I Colli Albani, quelle dolci colline a sud est di Roma, dove l’aria è buona e sempre un po’ più fresca che in città, sono una meta ideale per una piacevole gita fuori porta, per rilassarsi un po’ lontani dallo smog. Di recente, con l’aumento delle tariffe delle case in città, sono diventati una appendice di Roma, ma ancora conservano la bellezza rigogliosa della campagna poggiata sull’antico vulcano laziale, con i suoi laghi (vulcanici appunto) di Albano e di Nemi e il rigoglioso bosco che li circonda.
Questi laghi scuri, profondi e misteriosi, intorno ai quali leggende e storia si intrecciano, contribuiscono alla fertilità dei Colli Albani e alla particolare composizione del loro terreno.
Su queste colline, tra ville antiche, recenti agriturismi e belle passeggiate verso le arroccate abbazie, trova ambiente ideale la Malvasia del Lazio, quella bianca di Candia e il Trebbiano, che sono i tre tipi di uva che vanno a comporre il vino Doc chiamato, proprio, Colli Albani. E’ uno dei numerosi vini doc romani, divenuto famoso grazie ai Papi che ne facevano uso quando, in estate, passavano il loro spesso meritato riposo a Castel Gandolfo, il Colli Albani DOC ha diverse forme: novello, secco, amabile, superiore e spumante. Il colore va dal giallo paglierino al giallo scarico, il sapore dal secco al fruttato. La gradazione necessaria perché sia DOC è di 11.5 gradi e l’acidità minima di 4 per mille.
L’utilizzo a tavola è tra i più vasti e variegati: va bene con i primi e con i secondi piatti, in bianco o al sugo, con carni bianche e rosse, con la trippa e con l’agnello, con contorni freschi e con le verdure cotte. Se poi la cucina è tipica di Roma, dei Castelli romani o di tutta la provincia non può che sposarsi alla perfezione con la tavola: non vi potete sbagliare. Non solo, ogni stagione è buona: in estate, servito a temperatura da cantina, è dissetante e rinfrescante. E come ciliegina sulla torta, nella versione spumante fruttato va bene anche con crostate e biscotti.