TeatroValle

Una “nuova stagione” per il Teatro Valle

TeatroValleA due passi dal Senato, nel centro di Roma, rione Sant'Eustachio, impegnato nella sua attività culturale, educativa, e ludica da ben 3 secoli, lo storico Valle non è solo un palcoscenico ma, oggi come ieri, è un simbolo. Fu simbolo di una famiglia. E' il 1726 quando i Marchesi Capranica del Grillo commissionano all'architetto Tommaso Morelli la costruzione del teatro. Fu simbolo “perfezionato” tra i teatri di tipo medio. E' il 7 gennaio 1727 quando Domenico Valle, a cui viene affidato il teatro, lo inaugura con la rappresentazione della tragedia Matilde di Simone Falconio Pratoli a cui seguì un fitto repertorio di prosa. Fu simbolo di successo. Nel corso di tutto il 1700, infatti, la sua fama aumentò progressivamente, tanto che riuscì a guadagnare un ruolo preminente nel sistema teatrale cittadino. Fu simbolo anche di classicità strutturale. La costruzione era interamente lignea, si presentava come un classico teatro all'italiana provvisto di cinque ordini di palchi ed un loggione, senza foyer.

A quarant'anni dalla sua progettazione e creazione il teatro necessitò di una prima e consistente opera di trasformazione. L'architetto Francesco Fiori riuscì, durante la sua opera di rifacimento, anche ad ingrandirlo. La sala, nella sua nuova forma ad U, più chiusa e raccolta, rispondeva a un recente orientamento di gusto, tutto italiano. Sul finire del secolo, tra l'aggiornamento dell'immagine e la destrezza imprenditoriale dimostrata nella conduzione, il Teatro Valle, divenne un esempio di efficienza tanto che fu giudicato, a seguito di un'indagine governativa, “quello di maggior godimento del pubblico”.

A questo punto, nel 1821, fu necessario intervenire per ampliare gli spazi. La ristrutturazione fu completa e in muratura, per renderlo idoneo alle norme di sicurezza sugli stabili teatrali. I lavori si svolsero sotto la guida di Giuseppe Valadier. La novità di maggiore effetto fu la decorazione pittorica e a rilievo voluta dal Valadier, che aveva immagi­nato una sala “gaia e lucida”. La ricostruzione del Valle costituì il più complesso risultato, nel campo dell'architettura teatrale, del rapporto tra potere statale, architettonica e imprenditorialità privata, e suscitò in generale apprezzamenti da parte di architetti e uomini di cultura. A lavori conclusi il Teatro Valle si presenta con la sala che rispetto al passato perde un ordine di palchi, si riducono a quattro; le dimensioni rimangono inalterate: gli ordini vengono comunque modulati in linee curve che danno il senso dell'eleganza e del movimento.

teatro-valle1Il teatro, dopo l'inaugurazione del 1821, diventa pubblico. E dal 1855 al 1890 a fianco del Valle “lavorava” un altro teatrino detto il Valletto, che aveva in comune col teatro “madre” una parete. Nato come teatro per marionette, era gestito da un burattinaio chiamato Antonio Torrini. Dopo il 1890 fu adibito ad altri usi.

Nel corso del XIX e del XX secolo il Teatro Valle fu oggetto di altri lavori di ammodernamento. Gli affreschi del soffitto, il sipario ed il palco reale furono gli elementi su cui si intervenne.

Lo storico Teatro Valle fu acquistato nel 1969 dall'ETI, Ente Teatrale Italiano. All'ETI, in collaborazione con la Sovrintendenza per i Beni Ambientali ed Architettonici, si deve proprio la minuziosa opera di restauro effettuata nel totale rispetto dei canoni architettonici, riportando così il Teatro Valle alle sue origini.

Il 19 maggio 2011, il Teatro Valle, ha temporaneamente concluso la sua attività in conseguenza della dismissione dell'ETI. Attualmente si è in attesa di sapere quale sarà il destino dello storico teatro romano. Sul sito dell'ETI (www.enteteatrale.it) si legge: “Con il decreto legge n.78 del 31 maggio 2010, che conclude il suo iter legislativo, l'Ente Teatrale Italiano è soppresso […] Nel caso dell'Ente Teatrale Italiano, compiti e attribuzioni sono trasferiti al Ministero per i Beni e le Attività Culturali”.

Oggi, “sul piatto” dello storico Teatro Valle che “vive” da 3 secoli a due passi dal Senato, in attesa di giudizio, c'è il destino di lavoratrici e lavoratori dello spettacolo che autorganizzati sono entrati nel teatro occupandolo. tetro_valle2Ma c'è in gioco anche il destino di un bene che fa parte del patrimonio artistico romano e italiano. Per questo gli occupanti “autorganizzati” hanno lanciato un appello, sottoscritto da moltissimi nomi della cultura e dello spettacolo, da Franca Valeri a Toni Servillo, da Andrea Camilleri a Fabrizio Gifuni, Elio Germano, Emma Dante, Anna Bonaiuto, Claudio Santamaria, Ascanio Celestini, Sabina Guzzanti, Maya Sansa e tanti altri, in cui si legge “come cittadini vogliamo difendere il patrimonio artistico del Paese”, e fra i tanti accorsi in “aiuto” del Teatro Valle, Elio Germano sottolinea: “sono qui da cittadino, preoccupato per le sorti del Valle. Qui ho visto le cose più belle, è un santuario della qualità. Ora l'ETI è stato soppresso, un bando ai privati è l'ennesimo servizio pubblico che viene violentemente tolto ai cittadini”.

Giornate in movimento, decisioni importanti per il futuro del Teatro e dei suoi lavoratori, scelte, proposte, discussioni, striscioni e mobilitazioni affinché il Valle continui ad essere non solo un palcoscenico ma un simbolo per la città di Roma e il mondo della cultura. Un augurio e un “in bocca al lupo” a che domani il suo palcoscenico torni a scrivere pagine di storia.

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