- Cosa: Una rilettura teatrale in chiave rock del capolavoro di Michail Bulgakov, Il Maestro e Margherita.
- Dove e Quando: Teatro Trastevere (Roma), dal 16 al 21 Dicembre 2025.
- Perché: Per scoprire come “i manoscritti non bruciano” in un intreccio tra amore, censura e una colonna sonora che spazia da Strauss al glam rock.
“I manoscritti non bruciano”. Questa frase, divenuta ormai un manifesto della resistenza intellettuale e della potenza della letteratura, risuona con nuova forza sul palcoscenico romano. Nel cuore della capitale, il Teatro Trastevere si prepara ad accogliere una delle opere più complesse e affascinanti del Novecento: Il Maestro e Margherita. Dal 16 al 21 dicembre 2025, lo spettacolo diretto da Miranda Angeli e Alfio Montenegro promette di trasportare il pubblico nelle atmosfere della Russia sovietica, in un viaggio onirico dove la realtà storica si fonde con la più sfrenata immaginazione. Non si tratta di una semplice trasposizione, ma di un atto d’amore verso la libertà creativa che sfida le convenzioni e il tempo.
Il confine sottile tra autore e personaggio
La drammaturgia proposta scava a fondo nella genesi tormentata del romanzo. La narrazione ci porta nella Mosca degli anni Trenta, dove incontriamo un Michail Bulgakov in piena crisi, schiacciato dal peso di una censura asfissiante che tenta di cancellare la sua voce. È in questo contesto di oppressione che emerge la figura luminosa di Elèna, non solo ammiratrice devota ma musa ispiratrice che spinge l’autore a completare l’opera a ogni costo. La relazione tra i due, che evolve da una profonda amicizia a una passione tormentata, diventa il motore emotivo dello spettacolo.
Sulla scena, interpretata da Andrea Lami, Giulia Sanna e Francesco Polizzi, la vita privata dello scrittore si intreccia inestricabilmente con le vicende dei suoi personaggi. La realtà biografica di Bulgakov, costretto a lottare contro il bigottismo di regime, si sovrappone alla storia del Maestro, il protagonista del suo libro. Questo gioco di specchi rivela quanto l’autore stesso si sia immedesimato nelle sue creature: nel tormento del Maestro, certo, ma anche, sorprendentemente, nell’irriverenza di Woland. Elèna Šilovskaja, l’ultima moglie di Bulgakov, assume qui il ruolo cruciale che ebbe nella vita reale: fu lei a salvare l’opera e a permetterne la pubblicazione decenni dopo la morte dello scrittore. Nello spettacolo, la sua figura si fonde con quella di Margherita, creando un ponte indissolubile tra l’amore terreno e quello letterario.
Una struttura a matrioska e l’arrivo di Woland
La regia ha scelto di adottare una struttura narrativa “a matrioska”, capace di contenere molteplici piani di lettura. Mentre assistiamo alle vicende umane di Michail ed Elèna, veniamo catapultati nei frammenti del romanzo che sta prendendo forma: l’arrivo a Mosca del diavolo Woland e della sua stravagante corte. L’intento di Woland è chiaro e sovversivo: mettere a soqquadro le certezze dei cittadini benpensanti e smascherare l’ipocrisia della società sovietica.
Questo continuo spostamento dinamico tra la cupa realtà della censura e la psichedelica immaginazione del romanzo crea un ritmo incalzante. Le avventure narrate nel manoscritto prendono vita letteralmente, invadendo lo spazio scenico e la vita dello scrittore. La lotta contro il regime non è più solo politica, ma metafisica. L’ironia dissacrante, cifra stilistica di Bulgakov, viene utilizzata nello spettacolo come arma affilata per disinnescare la tragedia, pur senza mai dimenticare il climax drammatico intrinseco alla negazione della libertà di espressione. È un racconto che ci ricorda come, anche nei momenti più bui, l’ironia e la fantasia possano rappresentare l’unica via di fuga e di salvezza.
Atmosfere Rock e Glam per un classico del Novecento
L’aspetto forse più audace di questa produzione risiede nella scelta dell’atmosfera e della colonna sonora. Lontano dalle rappresentazioni classiche e polverose, questo allestimento di Il Maestro e Margherita si veste di sonorità “brillanti e rock”. La direzione artistica ha voluto sottolineare l’aspetto trasgressivo dell’opera originale attraverso un tappeto sonoro eclettico, che attraversa epoche diverse.
Il pubblico si troverà immerso in un contrasto uditivo affascinante: dai brani classici di Strauss, che evocano forse un ordine antico o la grandezza della tradizione, si passa repentinamente ai successi più famosi dell’electric e glam rock degli anni Settanta e Ottanta. Questa scelta non è puramente estetica, ma funzionale alla narrazione: la musica serve a enfatizzare la ribellione intrinseca del testo, la rottura degli schemi e l’energia vitale che scorre sotto la superficie della repressione. I costumi di Benedetta Nicoletti e l’aiuto regia di Martina Sergi contribuiscono a creare questo mondo visivo e sonoro unico, rendendo l’esperienza teatrale vibrante e contemporanea, perfetta per chi cerca un classico rivisitato con audacia.
Info utili
- Indirizzo: Teatro Trastevere, Via Jacopa de’ Settesoli 3, Roma.
- Orari: Giorni feriali ore 21:00; Festivi ore 17:30.
- Biglietti: Intero 13,00 €; Ridotto 10,00 € (prevista tessera associativa).
- Prenotazioni: 06 5814004 – 328 3546847

