Il mondo (poco) candido di Gualtiero Jacopetti alla Casa del Cinema

Lunedì 4 marzo l'omaggio di CSC – Cineteca nazionale per i cento anni dalla nascita dell'autore con le proiezioni di Africa addio e Mondo candido

Roma, 1 marzo 2019 – Giornalista. Documentarista. Sceneggiatore. A cento anni dalla nascita di una delle figure più odiate e più imitate nel “mondo”, lunedì 4 marzo dalle 15 alla Casa del Cinema la Cineteca Nazionale omaggia Gualtiero Jacopetti (Barga, 4 settembre 1919 – Roma, 17 agosto 2011), creatore dei famigerati mondo movies, innovatore dei cinegiornali, ispiratore delle varie europe e mondi di notte ma anche delle dolci vite felliniane. Come ha scritto giustamente Stefano Loparco, autore di una bellissima biografia Gualtiero Jacopetti. Graffi sul mondo: «Se la biografia ufficiale di quest'avventuroso toscano nato a Barga, nella Garfagnana, il 4 settembre 1919, evoca i suoi trascorsi professionali a stretto contatto con Indro Montanelli, l'amicizia con Angelo Rizzoli, la direzione del settimanale “Cronache” (1954-1955), la realizzazione dei cinegiornali – da La Settimana Incom (1950-1955) al satirico Europeo Ciac (1956-1958) e Ieri, oggi e domani (1959-1966) – la collaborazione con Alessandro Blasetti e la carriera giornalistica in prestigiose testate della borghesia meneghina quali il “Corriere dell'informazione” e “Il Giornale”, gran parte della critica ufficiale, da Africa Addio (1966) in poi, archivia il fenomeno Jacopetti alla voce cinema reazionario, tout court. Strano destino per chi, nel 1945 a piazzale Loreto – come ha raccontato il giornalista – vide penzolare il corpo di Benito Mussolini a bordo di una camionetta americana e qualche anno dopo – dalle colonne di “Cronache” – darà al duce del “più povero e sprovveduto dei dittatori”. […]

L'assenza di pietas umana e lo sguardo tangente del suo teleobbiettivo, anche quando puntato sugli orrori e le devastazioni della guerra – è il caso del controverso reportage Africa Addio –, fanno di Jacopetti, a onta dei suoi detrattori, un moderno kapò mediatico assoldato al male; il negus, ultimo pilucco della storia, è solo l'anello debole di una lunga filiera governata dai signori della morte vicino ai quali siederebbe, beffardo, Jacopetti. Uomo eccentrico ma riservato e dalla vita tutt'altro che ordinaria, Gualtiero Jacopetti è stato uno dei personaggi più suggestivi e discussi della dolce vita romana. Gli sono stati attribuiti mille amori, molti figli e anche i morti. Ammirato da Federico Fellini che lo avrebbe voluto nei suoi film, accompagnato sempre da bellissime e – almeno da Mondo cane in poi – ricco, con la metà degli anni Cinquanta – scrive Barbara Palombelli – “via Veneto è ai suoi piedi”. Certo, la bellezza in questo genere di cose aiuta e Gualtiero Jacopetti è stato un uomo davvero affascinante con quella faccia da attore americano alla John Wayne, mascella squadrata, sguardo intenso, occhi azzurrissimi. A ciò aggiunge un portamento deciso, un'eloquenza sciolta e modi raffinati. […] Inutile tergiversare: Gualtiero Jacopetti è stato un uomo odiato. In vita come da morto. Di quello stesso odio pervicace e duraturo che si riserva ai ‘cattivi maestri', categoria in cui è stato relegato dagli osservatori del suo tempo. È stato, però, anche oggetto di ammirazione cieca, altrettanto sincera quanto il disprezzo di chi lo ha messo all'indice».

ore 15.00 Africa addio di Gualtiero Jacopetti e Franco Prosperi (1966, 138')

«Ma è con Africa addio (1966) che il cinema di Jacopetti tracima dalla dimensione artistica per imporsi all'attenzione della stampa internazionale. […] Nell'intento di raccontare le travagliate ore dell'Africa postcoloniale all'indomani del processo di decolonizzazione compiutosi alla metà degli anni Sessanta, la pellicola ritrae un mondo tribale soggiogato dalla violenza. […] La tesi dichiarata dagli autori è che l'Africa non sia ancora pronta a godere dell'indipendenza; lasciato a sé stesso nei giorni del trapasso di potere dalle autorità colonialiste a quelle locali, il continente nero, come dimostra il reportage, sprofonderebbe in una spirale di odio e violenza senza fine» (Loparco).

ore 17.30 Mondo candido di Gualtiero Jacopetti e Franco Prosperi (1975, 119')

«Opera visionaria senza una precisa struttura narrativa – l'apparentamento a certa produzione surrealista di Alejandro Jodorowski è pertinente –, il film è difficilmente catalogabile in un genere definito, né aspira a esserlo. Torna lo zibaldone di sempre e la provocazione è assicurata. Il libello volteriano non dà che il “la” a una pellicola che poi è risolta nell'autoreferenza jacopettiana. […] Mondo candido è un puzzle che Jacopetti si diverte a ricomporre a suo piacimento, secondo le regole del grottesco […]. Rimane all'orizzonte il disegno di fondo: la figura del suo efebico protagonista, Candido, un inguaribile e ingenuo ottimista, accecato dall'amore per la bella Cunegonda, alle prese con un mondo osceno e senza pietà» (Loparco).

About Redazione

Check Also

Andrea Farnetani in “Gustavo La Vita” al Teatro Villa Pamphilj domenica 10 dicembre 2023

Domenica 10 dicembre alle ore 11, al Teatro Villa Pamphilj di Roma, va in scena …

AMISTADE con Antonio Rezza e Ivan Bellavista al Teatro Vascello

Dal 12 al 17 dicembredal martedi al venerdi h 21, sabato h 19 e domenica …

Lascia un commento