
L’opera è un vero e proprio viaggio nella romanità, attraverso il canto, il teatro, la comicità schietta e diretta della Roma ormai scomparsa ma non dimenticata, la Roma sparita dei suoi romantici acquerelli. L’appuntamento è al Giardino degli Aranci, splendida terrazza sul colle Aventino da dove si può ammirare un panorama di Roma mozzafiato. Lo spettacolo pone l’accento sulla cultura popolare antica per divulgare la tradizione del teatro romanesco che altrimenti rimarrebbe confinato al passato. E’ poi un laboratorio didattico per tanti giovani attori, i quali si alternano ogni settimana sul palco e interpretando personaggi diversi, possono esprimersi nelle varie discipline artistiche dal canto, alla danza alla recitazione.
Il termine hostaria come molti non sanno ha un significato nobile, deriva dal latino hospes che vuol dire ospite, ovvero luogo d’ospitalità. In seguito l’hostaria diventa un locale popolaresco, piacevole dove si socializza bevendo vino genuino e mangiando a poco prezzo. In questa simbolica osteria, la satira più raffinata e pungente di Trilussa e del Belli rivive negli accordi e nella chitarra di Paolo Gatti, e poi ci sono macchiette divertenti ma anche canzoni e stornelli d’amore nel tipico linguaggio colorito del dialetto romanesco. Non mancano simpatici riferimenti ai giochi classici del tempo come la zecchinetta e la passatella romana del film “Er più” con Adriano Celentano.
La seconda parte della rappresentazione è intitolata “Serenate romane” ed è un omaggio alla canzone e al teatro della Roma che fù. Si parla romano, si sente il sapore autentico di una Roma che ci appartiene, con gli omaggi a Califano e al varietà di Ettore Petrolini, assoluto protagonista del teatro romano del 1900, con le parodie brillanti dedicate a Roma, al biondo Tevere, alla sua impareggiabile bellezza. Oggi le vecchie osterie o fraschette non esistono più, soltanto in alcune trattorie di quartiere si può ritrovare il clima semplice e familiare di un tempo.
Un ossequio alla Roma del popolo, con i suoi vicoli, le sue piazze, le sue fontane, i suoi rioni storici, oggi diversi ma che conservano intatto il loro fascino. Roma è cambiata, e per amarla ancora di più bisogna conoscerla meglio. Questo spettacolo è un inno d’amore per la città e per la sua gente.
Sotto le stelle e il profumo degli aranci godiamoci, con un po’ di nostalgia questo spettacolo inconsueto e divertente che ci stupirà.
