena Renzi, Marco Bonetti e Sofia Fici, la messinscena si preannuncia come un meccanismo comico ben oliato, capace di tenere il pubblico con il fiato sospeso tra la risata e il colpo di scena.
La vera miccia narrativa si accende con l’arrivo inaspettato di tre sgangherati operai di derattizzazione, impegnati a liberare il teatro da un gigantesco topo. Questa irruzione della realtà più cruda e triviale nel tempio dell’arte drammatica crea un contrasto esplosivo. I tre, in tuta da lavoro, si scontrano con D’Artagnan, un attore anziano e primo proprietario del teatro, completamente prigioniero del personaggio che interpreta da una vita. Questa follia senile del protagonista, che rifiuta l’inesorabile scorrere del tempo e non vuole rinunciare al suo ruolo, lo spinge a un atto di disperazione teatrale: sequestra la direttrice e i tre ignari operai, costringendoli a indossare gli ingombranti panni di Athos, Porthos e Aramis. L’obbligo di recitare per compiacerlo, trasformando i derattizzatori in eroi d’Alessandria, è il punto di non ritorno che proietta lo spettacolo in una dimensione tragicomica, dove il testo di Dumas è ridotto a un canovaccio per l’improvvisazione e la pura, irresistibile goffaggine.
Il grottesco tra cappa e spada
Il cuore della commedia risiede nella clash of cultures tra la retorica solenne del teatro classico e l’impraticabile volgarità dei tre “moschettieri” improvvisati. L’attore D’Artagnan, con la sua spada sguainata, è la personificazione di un’epoca passata, mentre gli operai rappresentano la quotidianità sgraziata che irrompe nella finzione. Questo scontro genera una dinamica esilarante: i tre non hanno la benché minima idea di come muoversi con le cappe e i cappelli piumati, e men che meno di come declamare le battute. La direttrice, costretta ad agire da suggeritrice dalle quinte, assiste inerme al disastro verbale in cui le indicazioni e le battute vengono sistematicamente fraintese, in una tipica e riuscitissima farsa degli equivoci.
La comicità non è mai banale, ma si regge su una scrittura che oscilla tra il realismo spinto e il surreale grottesco. Ammendola, in qualità di autore e regista, orchestra il caos in modo magistrale, trasformando ogni errore degli operai in una risata fragorosa. L’ira dell’attore, convinto di stare salvando l’onore del teatro, non fa che amplificare il divertimento del pubblico. È il trionfo della goffaggine involontaria sull’eroismo ricercato. Il pubblico è invitato a godere di questa situazione paradossale, dove l’unica via d’uscita per i malcapitati operai è assecondare la follia del loro carceriere. L’abilità del cast sta proprio nel rendere credibile la loro inadeguatezza, portando in scena una critica latente al concetto stesso di grande attore e alla sua possibile, e divertente, alienazione dalla realtà.
La farsa all’italiana e il Capodanno
La commedia tocca il suo apice quando la situazione, già carica di tensione comica, sembra precipitare in tragedia. Una giovane e avvenente attrice, attardatasi in teatro, viene scambiata da D’Artagnan per una spia al soldo della perfida Milady. L’atto impulsivo dell’attore, che arriva a sferrare un fendente, è un colpo di scena che mette in discussione i confini tra finzione e realtà. Tuttavia, la bellezza di questo tipo di farsa è che anche gli eventi più drammatici, come la simulazione di una morte, diventano un espediente narrativo per rilanciare la risata. La violenza in scena è subito stemperata e riassorbita nella logica del non sense teatrale, a dimostrazione che a teatro, specialmente nella commedia grottesca, ogni evento, inclusa la morte, è solo un pretesto per continuare a divertire e a far riflettere sul potere illusorio della rappresentazione.
Lo spettacolo, prodotto dalla Compagnia degli Audaci, non è solo una pièce divertente, ma un vero e proprio evento di stagione per il teatro romano. La scelta di portarlo in scena a cavallo tra la fine e l’inizio dell’anno lo rende un appuntamento imperdibile, specialmente per coloro che desiderano festeggiare il Capodanno con una dose massiccia di allegria e cultura. La Compagnia, confermando la sua tradizione, festeggerà l’arrivo del nuovo anno con il suo affezionato pubblico, offrendo un brindisi che sigillerà l’esperienza teatrale in un momento di gioia collettiva. I Tre Moschettieri è dunque un invito a lasciarsi andare al divertimento catartico che solo la farsa, quando ben orchestrata, sa offrire, un inno all’arte di arrangiarsi e al caos creativo che può nascere dall’incontro-scontro tra mondi apparentemente inconciliabili.
Info utili
- Date: Dal 27 dicembre 2025 al 25 gennaio 2026.
- Teatro: Teatro degli Audaci.
- Telefono Info e Prenotazioni: 06 94376057.
- Orari Biglietteria (Ritiro Biglietti):
- Lunedì – Venerdì e Domenica: 16:00 – 20:00.
- Sabato: 10:00 – 13:30 e 16:00 – 20:00.
- Orari per Prenotazioni e Info Telefoniche:
- Lunedì – Sabato: 10:00 – 13:30.
- Domenica: 16:00 – 20:00.
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