Il derby per tradizione è: brutto calcio in clima teso. Questo derby non ha tradito la tradizione!
Dopo 14 minuti circa di gioco, non fantastico, ma nemmeno inguardabile, un’interruzione dovuta a lancio di petardi toglie alla Roma quel poco di concentrazione che aveva fin lì raggiunto. Alla ripresa il gioco è brutto, contratto, disorganizzato, senza schema. La Roma gioca così male, che sembra quasi che la Lazio giochi bene! La difesa funziona quasi sempre. Ma soprattutto funziona bene, anzi benissimo, Julio Sergio, con una parata straordinaria, quasi impossibile, sull’unica palla veramente insidiosa dei cugini, nata peraltro da un nostro errore.
In campo sembra che giochino in 3, o addirittura in 2, contro 11. Ranieri cambia qualche giocatore per scelta e uno per forza: Mexes che si fa male. Entra Cassetti. E proprio lui, al 75°, diventa l’uomo derby mettendo in rete la palla. Sulla prima vera azione costruita dalla Roma. Ne è bastata una, insomma. E la goduria è infinita. Sì, perché se la partita è brutta, l’emozione è tangibile e la fortuna ha più peso del resto, la vittoria è ancora più pesante e la gioia più grande.
Una gioia che continua, nonostante la festa dell’Immacolata, il Natale alle porte, i giorni che passano. Tutte le discussioni sentite in questi giorni, e che ancora sentiremo per un po’, non fanno che alimentare questa gioia. “Chi meritava la vittoria?” o “Il pari era più giusto e sarebbe andato a pennello” o ancora “E’ stata solo una combinazione fortunata di avvenimenti: se non si faceva male Mexes …” dei commentatori ed opinionisti più esperti. Tutte affermazioni che ci ricordano, a noi romanisti, che i nostri avversari si stanno rodendo il fegato.
Ed hanno ragione! Perché è tutto vero. La Roma, favorita o meno che fosse, ha vinto per una serie fortuita di eventi, a cui lasciatemi aggiungere anche la fortuna di avere un avversario come Zarate, che pensa che la palla l’ha portata lui da casa e perciò non la deve dividere con nessuno, e uno come Baronio, che passa più tempo a fare fallo e a lamentarsi con gli avversari come se l’avesse subito lui il fallo che a giocare. Da parte nostra abbiamo messo in campo un Menez che ha scambiato gli scarpini bianco celesti per la palla da calciare a tutta forza, un Vucinic che ha scambiato la palla per una zolla di terra del campo da togliere di mezzo, un Pizarro che si è voluto togliere di mezzo da solo perché tanto la palla non voleva rimanere sui suoi piedi.
Ma come non ricordare che il primo derby di Ranieri, romanista più emozionato di tutti i giocatori e i tifosi, ha portato la Roma a un punto dalla zona Champion, in una stagione difficile, e la Lazio a un punto dalla zona B?
Insomma la vittoria è stata perfetta in tutto e per tutto. E d’altra parte devo dare ragione al mio collega dell’altra parte del calcio di EZ Rome: così va il derby: non conta come, conta vincerlo!
E noi l’abbiamo vinto!
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