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Il quartiere San Lorenzo, una passeggiata tra storia e mondanità

San_Lorenzo_fuori_le_muraIl rione San Lorenzo vide la luce tra 1884 e 1888, a ridosso della proclamazione di Roma capitale avvenuta nel 1870 (ed ufficializzata nel 1871 con lo spostamento da Firenze). Una smania incontrollata di opera edilizia aveva portato alla costruzione disorganizzata di un enorme numero di edifici, più che altro nel tentativo di ottenere facilmente fondi dagli istituti di credito e senza alcuna attenzione alle più basilari norme igieniche e sociali. Le prime abitazioni furono costruite nei pressi della attuale Porta Tiburtina, una volta denominata Porta San Lorenzo, da cui il quartiere prende il nome. Tra 1888 e 1890 questa corsa incontrollata era sfociata in una prevedibile crisi, in seguito alla quale molte costruzioni furono portate a termine in maniera approssimativa o, nei casi peggiori, lasciate inconcluse. In tal modo, probabilmente senza alcuna intenzione ma inevitabilmente, San Lorenzo divenne un quartiere popolare e le costruzioni edificate furono messe a disposizione dei cittadini meno abbienti di Roma. Nel periodo cruciale della seconda guerra mondiale, poco più di 60 anni fa, San Lorenzo doveva sembrare parecchio diverso da ora. Nei pressi dei locali dove attualmente ogni sera si assiepano comitive di ragazzi più o meno spensierati, gli effetti dei bombardamenti americani lasciarono tracce ben visibili.

Esquilino_porta_TiburtinaSecondo quanto riportato con dovizia di particolari nel libroVenti angeli sopra Roma”, il 19 luglio 1943 sul Cimitero del Verano caddero almeno 20 bombe, scoperchiando numerose tombe ed abbattendo un lungo pezzo del muro di cinta situato vicino all’ingresso principale. Nei pressi del Verano, il bombardamento aveva divelto le rotaie del tram e fatto crollare le linee elettriche e del telefono. E lungo la via Tiburtina, che da Piazzale del Verano riprende in leggera salita verso le mura labicane, numerosi stabili erano crollati o subito danni ingenti. Nessuno aveva creduto possibile che le forze alleate potessero sganciare una simile quantità di ordigni sulla capitale, la città eterna, sede del Papa e del Vaticano. La gran parte delle vie dove ora si affacciano ristoranti, pizzerie, cinema, teatri e pub, avevano le sembianze di trincea, con macerie, crateri ed incendi sparsi un po’ ovunque. Ed insieme alle costruzioni civili, vennero coinvolti gli stabili di fabbriche storiche nate agli inizi del XX secolo, come quello del pastificio Cecere che si trovava in via degli Ausoni o quello della birra Wuhrer (ex Paszkowsky) di via degli Apuli. Infatti, il quartiere pullulava di piccole fabbriche e si avviava a diventare un gremito centro operaio che garantiva occupazione alla parte proletaria della popolazione, venendo a costituire in tal modo un collettore per la parte popolare di buona parte del centro Italia.
Di San Lorenzo, alcuni personaggi noti hanno espresso pareri suggestivi. L’Ing. Talamo (direttore dell’Istituto Romano dei Beni Stabili agli inizi del XX secolo) affermava che “riassume in sé prima tutti gli errori che la incoscienza di quell’infausto periodo seppe creare, poi tutte le disastrose conseguenze economiche, igieniche e morali che a quello dovevano inevitabilmente seguire”. La grande educatrice e pedagoga Maria Montessori, ricordando la sua prima passeggiata per le vie del quartiere “dove la gente per bene passa solo dopo morta”, afferma di aver avuto, in quella circostanza, la netta sensazione di trovarsi in una città colpita da un grande evento disastroso.

Con una forma geometrica simile a quella di un quadrilatero allungato, e limitato da strade e piazze importanti come la tangenziale est, Porta Maggiore, via Tiburtina, San Lorenzo è un quartiere a se stante, evidentemente diverso da tutti gli altri di Roma. Camminando per le sue vie e guardandosi intorno si avverte chiaramente un’anima sofferente, ma viva, che aleggia tra le abitazioni. Con lo sfondo sempre presente dell’imponente scalo, il quartiere pullula di ragazzi, soprattutto in virtù dell’adiacente presenza dell’università La Sapienza, ma anche perché San Lorenzo incarna ancora oggi lo spirito ribelle delle nuove generazioni, quasi come se l’anima combattente espressa durante la seconda guerra dovesse perpetuare la sua presenza nel dedalo di vie del quartiere.

Porta_San_LorenzoPosizionato al di fuori delle antiche mura della città, la topologia e le caratteristiche urbanistiche rendono San Lorenzo simile ad una cittadina in scala ridotta, immersa all’interno della capitale. Il quartiere è infatti dotato di tutte le attrezzature tipiche di una realtà urbana di medie dimensioni. Ci sono locali alla , centri sociali, pizzerie e ristoranti, , cinema, la sede di una delle facoltà universitarie più frequentate (quella di psicologia) e, ovviamente, una grande basilica (San Lorenzo fuori le Mura, una delle Sette chiese) ed un cimitero monumentale (il Verano). Tra i locali storici del quartiere, ricordiamo la suggestiva locanda Atlantide (via dei Lucani n.22/b), spesso sede di feste e concerti, oltre che di corsi ispirati alla tradizione popolare italiana, come quello di pizzica salentina; oppure la mitica pizzeria Formula Uno (via degli Equi n.13), dove ogni universitario che si rispetti, squattrinato per definizione, ha cenato almeno una volta con margherita e birra; ma anche i mitici ristoranti-pizzeria “L’economica” (via Tiburtina n.44) e “Il maratoneta” (via dei Sardi n.20); il Lancelot (via dei Volsci n. 77), discopub sempre affollato e lo storico cinema Tibur (via degli Etruschi n.36), che è tuttora una certezza come qualità della programmazione.
E recentemente, ai nomi storici si sono affiancati locali costantemente gremiti di clienti, come il ristorante “Pinsa e Buoi” (viale dello Scalo di San Lorenzo n. 15, www.pinsaebuoi.it), dove oltre a degli ottimi piatti di carne è possibile gustare la “Pinsa”, una sorta di pizza realizzata con tre diversi tipi di farina e lievitata per circa 3 giorni, risultando in tal modo altamente digeribile.
Ed il Teatro allo scalo (via dei Reti n.36, www.teatroalloscalo.it, www.ezrome.it), rinnovato ed inaugurato lo scorso anno, un piccolo ma suggestivo ritrovo per gli amanti di un ambiente teatrale dove è possibile il contatto ravvicinato con gli attori.
Il B-Said (via Tiburtina n. 135, www.said.it) è invece un suggestivo locale situato in uno dei vicoletti più nascosti di via Tiburtina. Conosciuto ai più come la cioccolateria di San Lorenzo, propone con raffinatezza un ambiente curato, dove gustare una prelibata cioccolata calda oppure un aperitivo con calice di vino e stuzzichini preparati con gusto. Purtroppo, è chiuso di domenica.
E per concludere, “C’era una svolta” (via dei Volsci n. 49), un’associazione culturale ormai diventata punto di riferimento per gli universitari e non solo. Il locale è perfetto  per gustare una birra, da selezionare tra le molte disponibili, tra cui anche raffinate e rare birre artigianali italiane. Ma non mancano neppure tisane e diverse scelte di vino, da gustare insieme ad una variegata scelta di prodotti provenienti dal commercio equo e solidale. I proprietari del locale sono naturalisti convinti e per questo dal menù sono banditi i superalcolici. Il contesto amichevole del posto è c completato dalla possibilità di passare il tempo ascoltando musica dal vivo (tra cui jazz, funk e blues), con i giochi da tavolo a disposizione, leggendo o partecipando alle attività culturali dell’associazione, tra cui sessioni di reading organizzate di frequente.

È evidente come San Lorenzo rappresenti uno dei quartieri simbolo della nostra capitale. Con il suo passato travagliato e sofferto, con le sue profonde ferite rimarginate e le contraddittorie personalità che vi hanno vissuto, ci si trova immersi in una sorta di palcoscenico. Un contesto dove tutti indistintamente, romani e non, turisti e abitanti, ritrovano uno spirito popolare verace semplicemente passeggiando per le vie. Un quartiere da salvaguardare, per non dimenticare la nostra storia e per vivere appieno quanto di meglio sa offrire.

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