Il film intitolato “Il Principe della Follia” sarà presentato in anteprima durante la XX edizione della Festa del Cinema di Roma, all’interno della sezione “Special Screening”. Scritto e diretto da Dario D’Ambrosi, l’opera viene offerta al pubblico grazie alla collaborazione di Giovanni Saulini e Silvia Innocenzi, sotto la produzione di Red Post Production e con il contributo del Ministero della Cultura e della Regione Marche. In questa pellicola, Dario D’Ambrosi narra una storia toccante e profonda che trae ispirazione da esperienze reali vissute nel manicomio “Paolo Pini” di Milano.
L’importanza artistica di Dario D’Ambrosi
Il regista Dario D’Ambrosi è noto per il suo impegno di oltre quarant’anni nel mondo della disabilità. Fondatore del Teatro Patologico, D’Ambrosi ha sempre cercato di rompere i preconcetti nei confronti della malattia mentale, integrando l’arte nelle vite delle persone coinvolte. “Il Principe della Follia” si inscrive in questa cornice, raccontando una storia vera e ricca di emozioni che riflette la condizione sociale delle persone affette da disabilità mentale e fisica e delle loro famiglie.
Il film narra l’incontro tra il regista e un giovane uomo con gravi disabilità psichiche, marcato da una sofferenza profonda ma in grado di trasmettere un’incredibile forza emotiva. Utilizzando elementi della sua esperienza personale, D’Ambrosi porta sullo schermo una narrazione che tocca temi universali come la dignità umana e la lotta contro l’esclusione sociale. Il film è un’opera visionaria che punta a riscattare il mondo della disabilità da ogni retorica, restituendo centralità alla persona e alla sua capacità espressiva.
Una storia di fragilità e resistenza
Il protagonista è Luca, interpretato da Stefano Zazzera, un uomo colpito dal morbo di Parkinson, la cui performance porta il pubblico a confrontarsi con le sue fragilità e la sua forza interiore senza mai sfociare nel pietismo. Nel cast troviamo anche interpreti del calibro di Alessandro Haber, Andrea Roncato, Carla Chiarelli, Mauro Cardinali e Omar Monno. Grazie a questa collaborazione, il film rappresenta un vero e proprio viaggio nella realtà quotidiana di chi vive la disabilità, mostrando come la condizione clinica di una persona tocchi ogni aspetto della vita di famiglia.
La trama mette a fuoco il dolore e la tenacia degli individui stretti attorno a un famigliare disabile. Attraverso visioni poetiche e momenti di crudele realismo, il regista invita gli spettatori a una profonda riflessione sulla società, sulla capacità della memoria di diventare un mezzo terapeutico e sul valore della creatività come strumento di sopravvivenza e rinascita. La produzione cinematografica non è una denuncia sterile, ma un atto d’amore e una spinta al cambiamento collettivo.
Il Teatro Patologico e l’impegno sociale
Il Teatro Patologico, fondato da D’Ambrosi, rappresenta un’esperienza unica al mondo, poiché si impegna a insegnare arti teatrali ad ammalati psichici trasformandoli in promotori delle loro idee artistiche. Questo progetto offre opportunità concrete per i giovani con svantaggi mentali di migliorare la propria integrazione sociale e familiare. Recentemente, il Teatro Patologico ha esteso il suo impatto attraverso il “Corso Universitario di Teatro Integrato dell’Emozione”, in collaborazione con l’Università di Roma Tor Vergata.
D’Ambrosi è impegnato a livello mondiale, avendo portato i suoi spettacoli sui palchi di New York, Bruxelles, Tokyo e Johannesburg, tra gli altri. Questo grande impegno ha trovato riconoscimento non solo nel teatro, ma anche nel cinema, includendo la pellicola “Io Sono un Po’ Mato e Tutto” presentata al Torino Film Festival. Con “Il Principe della Follia”, presentato ora a Roma, D’Ambrosi continua il suo percorso di trasformazione artistica e sociale, contribuendo a cambiare il modo in cui la disabilità è percepita e vissuta nella società.
Info utili
“Il Principe della Follia” sarà visibile nella sezione “Special Screening” della XX Edizione della Festa del Cinema di Roma. Prodotto da Red Post Production e con contribuzioni di rilievo del Ministero della Cultura e della Regione Marche, il film riconferma l’impegno per una rappresentazione autentica e senza retorica della disabilità.
(Foto: Alessandro Haber, Stefano Zazzera, Dario D’Ambrosi; credits ph. porto’s)