- Cosa: Spettacolo teatrale “Il Buco dell’Aux”.
- Dove e Quando: Teatro Eduardo De Filippo, Roma – Sabato 13 dicembre 2025, ore 21:00.
- Perché: Un ritratto generazionale autentico e graffiante che mescola i toni di Boris alla drammaturgia di Annie Baker.
Torna a Roma uno spettacolo che ha saputo intercettare, con rara onestà intellettuale, le vibrazioni di una generazione spesso definita “senza voce”. Dopo aver convinto pubblico e critica al debutto presso il Cometa Off, Il Buco dell’Aux approda sabato 13 dicembre sul palcoscenico del Teatro Eduardo De Filippo. Scritto e interpretato da Edoardo Trotta, Manuel Ficini ed Erich Lopes, nati artisticamente all’interno dell’Officina delle Arti Pier Paolo Pasolini, il progetto si avvale di una supervisione artistica d’eccezione, che vede coinvolti nomi del calibro di Gabriele Di Luca per la consulenza drammaturgica e Silvio Peroni per quella registica.
Al centro della narrazione non c’è solo una storia di amicizia, ma la rappresentazione fisica e metaforica di un tentativo di resistenza. In un’epoca in cui gli spazi per l’espressione creativa si restringono – schiacciati da logiche di mercato e indifferenza – tre ragazzi decidono di trasformare un garage polveroso in un tempio laico dell’ascolto. Non è il classico racconto del “sogno americano” in salsa romana, ma piuttosto un’analisi lucida, a tratti comica e disperata, di cosa significhi provare a costruire qualcosa di solido quando il terreno sotto i piedi continua a tremare.
Tre ragazzi e un garage contro il mondo
La trama ci introduce nelle vite di Maic, Pino e Bruno, tre ventenni che, con le loro differenze caratteriali, compongono un mosaico perfetto della precarietà emotiva ed economica contemporanea. Maic è il visionario, colui che vede nel garage non quattro mura ammuffite ma un trampolino di lancio per dimostrare il proprio valore; Bruno, intrappolato in un lavoro sottopagato che detesta, usa quello spazio come unica valvola di sfogo; Pino, infine, fatica a costruire relazioni sociali al di fuori di quel triangolo amicale e vede nel progetto una possibilità di connessione con il mondo esterno.
L’idea è semplice quanto rivoluzionaria: trasformare il locale in un “buco dell’aux” umano, un luogo dove chiunque possa “attaccare il cavo” e farsi ascoltare, senza filtri e senza giudizi. Tuttavia, come spesso accade nella realtà capitolina, i sogni devono fare i conti con il mattone. L’improvviso aumento dell’affitto da parte del proprietario diventa l’elemento scatenante che mette a rischio non solo il progetto, ma la tenuta stessa del gruppo. La minaccia dello sfratto costringe i tre protagonisti a una lotta serrata per difendere la loro “casa”, metafora di un’identità che rischia di essere cancellata dalle logiche del profitto.
Una fotografia lucida della “Generazione Aux”
Quello che rende questo spettacolo particolarmente interessante nel panorama teatrale odierno è il suo rifiuto della retorica consolatoria. Come sottolineato da diverse voci critiche, la drammaturgia sceglie di non indorare la pillola. Siamo di fronte a un “romanzo di formazione” in presa diretta, dove l’energia è implacabile e a tratti assordante, specchio fedele di un’urgenza comunicativa che non trova canali istituzionali per esprimersi.
I riferimenti culturali citati dagli autori sono emblematici: l’atmosfera brillante e critica della serie cult Boris si fonde con il linguaggio teatrale iperrealista di Annie Baker. Il risultato è un racconto che oscilla tra la commedia e il dramma esistenziale. La “Generazione Aux” descritta nello spettacolo è quella cresciuta nella disillusione, che non ha “mai vinto niente”, ma che conserva un disperato bisogno di autenticità. Il garage diventa così una bolla, una comfort zone necessaria per proteggersi da un mondo esterno percepito come ostile, ma anche una trappola da cui, forse, è necessario uscire per diventare davvero adulti.
Dalla formazione pasoliniana al palco
Il progetto Il Buco dell’Aux è anche una testimonianza virtuosa di come la formazione artistica possa tradursi in produzione professionale. Il collettivo è nato dall’incontro tra i tre attori durante il percorso di alta formazione presso l’Officina delle Arti Pier Paolo Pasolini, hub culturale della Regione Lazio che si conferma fucina di nuovi talenti. Il supporto di DiSCo Lazio e della Regione Lazio ha permesso a questa idea, nata tra i banchi di scuola e i laboratori, di diventare una realtà produttiva concreta.
Il valore aggiunto dello spettacolo risiede anche nel “dietro le quinte”. La collaborazione con Gabriele Di Luca, fondatore di Carrozzeria Orfeo e tra le penne più graffianti del teatro contemporaneo, e Silvio Peroni, regista noto per la sua sensibilità verso la drammaturgia internazionale, garantisce una solidità strutturale al testo e alla messa in scena. Non si tratta quindi solo di un saggio di fine corso, ma di un lavoro maturo, capace di divertire e far riflettere, parlando una lingua che risuona forte sia per i giovanissimi che per chi, pur essendo adulto, ricorda bene la fatica di trovare il proprio posto nel mondo.
Info utili
- Titolo: Il Buco dell’Aux
- Regia/Autori: Edoardo Trotta, Manuel Ficini, Erich Lopes (da un’idea di Iacopo Bertoni)
- Data: 13 Dicembre 2025
- Orario: Ore 21:00
- Indirizzo: Teatro Eduardo De Filippo, Viale Antonino di San Giuliano 782 (angolo Via Mario Toscano), Roma
- Ingresso: Gratuito con prenotazione obbligatoria (tramite Eventbrite)
- Telefono: 06 49708835
