montemartini_facciata - immagine presa da wikipedia
montemartini_facciata

Montemartini, la Centrale-museo

In
via Ostiense 106
,
poco dopo il gazometro e in zona ex Mercati Generali, una fantastica parte dei Musei Capitolini è ospitata in
una struttura veramente interessante! Un bel
mix tra arte antica e tecnologia.
Statue e macchine si fondono in un connubio architettonico e culturale davvero affascinante.

Stiamo parlando della Centrale Montemartini.

montemartini_facciata - immagine presa da wikipediaIl contrasto tra l'antico e le sue statue, le sculture e le opere di ogni genere accostate alle vecchie ma maestose macchine, in ampi spazi e grande vastità delle sale museali, crea un gioco suggestivo.

Nello stesso tempo aiuta a conoscere con molta razionalità e chiarezza lo sviluppo storico della città antica dall'età repubblicana fino alla tarda età imperiale, attraverso una grande collezione e nuove soluzioni espositive.

Ne emerge un chiaro vincolo tra il mondo industriale di inizio secolo scorso e il tessuto urbano di antiche vestigia.

Sorto nei primi del ‘900, è stato il primo impianto pubblico di produzione elettrica a Roma di pari passo con l'Azienda Elettrica Municipale (ora Acea) che nasceva nel 1909. L'inaugurazione della Centrale risale invece al 1912 e deve il suo nome all'Assessore al Tecnologico Giovanni Montemartini.
La sede fu scelta e posta sulla sponda sinistra del Tevere per avere una disponibilità continua d'acqua e per essere fuori dalla cinta dei dazi in modo da non essere soggetti alle imposte dell'epoca sul
combustibile.

Nelle sale erano situati modernissimi macchinari di produzione, gli stessi per l'elettricità dell'epoca, ora risistemati e ‘tirati a lucido'. Erano forniti dalla ditta Tosi, grandissima e molto famosa in quel periodo. Entrando dall'ampio corridoio nell'atrio del piano terra incontriamo, schierate ai lati, due bombole ad aria compressa che servivano ad avviare i motori diesel della Sala Macchine sovrastante. Infatti, gruppi di motori diesel si alternano a statue, colonne, e opere in ogni sala. C'è anche un turbo alternatore a vapore, vero pezzo d'antiquariato. Nella Sala Caldaia troneggia appunto una caldaia
a vapore
che è l'unica rimasta delle tre installate in origine: visitabile in parte, sale dal pavimento al soffitto in un intrecciato complesso di passerelle, tubi e mattoni interessante e divertente.

Nel 1933 due ulteriori grandi motori diesel furono installati nella
centrale. Gran parte dell'attività di queste
macchine però è cessata nel 1963, quando buona parte
degli impianti andò fuori servizio, fino ad esaurire in
pochissimi anni tutta l'attività.

Negli anni '80 la centrale fu trasformata in ‘Art Center' e ristrutturata
in una esposizione permanente di opere
provenienti dalle civiltà antiche, in particolare della
civiltà ellenistica. Capolavori della scultura antica
svettavano nel loro splendore, insieme ai manufatti rinvenuti negli
scavi di fine Ottocento e degli anni intorno al 1930.

Nel 1997 a Roma c'è stata una grande ristrutturazione di settori
del complesso museale capitolino e centinaia di sculture sono state
trasferite lì nel museo di Via Ostiense. Ne è nata
inizialmente una mostra temporanea:
‘Le macchine e gli dei' , fino al 2005, quando, in occasione del
rientro di alcune statue in Campidoglio, la sede è stata
confermata permanente.

Si è creata così l'unione tra due mondi opposti quali
archeologia classica e ‘archeologia' industriale. Ed è stato
merito dell'Acea l'adeguamento della centrale a sede museale, il
restauro delle macchine e la sezione didattica.

L'accostamento tra il marmo e i materiali nobili delle sculture e il ferro e ‘i suoi derivati' insieme al sapore storico che si gusta infine, creano un apprezzabilissimo e piacevole tour, che vi suggeriamo di provare.

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