Locandina del film Polvere di stelle

“Polvere di stelle”, quanta nostalgia per un mondo dello spettacolo che non c’è più

Locandina del film Polvere di stelleUno dei film più famosi e riusciti della coppia Alberto Sordi-Monica Vitti. I due hanno lavorato assieme in diversi film, ad esempio “Amore mio aiutami” (1969) e “Io so che tu sai che io so” (1982), tuttavia quello che ha saputo meglio valorizzare questa bella coppia del cinema è stato proprio “Polvere di stelle” (1973), diretto proprio da Sordi. Tanti i momenti da ricordare, ma spicca senza dubbio il motivetto “Ma ‘ndo Hawaii”, che spesso ritorna nel corso del film.

Ma ‘ndo Hawaii se la banana non ce t’hai, bella hawaiana attacchete a ‘sta banana… Vieni con me te la faro’ vede’…” Questa è la parte che un po’ tutti ricordano della canzone goliardica che Mimmo Adami (Alberto Sordi) e Dea Dani (Monica Vitti) eseguono nel corso dei loro spettacoli. Il film, infatti, racconta proprio le vicissitudini di questa coppia di attori di avanspettacolo, che lavorano in un momento non certo facile per il Paese, la seconda guerra mondiale. La loro compagnia deve affrontare tutta una serie di peripezie o, meglio ancora, imprevisti tragicomici, ad esempio vengono catturati durante una serata della tournée abruzzese dai nazifascisti, poi si esibiranno a Bari, dove sul palco del Petruzzelli otterranno un inatteso (ma effimero) successo. Qui Dea vive una storia travolgente con John (John Phillip Law), un marinaio americano. La donna, convinta di potersi imbarcare con John verso gli Stati Uniti, si reca al porto, ma scoprirà che l’uomo se ne è già andato. Poi gli alleati giungono a liberare Roma e ciò porterà alla possibilità per le grandi compagnie di varietà di raggiungere Bari per allestire spettacoli più adeguati ai gusti dei civili. La compagnia, perciò, perde il lavoro. Non rimane che andar via e tentare la fortuna a Roma. Mimmo e Dea chiederanno, invano, alcune scritture ma senza fortuna, questo perché con l’arrivo degli attori famosi e produzioni migliori, per una piccola compagnia d’avanspettacolo la vita si fa sempre più dura e travagliata. Il finale è amaro con la vendita di beni preziosi e dei costumi di scena. Il loro destino è segnato: vivere tra mille difficoltà e in una quotidianità piena di rimpianti.
Una scena di Polvere di stellePer quanto riguarda le location, il film è stato girato a Roma, a Bari ed in altre località della Penisola. Notiamo, ad esempio, le colonne della Galleria Colonna (oggi Galleria Alberto Sordi), il punto di riferimento di tutti gli artisti della scena romana della prima metà del Novecento.
Mimmo e Dea, in una scena del film, cercheranno di farsi notare fra i professionisti dell’avanspettacolo. Non solo la Capitale, però, perché alcune scene di “Polvere di stelle” vennero girate anche a Pomezia nel vecchio cinema Italia, in via Roma, ed a piazza Indipendenza.
La critica, tuttavia, si divide: c’è chi lo definisce eccessivamente nostalgico ed al limite dell’autocommiserazione, chi lo ritiene, invece, troppo sbilanciato con una prima parte mediocre ed un’altra dove vi si trova maggiore equilibrio fra realtà storia e convenzione; infine alcuni apprezzano molto il desiderio di voler rappresentare un mondo, quello dell’avanspettacolo, dove battute e risate si mischiano a malinconia e sguardo disincantato.
Sordi ha diretto ed interpretato svariati film nostalgici, dove i momenti ironici si accavallano a quelli drammatici e di riflessione. Così accade pure in questo film, che vede due grandi attori duettare in modo impeccabile. Il film non è di certo un capolavoro, anzi lo possiamo definire opera senza pretese, ma proprio questa genuinità è il suo punto di forza. Il mondo rappresentato in “Polvere di stelle” non esiste più ed è forse questa constatazione a rendere il film ancor più malinconico. La realtà dello spettacolo, oggi, è profondamente diversa, come pure gli attori, le maestranze ed i retroscena che lo animano. Ecco, quindi, che vedere questo film significa anche notare il cambiamento avvenuto negli anni. Il dramma di questi personaggi, allora, è anche un po’ quello di coloro che preferiscono spettacoli più genuini, magari pure ingenui, ma ricchi di umanità.

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