- Cosa: Un pomeriggio di studi e presentazione critica dedicato ai pittori Mauro Bursi, Raspu e Va.Ma.An.
- Dove e Quando: Palazzo Venezia, presso le sale dell’INASA, Roma. Il 12 Dicembre alle ore 16:00.
- Perché: Un’occasione per esplorare tre diversi linguaggi contemporanei, dall’astrazione cromatica all’impegno sociale, nel cuore storico di Roma.
Roma continua a confermarsi un crocevia indispensabile per il dialogo tra la memoria storica e le nuove tendenze dell’arte contemporanea. Il prossimo appuntamento culturale di rilievo si terrà in una cornice d’eccezione: le sale dell’Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell’Arte (INASA) all’interno di Palazzo Venezia. Questo storico ente, fondato nella capitale nel 1918 con il nobile scopo di tutelare e promuovere il patrimonio artistico nazionale, apre le sue porte a una riflessione sul presente.
L’evento, previsto per il 12 dicembre, si configura non come una semplice esposizione, ma come un vero e proprio pomeriggio di studi. Al centro dell’attenzione vi saranno le ricerche di tre esponenti significativi del panorama odierno: Mauro Bursi, Raspu e Va.Ma.An (pseudonimo di Mario A. Vacca). Si tratta di artisti che, pur muovendosi nel solco della tradizione, hanno saputo declinare il loro linguaggio in direzioni molto diverse, spaziando dall’ambito astratto a quello figurativo, offrendo così uno spaccato eterogeneo e vitale della pittura attuale.
Il colore come sintesi e la narrazione onirica
La prima parte di questo percorso critico si sofferma sulla potenza del colore e sulla capacità dell’arte di generare mondi alternativi. La ricerca di Mauro Bursi rappresenta un tuffo nell’astrazione, dove l’artista si affida totalmente e incondizionatamente alla forza cromatica. Per Bursi, il colore non è un semplice riempitivo, ma diviene sintesi e metafora di paesaggi interiori, sensazioni profonde e visioni mentali. La curatrice Ariadne Caccavale descrive il lavoro di Bursi parlando di un vero e proprio “dizionario cromatico”, in cui scie, tratti e campiture occupano lo spazio spinti da una sorta di horror vacui che non lascia nulla all’irrealizzato.
In questo processo, Bursi si allinea ai grandi nomi del Novecento, restituendo una realtà fenomenica originale e concettuale, basata sulla trasformazione delle idee in pura forma e colore. L’opera diventa così un dispositivo aperto: è l’osservatore stesso a essere chiamato in causa per ricostruire il senso e l’interpretazione di ciò che vede, rendendo ogni tela un’esperienza unica e irripetibile.
Parallelamente, ma su un binario figurativo e immaginifico, si muove l’arte di Raspu. Qui la narrazione creativa diventa un inno alla fantasia. Nelle sue opere, il sogno assume una funzione curativa: lenisce il dolore ed enfatizza la gioia. Secondo la lettura di Caccavale, Raspu crea scenari in cui personaggi improbabili, che nella realtà non si sarebbero mai incontrati, riescono a dialogare grazie alla mediazione dell’artista e al suo background culturale. Il risultato sono racconti fiabeschi dalle trame inedite, popolati da figure slanciate e colori vividi, che definiscono uno stile originale e fortemente identitario. Raspu si dimostra un’artista curiosa del mondo e delle molteplici entità che lo abitano, trovando nella pittura la sua collocazione ideale.
L’arte come missione sociale e voce degli ultimi
Cambiando registro, l’evento propone una riflessione sull’arte intesa come strumento di denuncia e consapevolezza attraverso le opere di Va.Ma.An (Mario A. Vacca). In questo caso, la pittura abbandona le sponde del puro onirico per abbracciare una missione sociale. La critica d’arte Sofia Amati utilizza una metafora potente per descrivere il lavoro di Vacca, paragonandolo a un “moderno Prometeo”. Come il titano sottrasse il fuoco agli dei per donarlo agli uomini, così l’artista porta all’attenzione del pubblico le dolorose ferite che affliggono l’umanità contemporanea.
La tavolozza di Va.Ma.An è ampia e talvolta utilizza colori squillanti, non per decorazione, ma per esprimere meglio un profondo e angoscioso senso di ingiustizia. Il suo è un linguaggio che la critica definisce schietto, diretto e autentico, privo di decorativismi fini a se stessi. I protagonisti delle sue tele sono gli “ultimi”, i dimenticati e gli esclusi. Questi soggetti diventano i silenziosi abitanti di scenari che, pur mantenendo tratti onirici, si rivelano brutalmente sinceri. La pittura di Vacca, dunque, costringe il fruitore a guardare dove spesso si preferisce distogliere lo sguardo, conferendo dignità artistica alle sofferenze del nostro tempo.
Un confronto critico a ingresso libero
L’appuntamento a Palazzo Venezia rappresenta un’opportunità preziosa per chiunque sia interessato ad approfondire le dinamiche dell’arte contemporanea attraverso il confronto diretto. Il pomeriggio sarà strutturato come una serie di “lezioni d’arte”, introdotte da Ariadne Caccavale e arricchite dagli interventi critici di Sofia Amati e Laura Dramisino. Un valore aggiunto sarà la presenza fisica degli autori oggetto della trattazione, che esporranno alcuni esemplari delle proprie opere, permettendo al pubblico di verificare immediatamente le tesi esposte dai critici.
L’evento sottolinea l’importanza dell’accessibilità alla cultura: l’ingresso è infatti libero fino a esaurimento posti, permettendo a un pubblico vasto di accedere alle sale dell’INASA. Oltre al momento di studio del 12 dicembre, la mostra e presentazione critica rimarranno un punto fermo per la valorizzazione di questi tre percorsi artistici, confermando il ruolo di Roma come palcoscenico attivo e non solo come museo a cielo aperto.
Info utili
- Ingresso: Libero fino a esaurimento posti.
- Indirizzo: Palazzo Venezia, INASA, Piazza San Marco 49, Roma.
- Data evento: 12 Dicembre, ore 16:00.
- Orari di apertura istituto: Lunedì al Venerdì, 9.30-14.00.
