- Cosa: Una grande mostra celebrativa con oltre 120 opere tra dipinti, sculture e grafica per il centenario della collezione.
- Dove e Quando: Presso la Galleria d’Arte Moderna di via Francesco Crispi, dal 20 dicembre 2025 all’11 ottobre 2026.
- Perché: Un’occasione unica per ripercorrere l’evoluzione del gusto e della politica culturale capitolina attraverso i capolavori che hanno segnato il Novecento italiano.
La Galleria d’Arte Moderna di Roma taglia il traguardo del secolo di vita e lo fa con una celebrazione che non è solo una mostra, ma un vero e proprio atto di amore verso la città e il suo patrimonio artistico. Il 28 ottobre 1925, nelle sale di Palazzo Caffarelli in Campidoglio, prendeva ufficialmente forma un percorso espositivo destinato a raccogliere le voci più significative dell’arte contemporanea di allora. Cento anni dopo, la mostra GAM 100. Un secolo di Galleria comunale 1925-2025 restituisce al pubblico la complessità e la bellezza di una collezione che oggi vanta oltre 3.000 opere, testimoniando la lungimiranza di una politica di acquisizioni che ha saputo intercettare i movimenti più innovativi del panorama nazionale e internazionale.
Il percorso espositivo, curato da un team coordinato da Ilaria Miarelli Mariani e Arianna Angelelli, si snoda lungo i tre piani della sede museale di via Francesco Crispi. Non si tratta solo di una parata di capolavori, ma di un viaggio nel tempo che permette di comprendere come le opere siano entrate a far parte del patrimonio civico. Attraverso una selezione di oltre 120 lavori, i visitatori possono ammirare la pluralità espressiva che ha caratterizzato Roma nell’ultimo secolo, dai primi acquisti della fine dell’Ottocento fino alle installazioni dei primi anni Duemila.
Dalle prime acquisizioni alle avanguardie del Novecento
La prima sezione della mostra, situata al piano terra e al primo piano, si concentra sulla genesi della collezione e sul ruolo cruciale delle grandi rassegne espositive. Già dal 1883, con l’Esposizione delle Belle Arti al Palazzo delle Esposizioni, il Comune di Roma iniziò ad acquisire opere significative, come la maestosa Cleopatra di Girolamo Masini. Questo fermento culturale trovò la sua massima espressione nelle mostre della Secessione Romana e successivamente nelle Biennali e Quadriennali, eventi che fungevano da veri e propri osservatori privilegiati per gli amministratori capitolini. In queste sale si respira il clima di rinnovamento che portò all’acquisizione di capolavori assoluti come Il dubbio di Giacomo Balla, simbolo di una sensibilità moderna che stava per esplodere.
Oltre all’impeto delle avanguardie, la mostra dedica ampio spazio al cosiddetto “ritorno all’ordine” e alla metafisica. Gli anni Venti e Trenta videro il consolidarsi di movimenti come Novecento, guidato da Margherita Sarfatti, e la rivista Valori Plastici, che miravano a un recupero del classicismo in chiave moderna. Opere come La famiglia di Mario Sironi o Combattimento di gladiatori di Giorgio de Chirico rappresentano perfettamente questa tensione tra tradizione e innovazione. Interessante è anche il focus sul Secondo Futurismo, dove i visitatori possono confrontarsi con il dinamismo di artisti come Fortunato Depero ed Enrico Prampolini, figure che hanno saputo interpretare la velocità e il progresso del nuovo secolo con linguaggi allora dirompenti.
La rinascita del dopoguerra e la Scuola Romana
La seconda sezione del percorso accompagna il pubblico attraverso i decenni centrali del secolo, segnati dal trauma della guerra e dalla successiva ricostruzione culturale. Dopo la soppressione temporanea della galleria nel 1938, le opere tornarono a nuova vita nel 1952 grazie all’impegno di Carlo Pietrangeli, che ne promosse la riapertura a Palazzo Braschi. In questo periodo, la collezione si arricchì delle testimonianze della Scuola Romana, con opere iconiche come il Cardinal decano di Scipione, considerata una delle vette artistiche del Novecento. Il dialogo tra l’arte e la città è reso evidente anche dai Tetti di Roma di Renato Guttuso, che trasforma il paesaggio urbano in un manifesto di colore e sentimento civile.
In questa fase, la Galleria non smise mai di guardare al futuro, accogliendo i nuovi canoni dell’Astrazione e dell’Informale. Il percorso espositivo evidenzia come, nonostante le incertezze logistiche e i cambi di sede, la raccolta abbia continuato a crescere in modo eterogeneo. Accanto ai paesaggi della Campagna Romana di Onorato Carlandi, documento prezioso di una realtà oggi scomparsa, trovano spazio le sperimentazioni grafiche di Giorgio Morandi e le opere di artisti che hanno segnato il dopoguerra come Alberto Savinio e Fausto Pirandello. È la testimonianza di una collezione “viva”, capace di rigenerarsi e di accogliere le sfide visive di una società in rapido mutamento.
Verso il futuro: nuove acquisizioni e inclusività
L’ultima parte della mostra approda ai giorni nostri, raccontando gli anni più recenti trascorsi nell’attuale sede di via Francesco Crispi, l’ex convento delle carmelitane scalze. Una delle sorprese più suggestive di questo centenario è il ritorno alla luce di un dipinto murale seicentesco attribuito a Suor Eufrasia della Croce. Scoperta durante i lavori di restauro, l’opera testimonia la storia profonda dell’edificio prima che diventasse museo, creando un corto circuito temporale affascinante tra la spiritualità barocca e l’arte contemporanea. Questo dialogo tra contenitore e contenuto arricchisce l’esperienza del visitatore, rendendo omaggio alla stratificazione storica di Roma.
La mostra guarda avanti anche sul fronte dell’accessibilità e della ricerca. L’incremento della collezione prosegue tuttora con acquisizioni di artisti come Elisa Montessori e Guido Strazza, garantendo alla Galleria il ruolo di presidio della contemporaneità. Inoltre, è stata dedicata una particolare attenzione all’inclusività, con percorsi didattici e tavole tattili realizzate per i visitatori con disabilità visiva. Per chi desidera approfondire ulteriormente, nella primavera del 2026 è prevista una seconda rotazione delle opere, che permetterà di scoprire capolavori inediti e mai presentati prima, confermando che il patrimonio della Galleria d’Arte Moderna è un tesoro inesauribile tutto da riscoprire.
Info utili
- Sede: Galleria d’Arte Moderna, via Francesco Crispi 24, Roma.
- Date: Dal 20 dicembre 2025 all’11 ottobre 2026.
- Orari: Da martedì a domenica ore 10.00 – 18.30 (ultimo ingresso mezz’ora prima della chiusura). Chiuso il lunedì.
- Note: Una seconda rotazione espositiva è prevista a partire dalla primavera del 2026 con opere inedite.
In copertina: Mario Sironi “La famiglia del pastore” – Olio su tela
