Piano di curve sonore

Dal 23 al 28 aprile 2019 il MACRO ospiterà il progetto Piano di curve sonore, un’opera collettiva di Stefa, Federico Capitoni e Edoardo Bellucci.

Piano di curve sonore è un’opera sincretica, che intesse relazioni tra arte visiva e arte musicale: verrà presentata il giorno 23 aprile alle ore 19.00, presso l’Area Incontri, e poi riproposta il giorno 27 aprile alle ore 20.00 e vedrà la partecipazione della danzatrice Sofia Massimiani.

Il 27 aprile alle ore 18.00, presso la Sala Cinema, gli artisti si confronteranno con Giacomo Marramao sul tema L’empatia nell’arte – Un dialogo sul concetto di empatia e sulla sua funzione nel linguaggio dell’arte.

Piano di curve sonore è un dispositivo plastico del comportamento emotivo, una rappresentazione artistica della facoltà empatica dell’essere umano. Nel risuonare, la scultura sente (ascolta) e restituisce il sentimento di chi la tocca. Questi a sua volta aggiusterà il suo modo di interloquire con essa come in un dialogo, regolando toni, pressione, movimento e volumi sulla base della risposta.

Si tratta di nuovo inesplorato modo di produrre il suono: l’esecutore – un qualsiasi visitatore pronto a mettere le mani sulla tastiera – ha davanti un mezzo che credeva di conoscere e si trova invece a imparare, scoprire un nuovo processo, un diverso modo di rapportarsi al suono e ad adeguare la risposta acustica all’opera scultorea cui risponde.

È, dunque, uno strumento ignoto che genera sonorità inaudite, una scultura che incorpora il suono emesso dalla tastiera e poi lo rende elettronicamente e – ancora – lo restituisce come risonanze grazie ai peculiari materiali – e alla loro disposizione – che la compongono. Piano di curve sonore prende e dà: attraverso i microfoni, riceve gli impulsi direttamente riconducibili al gesto dell’esecutore/esploratore; con degli attuatori (che vibrano, in perfetta concordanza semantico-comportamentale all’azione tipica e propria del suono) lo ri-enuncia a “suo” modo. La scultura è la protesi vocale di ogni singolo pioniere che vi si pone al cospetto: la caducità di ogni espressione digitale viene “assolutizzata”, cristallizzata, in una forma ecoica capace di configurare gli stati emotivi di chi suona.

Da un piano, da una forma bidimensionale, le curve fuoriescono in maniera satellitare avvolgendo la superficie tutta intorno. La tastiera inizialmente muta, come membrana ferma pronta a essere eccitata, allorché suonata, manda impulsi invisibili – suoni puri – che diventano materici (musicali e scultorei). Come le emozioni, vibrazioni che solo quando sentite internamente prendono una forma percepibile coi sensi.

Stefa. Inizia la sua esperienza artistica nel 1997 e nel 2000 studia scultura presso l’atelier della scultrice Alessandra Porfidia. Nel 2003 vince il primo premio al concorso indetto dalle due Accademie di Belle Arti di Roma ed una borsa di studio con iscrizione immediata all’Accademia al corso di scultura che conclude nel 2009. Nel 2004 espone una sua opera all’International Art  Fair di Toronto. In questi anni continua a svolgere  la sua attività artistica lavorando la pietra e il marmo. Nel 2007 l’incontro con l’artista Fabio Mauri di cui diventa assistente. Nel giugno del 2009 espone a Roma presso la Galleria Interno ventidue Arte Contemporanea a Palazzo Taverna partecipando alla collettiva Sursum Corda insieme con Alessio Deli, Piero Pizzi Cannella, Paola Gandolfi, Felice Levini, H.H. Lim, Oliviero Rainaldi, Maurizio Savini. Nel 2010 fonda una scuola d’arte “La piccola scuola delle arti” dove vengono svolte varie discipline e lui stesso insegna scultura. Nel 2011 elabora il progetto “Suono Linea Forma senza materia”, istallazione che raccoglie in sé  la musica, la poesia, video proiezioni, la danza e ovviamente la scultura. Elemento di forte maturazione artistica è stata senza dubbio l’esperienza di collaborazione avuta con l’artista Fabio Mauri che lo vede coinvolto nella realizzazione delle sue opere, ed ha reso possibile una trasformazione della sua concezione dell’arte. Oggi il fondamento della sua poetica si apre ad una ricerca del non materiale umano. Ciò che è lo psichico, il non visibile dell’uomo, usando una lente di ingrandimento posta sulla specifica biologia del corpo umano. Forme organiche che esplorano il contenuto del pensiero umano.

Federico Capitoni. Giornalista, critico musicale, saggista e filosofo pratico, si è laureato prima in “Scienze della Comunicazione” e poi in “Filosofia” alla Sapienza di Roma. Ha studiato armonia, composizione, pianoforte e chitarra. Dal 2006 scrive come critico e giornalista musicale su la Repubblica, collaborando inoltre con gli inserti culturali del Sole 24 Ore, del Manifesto, di Avvenire e del Fatto Quotidiano. Scrive per le maggiori testate musicali italiane quali Classic Voice, Amadeus, Il Giornale della Musica, Classic Rock. Ha co-fondato e diretto il bimestrale Rondò (rivista di musica classica e jazz) ed è stato caporedattore di Musikbox, bimestrale di rock progressivo e di collezionismo discografico. Ha pubblicato saggi musicologici e di filosofia della musica in riviste e volumi. Autore e conduttore radiofonico, ha esordito nel 2006 a Radio Città Futura per approdare poi a Radio Rai, ove si è occupato del restauro digitale di raro materiale d’archivio, del montaggio dei documenti sonori e la loro pubblicazione in Cd. Per la rete Rai Radio Tre collabora a diversi programmi, tra cui Radio3Suite, Pantagruel, Qui Comincia, dei quali è regista, redattore e consulente musicale. È uno degli autori e dei conduttori di Wikimusic. Per la Radio Vaticana ha ideato e condotto un ciclo di trasmissioni sul rapporto tra musica e filosofia. Per diversi anni è stato assistente alla Sapienza presso le cattedre di “Analisi dei linguaggi musicali” e “Sociologia della musica”; ha insegnato “Storia della musica” in conservatorio ed è regolarmente convocato come docente nei master e nei corsi di specializzazione su critica e giornalismo musicali. In qualità di divulgatore, tiene spesso conferenze musicali e conduce guide all’ascolto pubbliche. È autore, con il compositore Domenico Turi, dell’opera-panettone in un atto Non è un paese per Veggy, in scena nel 2017 al Palladium di Roma per il Festival di Nuova Consonanza. Ha collaborato alla stesura del Grande Dizionario della Canzone Italiana (Rizzoli) e ha pubblicato di sociologia della musica (Copio dunque sono. Il secolo del disco è finito, con altri autori); di critica musicale (Guida ai musicisti che rompono. Da Beethoven a Lady Gaga); di filosofia della musica (La verità che si sente. La musica come strumento di conoscenza); di comunicazione della musica (La critica musicale); di musicologia (In C – Opera aperta. Guida al capolavoro di Terry Riley); di storia della musica (Canone Boreale. 100 opere del Novecento musicale). È autore dell’aggiornamento 2019 della voce Musica Classica e Jazz dell’Enciclopedia UTET. Socio di Phronesis (Associazione Italiana per la Consulenza Filosofica) e del Crif (Centro di Ricerca sull’Indagine Filosofica), è attivo come filosofo pratico, prevalentemente come facilitatore di attività collettive di circolazione del pensiero.

Edoardo Maria Bellucci. Compositore, fonico, tecnico del suono, produttore. Nasce a Roma nel 1995, si avvicina alla musica con lo studio del pianoforte all’età di 13 anni per poi convogliare la sua passione nella computer music all’età di 16. E’ attualmente iscritto al biennio del corso di Musica Elettronica presso il Conservatorio Santa Cecilia di Roma con il docente M° Michelangelo Lupone. Negli a.a. 2016/17 e 2017/18 è vincitore della borsa di collaborazione per il dipartimento di musica elettronica presso la medesima struttura. Dal 2016 fa parte dello staff tecnico del festival di musica elettroacustica “EMUFest” e dal 2017 è membro dello staff del C.R.M. (Centro di Ricerche Musicali) di Roma per la manifestazione internazionale di arte, scienza e contemporanea “ArteScienza” , dove ha debuttato come regista del suono il 17 luglio dello stesso anno nella performance “Link”, con musica di Virginia Guidi e coreografie di Mariagiovanna Esposito, e come compositore il 2 luglio del 2018, presentando il brano “Ode Alla Nostra Dimenticanza” nella performance “Life Sensing”. Ha lavorato come fonico e regista del suono in varie strutture e teatri di Roma tra cui: il Gasometro di Roma, il Teatro Torlonia, il Teatro Tor Bella Monaca. Ha lavorato come produttore per il M° Claudio Di Segni per la realizzazione di un Disco Musicale presso il Tempio Maggiore di Roma. Dal 2015 ha base fissa presso lo studio di registrazione “Monkey Studio”.

Scheda Tecnica “Piano di Curve Sonore”
n.4 Eccitatori elettro-dinamici (3x visaton EX80S, 1X visaton BS130). n.1 Amplificatore di potenza a 4 canali.
n.4 Cavi audio di potenza (XLR/Speakon) + eventuali prolunghe.
n.4 Microfoni a contatto piezoelettrici con cavo jack sbilanciato saldato.
n.1 Interfaccia audio con minimo 4/4 I/O + Protocollo MIDI (eventualmente l’interfacciamento MIDI è possibile con un hub USB esterno dedicato). n.1 Laptop.
n.1 Tastiera MIDI 88 tasti pesati.
Catena sonora
La generazione sonora scaturisce da tre algoritmi paralleli indipendenti ma interconnessi tra di loro. Il primo è un generatore sonoro virtuale controllato dalla tastiera MIDI, in termini di altezza, complessità spettrale, ampiezza, durata ecc… Sarà caratterizzato da parametriche non immediatamente intuibili ma velocemente apprendibili dal pubblico che lo “suonerà”. Il secondo sarà un algoritmo semi-generativo in continua evoluzione direttamente diffuso nella scultura, fortemente influenzato dagli andamenti del primo algoritmo ma privo di controlli per interventi diretti da parte del pubblico. Il terzo sarà una rielaborazione in tempo reale dei segnali acquisiti dai microfoni a contatto immediatamente ridiffusi per aumentare l’efficienza risonante della struttura stessa. Anch’esso sarà fortemente soggetto alle mutazioni d’andamento derivanti dagli interventi del pubblico attraverso la tastiera MIDI. Tutto il materiale sonoro passerà dalle quattro uscite dell’interfaccia, poi amplificato e diffuso dai quattro attuatori piazzati nella scultura. I quattro segnali saranno suddivisi in conseguenza di un filtraggio dipendente dal registro dell’arpa della scultura sul quale è posato ogni singolo eccitatore.

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