
Il primo passo nel “loro” mondo è quello di conoscerne le origini italiane. Infatti, era il 2006 quando all’Ufficio Statistiche del Comune di Roma si contavano, venivano censiti, 6.207 immigrati ucraini regolarmente residente nella Capitale. La popolazione era costituita quasi esclusivamente da donne che avevano scelto la strada dell’emigrazione per fronteggiare problemi di tipo economici. Donne che “sognavano” un giorno di poter ritornare in patria.

Per ciò che riguarda, invece, la ristorazione, nella Capitale, non ci sono dei veri e propri ristoranti ucraini. In effetti, la vera cucina ucraina si può trovare solo nelle case private: se siete invitati a pranzo o a cena da qualcuno, accettate ben volentieri poiché finirete sicuramente per gustare piatti tipici della loro cucina. Da piatti particolarmente aromatici per la larga quantità di spezie usate, tra cui prezzemolo, menta, aglio, cipolla, pepe e mostarda, a piatti preparati molto velocemente usando ingredienti freschi, conservati o affumicati. Molto usata nella cucina ucraina sono la carne, le patate, i fagioli, i funghi e le verdure. Quindi sulle tavole troneggeranno dai filetti di polli, all’arrosto di maiale (con aglio e lardo), carne di maiale stufata con verza e carne macinata, spezzatino di manzo e cipolle, abbacchio stufato con le prugne, l’oca e l’anatra ripiene con le mele; mentre, saranno sempre presente le minestre di verdura. Le zuppe ucraine sono inoltre molto ricche di vitamine poiché contengono dai 20 ai 25 ingredienti. Da questo excursus tra gli ingredienti che compongono le pietanze è chiaro che la cucina ucraina si basa su piatti di origine contadina laddove anche i dolci sono ricoperti di miele e frutta.

Tantissime altre informazioni sugli usi e costumi della comunità ucraina che vive a Roma ma anche sull’Ambasciata Ucraina a Roma e sul Consolato Ucraino a Roma si possono trovare sulla pagina web: http://www.romamultietnica.it/it/ucraina/indirizzi-utili.html messa a disposizione da Roma Capitale.
Brevemente anche questo viaggio è terminato e la speranza è quella di aver fatto nascere nel lettore la voglia di andare oltre questo breve scritto. Di andare a “rovistare” anche nella “sezione” cinema, oppure arte, oppure letteratura dove sicuramente altre aspetti della realtà ucraina verrebbero alla luce. D’altronde si sa anche che quando due popoli, in questo caso italiano e ucraino, si incontrano le culture finiscono per mescolarsi, per scambiarsi e in molti casi per assimilarsi. E’ sempre un dare e un ricevere da entrambi le parti.
