- Cosa: Spettacolo teatrale scritto e diretto da Giuseppe Gandini, ispirato agli studi di Jill Bolte Taylor.
- Dove e Quando: Auditorium Municipale Pasquale De Angelis (Roma), lunedì 8 dicembre 2025 ore 18.30.
- Perché: Un’occasione unica per esplorare le dinamiche della nostra mente attraverso una narrazione che unisce scienza, ironia e musica dal vivo.
La complessità della mente umana è un palcoscenico naturale, un luogo dove voci contrastanti, paure ancestrali e intuizioni luminose si alternano in uno spettacolo continuo. Dopo il grande successo di pubblico registrato nella scorsa stagione al Teatro Marconi, torna in scena a Roma Il Cervello Complice, un progetto teatrale che promette di affascinare nuovamente gli spettatori. L’appuntamento è fissato per il ponte dell’Immacolata nell’VIII Municipio, nell’ambito delle iniziative culturali promosse da Roma Capitale per il Giubileo 2025.
L’opera, scritta e diretta da Giuseppe Gandini e nata da un’idea di Silvia Mazzotta, non è una semplice rappresentazione, ma un vero e proprio viaggio introspettivo. Liberamente ispirato al best-seller Il Cervello complice (My Stroke of Insight) della neuro-anatomista americana Jill Bolte Taylor, lo spettacolo traduce concetti scientifici complessi in un linguaggio drammaturgico accessibile ed emozionante. La pièce invita il pubblico a fermarsi, respirare e guardare dentro di sé, suggerendo che per ritrovare l’equilibrio spesso basta imparare a dialogare con le diverse parti che già abitano in noi.
Un’assemblea cerebrale in carne ed ossa
La protagonista della storia è Sara, una giornalista scientifica ultraquarantenne, madre e professionista, interpretata da Silvia Mazzotta. La sua vita, divisa tra le scadenze di un’importante rivista e la gestione familiare di un marito e due figli, subisce una svolta durante una trasferta a Milano. Inviata per seguire un convegno sulle rivoluzionarie scoperte della Taylor riguardo la struttura del cervello, Sara si ritrova nella sua stanza d’albergo a vivere un’esperienza surreale: i quattro caratteri fondamentali della sua mente prendono vita, manifestandosi come entità fisiche e distinte.
Queste figure, inizialmente invisibili alla coscienza della protagonista, si rivelano gradualmente trasformando la camera d’albergo in una metaforica “Assemblea cerebrale”. C’è la parte che governa la razionalità, quella che gestisce l’ansia, la rappresentazione della bambina interiore e infine la connessione con l’Assoluto e l’Universo. Lo spettatore assiste così a una dinamica affascinante: ciò che solitamente accade nel silenzio dei nostri neuroni viene esteriorizzato, permettendo a Sara — e al pubblico con lei — di visualizzare i conflitti e le alleanze che determinano i nostri comportamenti quotidiani.
Tra neuroscienze e narrazione emotiva
Il cuore pulsante dello spettacolo risiede nella capacità di umanizzare la scienza. La teoria dei “quattro caratteri” del cervello, postulata dalla Taylor, non viene presentata come una lezione accademica, ma come un’esperienza vissuta. Attraverso l’interazione con queste parti di sé, Sara comprende che l’ansia e la paura non sono nemiche da sconfiggere, ma segnali da interpretare. La regia di Gandini orchestra sapientemente questi incontri, supportata dalle interpretazioni di Marta Iacopini, Valentina Bruscoli, Francesca D’Urso e Sofia Fusciani (in alternanza con Valeria Paternesi), che danno corpo e voce alle diverse sfaccettature della psiche.
L’atmosfera è arricchita da una componente musicale essenziale, con brani cantati dal vivo di icone come Bob Dylan, Carrie Newcomer e Janis Joplin. La musica non funge solo da accompagnamento, ma agisce come un ulteriore linguaggio emotivo, capace di colmare le distanze tra la logica razionale e il sentire profondo. È in questo connubio tra spiegazione scientifica e performance artistica che lo spettacolo trova la sua cifra stilistica, offrendo una chiave di lettura per comprendere come abbassare i livelli di stress quando diventano ingestibili.
Riscoprire sé stessi per affrontare il mondo
L’evoluzione di Sara rappresenta un percorso di emancipazione e consapevolezza che tocca corde universali. Imparando a conoscere e “farsi amiche” le parti del suo cervello, arrivando persino a dare loro un nome, la protagonista acquisisce una nuova forza. Questa trasformazione interiore ha ripercussioni immediate sulla sua realtà esterna: le permette di scrivere l’articolo più importante della sua carriera e, soprattutto, di ridefinire gli equilibri della sua vita privata.
Il finale porta in scena una donna rinnovata, capace di tornare a casa e affrontare il marito con un’energia inedita, pretendendo rispetto e attenzione per il suo lavoro di giornalista. Il Cervello Complice si rivela così un inno alla passione e all’autodeterminazione, sottolineando come la realizzazione personale, anche oltre la famiglia, sia fondamentale per il benessere psicologico. È un invito a riconoscere la complessità interiore non come un ostacolo, ma come una risorsa preziosa per navigare le sfide della vita moderna.
Info utili
- Indirizzo: Auditorium Municipale Pasquale De Angelis, Via Renato Cesarini 2, 00142 Roma (VIII Municipio).
- Ingresso: Gratuito, fino a esaurimento posti.

