Roma si prepara ad accogliere un evento teatrale di grande rilievo che esplora le profondità del sapere femminile e la sua storica lotta per la sopravvivenza. La nuova edizione di “Herbarie, le chiamavano streghe”, presentata da Argillateatri, promette di catturare l’immaginazione del pubblico con storie di donne sagge, persecuzioni e resistenza.
Una storia di donne e medicinali naturali
“Herbarie, le chiamavano streghe” è un’opera scritta da Silvia Pietrovanni con la regia di Ivan Vincenzo Cozzi, che esplora la figura dell’erborista, o domina herbarum, una donna che, in epoche passate, veniva definita “saggia” dalla sua comunità ma perseguitata dal potere istituzionale. Ambientata in un passato lontano, la rappresentazione segue la storia di Lucia, una giovane erborista che ha appreso l’arte delle piante medicinali dalla madre Caterina e dalla nonna Mercuria. Queste donne non solo conoscono i segreti della natura, ma fungono anche da levatrici e “accabadore”, operatrici di una medicina tesa a donare dignità alla vita e alla morte.
La narrazione rappresenta una celebrazione del sapere femminile e della sua profonda connessione con la terra e le erbe. Tra tessiture di storie familiari e intrecci di destini, la figura dell’Inquisitore emerge come l’antagonista principale che cerca di interrompere il ciclo di trasmissione del sapere femminile. Ciò che rende la trama particolarmente interessante è il gioco di specchi tra passato e presente, reso attraverso la lente del conflitto tra medicina istituzionalizzata e popolare.
Un invito alla riscoperta del sapere dimenticato
La regia di Cozzi non solo presenta le erboriste e il loro sapere come elementi di resistenza culturale, ma invita anche il pubblico a riflettere sulla condizione contemporanea delle donne nel contesto di una cultura a volte ancora avversa e poco comprensiva. Le protagoniste, animate dalle performance di Brunella Petrini, Elena Stabile e Silvia Mazzotta, incarnano la forza della ribellione attraverso la dedizione alla cura e alla trasmissione di sapere.
Le tre eroine sono personaggi complessi, ognuna portatrice di un diverso potere: Mercuria, come la detentrice di un sapere antichissimo, Caterina, l’interprete della conoscenza pratica, e Lucia, il futuro del sapere femminile, simbolo di resilienza e trasformazione. Attraverso un gioco di luci, costumi e musiche originali, lo spettacolo porta il pubblico in un viaggio sensoriale ed emotivo che promette di essere un’esperienza culturale significativa. Argillateatri, insieme al supporto di vari enti locali come Marte 2010, propone quindi un evento che è molto più di una semplice rappresentazione teatrale: è una riflessione profonda su temi di natura universale.
In scena adirata bellezza e proteste oscure
Una delle collaborazioni più significative per questa edizione è stata definita con il Tex Lab del Centro Diurno di Villa Lais, che con i suoi laboratori di tessitura e sartoria rende lo spettacolo un’interessante fusione di uomo e ambiente. Questa collaborazione arricchisce il contesto teatrale con una dimensione pratica di riabilitazione attraverso l’arte, creando una connessione tangibile tra il pubblico, il sapere e la salute mentale.
Il regista Cozzi affronta il tema delicato del conflitto tra la donna e il potere, utilizzando le erboriste come simboli di capacità latenti, che pur essendo costrette nell’ombra, continuano a vivere e a diffondere i loro insegnamenti. Gli spettatori possono quindi avvicinare una narrazione dove medicina, potere e ribellione si intrecciano in un duello ritmico e significativo. L’opera di Pietrovanni invita alla meraviglia della scoperta di una conoscenza troppo a lungo oppressa e invita ancora una volta a ricordare quanto il sapere delle donne sia un patrimonio mondiale irrinunciabile.
Info utili
Lo spettacolo si terrà il 16 novembre 2025 alle ore 18.30 presso l’Auditorium Municipale Pasquale De Angelis, sito in via Aldo Ballarin nell’VIII Municipio. L’ingresso è gratuito fino ad esaurimento posti. Per ulteriori informazioni, è possibile contattare il numero 334.20.22.448 tramite Whatsapp.
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