Il destino è un tassista abusivo art

Il destino è un tassista abusivo

Il destino è un tassista abusivo artCos’hanno in comune uno storico dell’arte senza le conoscenze giuste, il di lui fratello, un produttore di video poker truccati e un matematico ebreo? Quell’elemento che sfugge a ogni previsione e si chiama vita. Perchè, come dice Luca Manzi nel suo irresistibile romanzo edito da Rizzoli, “Il destino è un tassista abusivo”.

Così, in un animato condominio del Quadraro, Franco non suona il campanello, ma urla: “Apri, frocio”, e ammesso che qualcuno vada alla porta, può presentarsi “un individuo con una vestaglia imbrattata di sugo che bestemmia cercando di scrostare un’enorme pentola, e accanto a lui di spalle un altro individuo che lava i piatti mentre canta una canzone di Barbra Streisand.
Osserva la realtà come si fa con un dipinto, il protagonista Giorgio Correnti: ai suoi occhi di critico d’arte gli schizzi di sugo sembrano un’opera di Kandinskij. Ma è proprio quando pensa: “io sono in generale inattrezzato, nella vita; ho sempre l’impressione di aver scordato la cartella a casa”, che ognuno di noi sa di essere stato almeno una volta un attore impreparato alle sequenze assurde della propria esistenza. E nel momento in cui nel quadro appare Agnese, “una Madonna del Botticelli vestita da Barbie estetista”, quel poco di armonia così faticosamente raggiunta si scombina. Giorgio da osservatore diventa interprete, e i colori si fanno più forti. D’altra parte lui non possiede né conoscenze, né servilismo, “ma il confine è così labile, tra coraggio e assuefazione …”
Docente alla Cattolica di Milano, Luca Manzi è tra gli ideatori della serie di culto Boris, e ha scritto con David Seidler, premio Oscar per Il discorso del re, la sceneggiatura del film The games of 1940, che verrà prodotto da Frank Marshall.
Ne Il destino è un tassista abusivo, Manzi usa il suo brillante linguaggio di sceneggiatore per dar voce a personaggi che si muovono sul palco di una vita tragicomica, a livello personale e sociale. Sembra quasi di vederlo, Franco, in una fiction imperdibile, mentre a uno dei suoi amici alla ricerca di qualcosa, risponde: “ma come scusa non sai cos’è; a me se mi mancano cento euri dal portafoglio lo so che mi manca: cento euri.”

Professor Manzi, perché il destino è un tassista, e per di più abusivo?
Le mie esperienza con i tassisti abusivi all’aeroporto e alla stazione e che ti si avvicinano e ti guardano e tu non capisci: sarà uno che conosco? Perché viene verso di me e mi guarda? E quando è vicinissimo e accatta con: “Taxi, signore?” è troppo tardi per evitarlo. Con il destino succede spesso lo stesso, le grandi svolte spesso si avvicinano senza che ci rendiamo conto, a volte vediamo qualcosa che si avvicina ma non capiamo che ci sta per succedere, e quando lo capiamo a volte è tardi per gestirle, e possiamo farci solo portare via. A volte è lo sguardo della persona di cui ci innamoreremo, un luogo o una persona che ci dicono qualcosa di profondo, che cambierà gli equilibri della nostra vita, ma insomma credo che il destino a volte venga e basta, che a volte la vita scelga per noi, e non ci rimane di lasciarci portare.

Il protagonista, Giorgio Correnti, è docente di storia dell’arte. Disegna improbabili videopoker e frequenta Agnese, “una Madonna del Botticelli vestita da Barbie estetista.”
Cresciuto in una famiglia agiata, ha scelto di vivere in una borgata romana. Chi è veramente Giorgio Correnti?
E’ un osservatore, vive la sua esistenza e le sue relazioni cercando di non farsene toccare; Giorgio è un uomo profondo, dotato di un naturale senso dell’umorismo, è un critico d’arte e tende a vivere la sua vita come se stesse guardando un quadro, cerca di capire ma rimanendone fuori; durante il romanzo gli succederà di tutto, la vita lo andrà a stanare con il napalm ed entrerà in un vortice di amori ed amicizie che lo toccherà eccome, e che lo cambierà. E in fondo non lo ammetterebbe mai ma non gli dispiace, perché una parte di lui era stufata di stare solamente a guardare e commentare.

Giorgio è circondato da una serie di personaggi che lei definisce un dream team: come Franco, che sogna un giorno in cui la massoneria giallorossa dominerà il mondo; Davide, matematico che per una società di telefonini elabora algoritmi coi quali non sa cosa ci faranno, ma “qualcosa sicuramente”; il fratello Mario, che pensa che con le bisogna “sbagliare un rigore apposta”.
Lui però non sembra essere troppo a disagio in questo mondo grottesco, ma esserne parte …
Giorgio è un personaggio che non si trova a perfetto agio nella sua vita: è intelligente e preparato ma non ha gli appoggi giusti per vincere un concorso all’università, né il servilismo che risulta molto utile se non hai gli appoggi. Vorrebbe avere una relazione stabile ma non ce l’ha. Come molti della sua generazione cerca qualcosa che non sa se riuscirà mai ad ottenere. E lungo il romanzo trova amici che seppure in modo diverso tra loro vivono la stessa scomodità, Franco, Davide, Mario, hanno tutti un rapporto travagliato con le loro donne; tutti stanno facendo un viaggio epico e tragicomico per cercare di capire il mistero del cuore delle donne che amano. Spesso le amicizie si cementano con gli interessi comuni, ma a volte nascono sulle mancanze comuni, e allora si fa un tratto di strada facendosi compagnia ed aiutandosi mentre si cerca, e si scopre che avere compagnia è già una risposta meravigliosa, che è qualcosa che ti aiuta a sopportare quello che ti manca molto, molto meglio, soprattutto se, come nel caso di Giorgio, si hanno amici abbastanza fuori di testa.

La donna è il “tempio delle contraddizioni”, e “tu non lo sai che vor di’ fa’ il marito moderno”.
Ma il protagonista, anche se pensa che a 35 anni “l’amore insensato, ingestibile, furioso, l’amore convulso e dirotto, l’amore che non fa prigionieri non tornerà più”, spera “ogni giorno che l’amore arrivi, che ci sia da qualche parte una compagna anche per te, una donna con cui crescere imparare condividere invecchiare e morire.”
Insomma, Giorgio Correnti è un esperto di estetica, che oltre alla forma, cerca la sostanza …
Esattamente, Giorgio ha capito che con la forma e basta non si è felici; fortunatamente per lui arriverà Agnese, la Giuditta del Botticelli che si veste come Barbie estetista, a disintegrare le sue categorie estetiche e a farlo innamorare davvero.

Professor Manzi, il destino sarà anche un tassista, addirittura abusivo, ma non è che a volte fa comodo salirci sopra?
Raramente fa comodo, ad esempio nei casi che volgarmente vengono descritti come botte di culo: quando ti succede qualcosa di smaccatamente positivo e lo prendi al volo. A volte fa anche comodo quando prendi a scusa il destino per non scegliere, e ti adagi nel fatalismo; a volte invece non puoi proprio farci niente. Credo che saper distinguere i vari casi sia una delle cose più importanti e difficili della vita.

Il destino è un tassista abusivo
di Luca Manzi
Edizioni Rizzoli

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