- Cosa: Mostra personale “Illustrazioni per l’uso” di Maurizio Ceccato.
- Dove e Quando: Roma, Fondazione Toti Scialoja (Via di Santa Maria in Monticelli, 67), dal 5 al 15 dicembre 2025.
- Perché: Un percorso visivo ironico e concettuale che trasforma i “bugiardini” medici in opere d’arte, sfidando la logica comune.
Nel panorama artistico contemporaneo, poche figure riescono a unire con tanta disinvoltura il rigore del graphic design e la libertà dell’arte visiva come Maurizio Ceccato. La Capitale si prepara ad accogliere la sua nuova personale, un progetto che promette di disorientare e affascinare il pubblico attraverso un gioco intellettuale raffinato: Illustrazioni per l’uso. Ospitata negli spazi evocativi della Fondazione Toti Scialoja, nel cuore di Roma, l’esposizione rappresenta l’evoluzione naturale di un percorso di ricerca che l’autore porta avanti da anni, indagando le frizioni e le connessioni nascoste tra parola e immagine.
Non si tratta di una semplice mostra di illustrazioni, ma di un vero e proprio dispositivo concettuale da decifrare. Ceccato, noto per il suo approccio “visivo e visionario” e per essere una delle menti più originali dell’editoria italiana (fondatore dello studio IFIX e del magazine retrofuturista WATT), invita lo spettatore a entrare nel suo laboratorio mentale. Qui, la funzione estetica e quella narrativa si fondono, creando un cortocircuito semantico che obbliga chi guarda a ripensare il significato degli oggetti quotidiani e delle parole che usiamo per descriverli.
Dal libro alla tela: una matematica filosofica
Il nucleo centrale dell’esposizione nasce dalle pagine dell’omonimo libro edito nel 2020 da Italo Svevo, casa editrice che accompagna l’artista anche in questa nuova avventura espositiva. Se nel volume la carta stampata era il medium prediletto, in questa occasione Ceccato compie un salto dimensionale, approdando dal foglio alla tela. Il percorso si snoda attraverso 23 tappe fondamentali che rielaborano il concetto di istruzione e avvertenza.
La genialità dell’operazione risiede nell’abbinamento spiazzante: l’artista ha scandagliato un archivio monumentale composto da 25.000 proverbi italiani e oltre 3.000 bugiardini (i foglietti illustrativi dei medicinali). Da questa immensa mole di dati, ha estratto associazioni che non spiegano, ma complicano e arricchiscono la visione. Ceccato non sovrappone mai il proverbio all’immagine; li affianca, lasciando che corrano su due rette parallele che, contro ogni legge euclidea, finiscono per incontrarsi nella mente dell’osservatore. È quella che viene definita un’operazione di “matematica filosofica”, dove il risultato di 1+1 è uguale a 3: l’immagine più la parola generano un terzo significato, imprevisto e spesso sarcastico.
L’estetica del bugiardino e il fascino dell’errore
Il termine “bugiardino”, con la sua etimologia che rimanda alla scarsa attendibilità e alla piccola menzogna, diventa il grimaldello per scardinare le certezze del visitatore. Le illustrazioni tecniche, solitamente asettiche e puramente funzionali (come quelle che spiegano l’infibulazione o l’uso di un dispositivo medico), vengono decontestualizzate e caricate di una nuova potenza espressiva. L’artista gioca con la sintassi visiva di questi documenti, trasformando l’istruzione rigida in un’apertura verso l’immaginario.
Particolarmente interessante è la scelta tecnica di includere una serie in serigrafia al fluoro, opere visibili esclusivamente al buio. Questa scelta non è solo un vezzo stilistico, ma sottolinea l’intenzione di mostrare ciò che solitamente rimane nascosto, “in luce” o fuor di metafora. Come sottolineato dallo storico dell’arte Giuseppe Garrera, ciò che regola questo disegno è una sorta di cecità, una “svista” consapevole. Ceccato ci suggerisce che non esistono conversazioni innocenti e che ogni narrazione è, in fondo, vana di fronte alla complessità del reale. Il pubblico non viene rassicurato, ma lasciato in uno stato di perplessità stimolante; il disagio, sostiene l’autore, non ci appartiene più, ma il dubbio rimane il motore della conoscenza.
Un autore disertore della grammatica
Per comprendere appieno Illustrazioni per l’uso, è necessario guardare alla carriera di Maurizio Ceccato. Un “disertore della grammatica”, come ama definirsi, che ha vinto la sua prima “lotteria” artistica imparando a leggere e scrivere sui fumetti negli anni ’70. La sua biografia è un susseguirsi di ruoli ibridi: art director per grandi case editrici (Fazi, Elliot, Arcana), illustratore per testate nazionali come Il Fatto Quotidiano e L’Espresso, e curatore della rubrica “cover story” su Il Sole 24 Ore.
Questa mostra è la sintesi della sua poetica: l’uso del cabaret come strumento critico, l’autarchia del designer che si fa editore, la capacità di unire cultura alta e bassa. Alla Fondazione Toti Scialoja, Ceccato non espone solo quadri, ma mette in scena la sua visione del mondo contemporaneo, dove il segno grafico è un’arma attiva, capace di unire funzione e visione. Visitare la mostra significa accettare di partecipare a un gioco dove le regole vengono scritte e riscritte in tempo reale, tra un proverbio antico e un’istruzione farmaceutica che, forse, non ci curerà il corpo, ma sicuramente risveglierà la mente.
Info utili
- Ingresso: Libero
- Periodo: Dal 5 al 15 dicembre 2025
- Indirizzo: Fondazione Toti Scialoja, Via di Santa Maria in Monticelli 67, Roma
- Inaugurazione: Giovedì 5 dicembre, ore 18.00
