Debuttare al cinema recitando in un film diretto da un certo Mario Monicelli, non è cosa poi da tutti. Il film in questione è “Speriamo che sia femmina” (1986) e vi partecipano attrici molto popolari e di gran talento, ovvero Catherine Deneuve, Liv Ullmann, Giuliana de Sio e Stefania Sandrelli. Al debutto, invece, Lucrezia Lante della Rovere, figlia di Alessandro e Marina Ripa di Meana, che avrà modo di lavorare pure a teatro ed in televisione. Una carriera abbastanza ricca la sua, anche se sarà la tv il suo mezzo di comunicazione preferito, o almeno così è stato negli ultimi anni.
E’ proprio durante una sua partecipazione al programma televisivo “Ballando con le stelle”, che è riuscita a trovare l’attuale compagno di vita, il ballerino Simone Di Pasquale. Tuttavia, la tv gli ha regalato anche una discreta popolarità, soprattutto grazie ad alcune fiction di successo, ad esempio “Giorni da Leone 2”(2006), assieme al suo ex compagno Luca Barbareschi e “Tutti pazzi per amore 3” (2011). Tuttavia è di “Donna detective” che si intenderà qui parlare, perché è una serie tv ambientata a Roma ed a Tivoli.
Anche questa fiction è stata prodotta dall’onnipresente Endemol ed è andata in onda su Rai Uno, in prima serata, nel 2007 (prima stagione) e nel 2010 (seconda stagione). La fiction in questione ha ottenuto ottimi ascolti e, dunque, un buon riscontro fra i telespettatori. Non è un caso allora che sia stata pure esportata all’estero con il titolo di “Lady detective”.
La serie tv è, per certi versi, abbastanza simile ad altre delle stesso genere. Due sono le vicende che viaggiano in parallelo: la vita privata di Lisa Milani ed alcuni casi di cronaca nera.
La prima stagione affronta i drammatici eventi che si abbattono sull’ispettrice capo di polizia Milani, interpretata proprio da Lucrezia Lante della Rovere, e sul marito Michele Mattei (Kaspar Capparoni), di professione medico. L’uomo, infatti, viene accusato di aver ucciso una sua collega; è infatti emersa una relazione extraconiugale fra i due. Da qui iniziano una serie di peripezie che porteranno, al termine della prima stagione, alla scoperta della verità: le accuse si sono rivelate immotivate, perché ad uccidere la donna è stato un primario dello stesso ospedale dove lavora Michele. La vittima aveva portato a galla un brutto caso di malasanità e ciò avrebbe comportato la rovina della carriera del primario che, a questo punto, ha deciso di eliminarla. Anche la seconda stagione vedrà coinvolti ancora i due coniugi in tutta una serie di drammatici casi, primi tra tutti l’omicidio di Giada, un’amica di Ludovica, la figlia dei Mattei. Pure qui le vicende personali dei protagonisti si intrecciano a casi di cronaca, una formula tipica di tante fortunate serie tv.
Nulla di nuovo, quindi, anche perché non è affatto semplice trovare una fiction originale di questi tempi. Si cerca, infatti, di ripetere la formula che già ha ottenuto ampi consensi. Quante serie tv hanno come protagonista un capo ispettore di polizia? Per non parlare poi dei medici, insegnanti, ecc… Le idee, poco da dire, scarseggiano e si tende ad andare sul sicuro, a percorre strade già abbondantemente battute. Fiction come “Donna detective” servono soltanto a riportare al successo attori forse un po’ messi da parte negli ultimi anni, o che comunque si sono già trovati molto bene in prodotti televisivi di questo tipo (è il caso qui di Lucrezia Lante della Rovere). Anche per quanto riguarda la scelta delle location, si tende ad andare sul sicuro. Roma promette certamente molti posti adatti per le serie tv; pure se qui viene dato risalto anche a Tivoli, una realtà spesso emarginata dai film.
In attesa di qualche nuova intuizione, di sceneggiatori di talento, di produttori più coraggiosi, non rimane che accontentarsi, almeno per chi non potesse proprio fare a meno delle fiction, di “Donne detective” e simili.