Eva non è ancora nata all’Arciliuto – 4 novembre 2015 alle ore 20,30

Mercoledì 4 novembre alle ore 20,30 “Eva non è ancora nata” Pièce teatrale di e con Salvatore Cosentino

Regia e scelte musicali di Salvatore Cosentino
Donna Velata: Federica Resta

dalle ore 20,30
Aperitivo Cena facoltativo nel salotto musicale, drink Euro 10,00 Si consiglia la prenotazione.

ore 21,30, concerto nella sala , Ingresso Intero euro 15,00, ridotto euro 12,00 (il ridotto è riservato alle persone iscritte alla mailing list del teatro)

Si ricorda che il numero dei posti è limitato ed è consigliabile la prenotazione tel. 06 6879419 (dalle ore 16,00 in poi) mobile 333 8568464 mail: info@arciliuto.it

Eva non è ancora nata, il monologo si ispira
nel titolo a una canzone di Giorgio Gaber del 1978.
Salvatore Cosentino, magistrato della Procura di Locri ma salentino d’origine, continua nella presentazione dei suoi spettacoli teatrali, che gli consentono di coniugare il mondo del diritto con la fantasia e la bellezza del mondo dell’arte, nella convinzione che la legalità non si realizza solo con i codici (o con le manette) ma anche attraverso il dialogo con la società civile di un’istituzione – la magistratura – vista troppo spesso come confinata in una fredda torre d’avorio.
E soprattutto con la consapevolezza che il senso di responsabilità dell’individuo si sviluppa, oltre che con la repressione, anche con l’educazione al bello, al gusto, alla , all’arte.

Dopo “Un diritto…messo di traverso” (Premio Internazionale Kouros 2013), le cui rappresentazioni proseguono nei teatri e negli atenei di tutta Italia, Salvatore Cosentino presenta “Eva non è ancora nata”, pièce teatrale che, in un periodo di frequenti omicidi di e di volti “sfigurati” dall’acido, racconta e “rifigura” la bellezza della dignità della donna attraverso la descrizione delle ultime leggi che la tutelano ma anche di quelle leggi sbagliate, più risalenti nel tempo, che spesso l’hanno mortificata.
Il tutto nella forma del teatro-canzone, narrando in modo ironico e leggero, ma al contempo intenso e profondo, che la bellezza della donna non è magrezza a tutti i costi, perfezione del fisico, negazione dell’età, bensì comunicazione di luce, coraggio, amore per la vita.
Cosentino racconta che la bellezza della donna, in un triste periodo di figure femminili troppo spesso ornamentali e decorative, è l’espansione della sua intelligenza.In un passo dello spettacolo si parla, infatti, di donne che “se proprio devono ballare, al famigerato bunga bunga, preferiscono il raffinato tango dell’impegno, della qualità, della capacità, dell’ironia’.

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