Il Museo Nazionale degli Strumenti Musicali di Roma si appresta a ospitare la dodicesima edizione del Festival Popolare Italiano, una rassegna musicale che unisce tradizioni sonore e contemporaneità. Questo evento, nato dalla creatività e dalla direzione artistica di Stefano Saletti, offre un’opportunità unica di vivere un’esperienza culturale che avvicina le radici musicali mediterranee al presente. Due sono le sezioni principali del festival: “Sonus Mundi” e “Migrazioni Sonore”, entrambe accomunate dal desiderio di mostrare la musica come un linguaggio universale di scambio e dialogo tra le culture.
Sonus mundi: un viaggio tra tradizione e innovazione
La sezione “Sonus Mundi”, in programma dall’8 al 16 novembre, porta sul palco del Museo Nazionale degli Strumenti Musicali una serie di artisti capaci di intrecciare radici musicali mediterranee con i moderni linguaggi. Il festival apre con “Vocazioni” di Ra di Spina, un progetto firmato da Laura Cuomo che esplora vocalità e sonorità ancestrali, evocando un rito sonoro di spiritualità del Sud. Si prosegue con Samuel Mele e il mistico “Il santo sforzo di capire cosa sia l’amore”, un viaggio in cui new folk e world music si fondono, esplorando l’amore come ricerca interiore.
Clara Graziano, nota per la sua capacità di coniugare la musica popolare con la canzone d’autore, presenterà “Al ritmo della luna”, un concerto che riflette le sue sperimentazioni sonore. La chiusura della sezione è affidata a Hysterræ, con “Voci dalla terra madre”, una performance che unisce polifonie vocali e strumenti mediorientali per evocare la potenza della Terra.
Migrazioni sonore: la musica come ponte tra culture
Dal 22 novembre al 20 dicembre, il Festival prosegue con “Migrazioni Sonore”, un ciclo di concerti che celebra la musica come linguaggio universale e strumento di interazione tra le culture. Questa sezione non si limita a esibizioni musicali, ma include anche le “Conversazioni in musica”, incontri tra artisti e studiosi che precedono ogni concerto, offrendo spunti di riflessione sul ruolo della musica nel dialogo interculturale.
L’apertura è affidata a Moni Ovadia, Giovanni Seneca e Anissa Gouizi con “Rotte mediterranee”, seguiti dai SuRealistas con “La Vuelta”, una vibrante miscela di ritmi sudamericani e mediterranei. Altre performance degne di nota includono il Pejman Tadayon Ensemble con musica Sufi e il gruppo Nubras, che porta sul palco l’energia rivoluzionaria delle sonorità balcaniche. La chiusura è in grande stile con Banda Ikona e Baobab Ensemble in “Sacro Mediterraneo”, un viaggio spirituale tra le culture del Mediterraneo.
La magia del museo e un prezzo accessibile
Ospitare il Festival Popolare Italiano presso il Museo Nazionale degli Strumenti Musicali non è solo una scelta logistica, ma una dichiarazione di intenti: unire la bellezza della musica alla storicità di strumenti secolari. Il biglietto di ingresso a 6 euro non solo permette l’accesso ai concerti, ma anche alla collezione museale, offrendo ai visitatori una combinazione unica di cultura e arte.
Uno dei punti di forza del festival è la partecipazione di artisti di diverse provenienze, grazie all’organizzazione dell’Associazione Ikona e alle collaborazioni con Roma Capitale e Zètema Progetto Cultura. Tra gli eventi da non perdere ci sono le “Conversazioni in musica”, che offrono un dialogo aperto su temi quali i diritti, le cittadinanze e le differenze culturali, curate da esperti del settore musicale e culturale.
Info utili
Il Festival Popolare Italiano si terrà presso il Museo Nazionale degli Strumenti Musicali, situato in Piazza di S. Croce in Gerusalemme, Roma. L’ingresso al festival costa 6 euro e include la visita al museo. Per ulteriori informazioni e per le prenotazioni, è possibile contattare il numero 067014796 o scrivere a dms-rm.museostrumenti@cultura.gov.it.
L’evento è realizzato con la media partnership di Rai Radio Techete’ e il contributo di Puglia Sounds 2025 e Nuovo Imaie.
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