
Ma tutto è politica, giusto? Ecco perciò che citare un politico o un altro è solo un incipit per parlare di noi: degli italiani, dei nostri giovani, degli uomini, degli anziani e naturalmente del suo argomento per eccellenza: le donne. Anzi per dirla meglio la Donna. Dallo stereotipo che vorrebbero gli uomini a quello che vorrebbe la società a quello che si creano le donne stesse. E l’ironia è la protagonista di ogni figura: la commessa, la colf o la badante, la moglie, la lavoratrice o la mamma, la sottomessa, l’onesta o la rifatta.
La Scuccimarra si pone di fronte a tutte queste figure in una posizione di impietosa autoironia. Sì, perché prima di tutto è lei la persona che, dicendo che le donne si fanno del male rivelando al mondo i propri difetti, fa proprio questo, racconta tutti i suoi difetti, o almeno quelli che interpreta come tali. E grazie a questo gioco di cose da non dire che vengono invece dette ci regala un’interpretazione magistrale del malessere della donna usando senza sosta scenette e battute che fanno ridere fino alle lacrime. Quello che ottiene, e che dona al suo pubblico, è una vera e propria catarsi, come nelle antiche tragedie greche. La differenza, però, sta nel fatto che dalle tragedie si usciva col pensiero che la propria vita non è poi così tragica e con le lacrime agli occhi, da questo spettacolo si esce col pensiero che la propria identità si può recuperare con l’ironia e con il sorriso sulle labbra. Grazie Scuccimarra è un perfetto specchio per ritrovare le nostre identità perdute.
Per non perdere questo spettacolo, vi ricordo che sarà al Teatro degli Audaci, dal giovedì al sabato alle 21 e la domenica alle 18, fino al 25 febbraio.
