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Villa Piccolomini, meravigliosa tenuta nascosta nel Gianicolo

villa_piccolominiC’è una via della capitale, a pochi passi dal Gianicolo, che prende il nome dal Conte Piccolomini. Questa strada corre parallela alla via Aurelia Antica, una delle strade consolari più famose e senza dubbio tra le più suggestive. Via Piccolomini è nota principalmente per due motivi, entrambi collegati alla Basilica di San Pietro. Innanzi tutto, la stupenda vista sul “cupolone” michelangiolesco, un palcoscenico eccezionale che rende questa zona una delle più ricercate ed esclusive della capitale. E poi, il singolare effetto ottico secondo cui, percorrendo la via allontanandosi dalla cupola, questa appare di dimensioni man mano più grandi.
Ma c’è un terzo fattore, questa volta indipendente dalla Basilica, che rende questa strada prestigiosa e degna di una originale passeggiata romantica. Infatti, via Piccolomini costeggia e delimita parzialmente la vasta tenuta di origini rinascimentali che porta il nome di Villa Piccolomini. Situata esattamente davanti alla ben più famosa Villa Doria Pamphilj, quasi a voler rivaleggiare con l’incontrastata fama di quest’ultima, Villa Piccolomini è un vero gioiello, incastonato e (purtroppo) ben nascosto nel polmone verde del Gianicolo.

La storia della Villa inizia nel 1458, quando il Papa umanista Pio II, noto come Enea Silvio Piccolomini, promotore ed ideatore della “città ideale”, fece costruire il fastoso complesso nel quale la Villa era inserita. Il suo primo proprietario fu Orazio Manili agli inizi del ‘600, e la volle inserire in un’area di vari ettari destinata alla produzione del vino. Tra le altre cose, fu egli il fautore dell’opera di restauro del casino nobile risalente al secolo precedente, quello stesso edificio che è oggi il nucleo fondamentale della Villa. Successivamente, la proprietà passò alla famiglia Sforza Marescotti, che la mantenne dal 1634 alla fine dell’800. Durante il XVIII secolo, la Villa era presente sulla carta geografica del Nolli (datata 1748), con il nome di “Vigna Vecchiarelli”.
Dal 1906, entrò infine tra le proprietà della famiglia Piccolomini, che costruirono un secondo villino, restaurarono il casino secondario ed edificarono una costruzione di servizio. Posteriormente all’edificio principale è presente un portico, da dove si gode un meraviglioso affaccio sugli orti coltivati e sul cupolone della Basilica di S. Pietro.
Infine, il Conte Piccolomini lasciò in eredità la Villa alla Fondazione “Nicolò Piccolomini per l’Accademia d’Arte Drammatica”, che tutela la categoria degli attori drammatici, con il desiderio che diventasse “una casa di riposo per artisti drammatici indigenti”. La parte situata lungo l’Aurelia Antica fu affittata al “Centro Internazionale Dionysia per le Arti e le Culture”, mentre quella occidentale, attualmente sede delle Suore Canossiane, fu venduta ai Blanc dai Piccolomini.

Villa Piccolomini è uno splendido palazzo seicentesco costituito da due dependances, una delle quali provvista di 6 suites arredate con ogni comfort. È inserita in un parco di 30 ettari, di cui una parte ridotta di 10 ettari è adibita a giardino privato della residenza. Il resto del parco versa purtroppo da diversi anni in uno stato di abbandono, nonostante le ultime giunte che si sono susseguite abbiano stanziato diversi fondi per la sua sistemazione. Si iniziò nel 2000, quando in occasione del Giubileo furono riservati 6 miliardi di lire, appena sufficienti a sistemare vialetti e aiuole di quell’area che attualmente costituisce il giardino. In seguito, tra il 2004 e il 2005, altri fondi furono concessi ma non vennero mai spesi dal C.d.A. della Fondazione. Dal 2005 la Villa è in una condizione di commissariamento straordinario, e da quel momento si sono fermate tutte le attività di recupero. Attualmente, è sede di rappresentanza per la Regione Lazio, che vi organizza ricevimenti, corsi di cucina, convegni. Non sono consentite visite guidate né cerimonie e banchetti. È invece possibile organizzare meeting e mostre. Nel 2004, per esempio, nel complesso della Villa furono ospitati una serie di incontri domenicali incentrati sulla musica statunitense degli anni ‘20, jazz, country e dixieland, accompagnati da degustazioni in tipico stile americano.

È davvero un peccato che questo prezioso ritaglio della storia di Roma non sia disponibile per i romani e per quanti vogliano godere della sua incredibile bellezza. La Rete brulica di mozioni e tentativi per smuovere lo stallo amministrativo che relega il complesso di Villa Piccolomini a poco più di una residenza di campagna. Ho fatto una passeggiata da quelle parti e mi sono avvicinato all’ingresso della Villa, situato al civico 164 di via Aurelia Antica. Un citofono fatiscente riporta la scritta “suonare qui ↓”, disegnata con un pennarello nero. Ho seguito le indicazioni della freccia e, dopo aver suonato, mi ha risposto (onestamente non ci avrei scommesso…) una gentile signora. Alla mia richiesta (ovviamente provocatoria) di poter visitare la Villa, mi ha garbatamente consigliato di rivolgermi alla Regione Lazio. Ma io non sono famoso, non faccio politica, e non voglio organizzare un ricevimento, né fare un corso di cucina…

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