stele_axum_1

L’obelisco di Axum

stele_axum_1Con le sue 160 tonnellate, l’obelisco di Axum si innalza per ben 24 metri. Oltre ad essere l’obelisco più alto del mondo, è anche un simbolo religioso, testimonianza della civiltà axumita, una delle quattro più importanti del mondo antico.
L’antica civiltà etiope intrecciò la propria storia con quella di Roma, che 1700 anni dopo ne ospitò il monumento più famoso.
Conteso, venerato, e infine restituito, oggi l’obelisco di Axum è ritornato nel luogo cui appartiene, la valle del Tigrè, diventando monumento nazionale e Patrimonio dell’Umanità.

stele_axum_2Axum è una città del Tigrè, regione settentrionale dell’Etiopia ai piedi delle montagne di Adua.
Fu il principale centro del regno di Axum, sorto tra il 200 e il 100 a.C., dove circa 8-9 secoli prima aveva regnato la leggendaria regina di Saba.
 L’influenza del regno si estese su tutta l’Africa centro- orientale, e diede vita a un’architettura originale, caratterizzata da giganteschi obelischi. Il regno fu uno dei primi, all’inizio del quarto secolo, ad aderire al Cristianesimo, ma l’obelisco è di epoca precedente.
Axum era la culla della civiltà etiope, punto d’incrocio dei commerci tra la capitale dell’Impero Romano, l’ Africa e l’Asia, e raggiunse il suo momento di maggior sviluppo nel I secolo d. C. Navi da Roma, dall’Egitto, dall’India, e dai maggiori paesi dell’Oriente, vi facevano tappa per comprare oro, smeraldi e animali come scimmie e elefanti, e per vendere seta e spezie.

Nell’antichità diversi obelischi vennero eretti in tutto il territorio, per segnalare le tombe sotterranee di re e nobili.
L’obelisco è una struttura celebrativa formata da un tronco di piramide, che termina con la caratteristica punta, detta pyramidion. Il nome deriva dal greco obelos, cioè spiedo.
L’obelisco di Axum, in pietra basaltica a sezione rettangolare, fu realizzato tra il I e il IV secolo,probabilmente da artisti egiziani. Come tutte le steli, la sua simbologia religiosa è intrisa di riferimenti astronomici, secondo i quali fu costruita. Punto di contatto fra l’elemento terreno, cioè l’uomo e le sue preghiere, e il divino, alla sua base si svolgevano quasi sicuramente sacrifici animali in favore degli dei.
Quello che però davvero sorprende è la sua mole: 160 tonnellate per 24 metri di altezza, che ne fanno l’obelisco più grande del mondo.

Durante la Guerra d’Etiopia, nel 1935 i soldati italiani trovarono l’antica stele, parzialmente interrata e rotta in tre pezzi.
Considerata bottino di guerra, fu divisa in sei tronconi e trascinata da soldati italiani ed eritrei fino al porto di Massaua. Il trasporto impiegò centinaia di uomini e richiese ben due mesi.
 Alla fine la stele fu trasportata prima sul piroscafo Adua fino a Napoli, e poi a Roma.
In pieno ventennio fascista, il 28 ottobre 1937, l’obelisco di Axum giunse a piazza di Porta Capena, in  ricordo della Marcia su Roma, avvenuta 15 anni prima.
Fu eretto di fronte al Ministero delle Colonie, attuale sede della Fao, e al Circo Massimo,  svettante simbolo del Regime e delle sue vittorie.
Il 10 settembre 1943, durante la battaglia di Porta San Paolo, l’obelisco fu notevolmente danneggiato.

Alla fine del conflitto, l’Italia si impegnò a restituire all’Etiopia l’intero bottino di guerra entro 18 mesi, compresa la stele.
Fu così che nel 1969, il Ministro degli Affari Esteri ne predispose la restituzione, ma l’allora re Haile Selassie, visti gli elevati costi di trasporto, decise di lasciarlo in dono all’Italia.  
In seguito alla deposizione del re, avvenuta nel 1974, il governo etiope chiese la restituzione del monumento. La richiesta suscitò in Italia diverse polemiche, che si protrassero per lunghi anni, durante i quali l’obelisco fu sottoposto ad un intervento di restaurazione.
Nel 2005, tra non poche controversie, l’obelisco di Axum, diviso in varie sezioni, cominciò il suo viaggio verso casa, partendo dall’aeroporto di Pratica di mare.
In sei ore di volo tornò ad Axum, dove 1700 anni prima era stato costruito.
Il suo arrivo venne celebrato con tutti gli onori che spettano a un monumento nazionale, che oggi è Bene protetto dall’Unesco e Patrimonio dell’Umanità. 

Immagini tratte da Wikipedia

About Donata Zocche

Check Also

Endometriosi: eventi dedicati alla consapevolezza

Endometriosi: A Roma due giorni dedicati alla consapevolezza sulla malattia. L'appuntamento sabato 25 e domenica 26 …

Endometriosi: stand informativo al San Carlo di Nancy

Endometriosi: il 15% delle donne in età fertile ne soffre. A Roma un percorso multidisciplinare …

Lascia un commento